6.

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Presente
Dopo aver parlato con Francesca, capii che non potevo più posticipare il mio incontro con Federico. Presi il telefono e aprii la sua chat. Il suo ultimo messaggio recitava 'ci vediamo stasera, non dimenticarti che ti amo', poi però quella sera tutto era cambiato.
Continuavo a scrivere e cancellare quando finalmente mi decisi.
'Ciao Federico, so che non ti aspettavi un mio messaggio ma avrei bisogno di parlarti. È importante, non evitarmi.'
La risposta arrivò dopo pochi minuti.
'Hai ragione, non mi aspettavo questo messaggio. Colazione al solito posto, domani alle 10?'
Con un solo messaggio mi sembrò di essere tornata indietro di due anni. Fui sollevata di constatare che mi aveva concesso con facilità un incontro. Passai il resto della giornata a prepararmi psicologicamente alla conversazione che avremmo avuto l'indomani, consapevole delle possibili reazioni negative, tutte legittime. Andai a dormire agitata e anche un po' curiosa di rivedere quegli occhi vispi e quel sorriso luminoso.

L'indomani raggiunsi quello che potrei tranquillamente definire 'il nostro bar' e mi accomodai al tavolo che sceglievamo sempre. Dopo qualche minuto lo vidi entrare, bello come sempre, con una t-shirt bianca e gli immancabili pantaloni della tuta. Si girò verso di me e i nostri sguardi si incrociarono di nuovo dopo quasi un anno. Il suo sguardo aveva il potere di scatenare in me sensazioni che credevo di aver accantonato, ma mi bastarono pochi secondi per accorgermi che neanche 100 anni di distanza sarebbero riusciti a farmi dimenticare i sentimenti provati con quel ragazzo.
"Ciao Chiesa"
"Siamo tornati al cognome?" Ridemmo entrambi e il ragazzo mi lasciò un bacio sulla guancia, facendomi arrossire istantaneamente. Un ghigno comparve sul volto del calciatore, ben consapevole dell'effetto che mi faceva e che mi avrebbe sempre fatto la sua vicinanza fisica.
Per un istante sembrò non essere passato un giorno dall'ultima volta che ci eravamo visti; sembravamo ancora quei due ragazzini che per caso si erano incontrati e per scelta avevano deciso di provare a condividere questo viaggio assurdo che chiamiamo vita.
"Congratulazioni per la Champions, hai fatto un gran gol"
"Ti ringrazio, posso sapere di cosa vuoi parlare? So che hai incontrato mia mamma, sono qui perché mi ha detto che è importante"
Anche se con dolcezza, Federico mi fece capire che non era in vena di fare conversazione.
"Volevo spiegarti perché sono sparita"
"Davvero?! Dopo quasi un anno ricompari dal nulla e credi che io abbia voglia di ascoltarti?"
"Non si tratta di noi due Fede, però se non vuoi ascoltarmi non ti obbligherò a farlo"
Feci per alzarmi ma il ragazzo mi bloccò il polso.
"Aspetta, se non volessi ascoltarti non sarei neanche venuto. È solo che in questi mesi mi sono chiesto spesso i motivi della tua partenza e mi sono dato così tante risposte che adesso l'idea di sentire la verità da te mi spaventa un po'"
In quel momento capii fino in fondo quanto la mia partenza lo avesse segnato; non sapevo se in quei mesi si fosse rifatto una vita, magari aveva conosciuto una ragazza che le aveva dato ciò che io non ero riuscita a donargli. Le sue parole mi fecero capire che forse avevo ancora un posticino nel suo cuore, e questo, egoisticamente, mi fece piacere.
Notai la sua curiosità, la sua paura e la sua confusione, e non potei fare a meno di pensare che forse sarei dovuta restare: rimuginarci adesso, però, non avrebbe cambiato le cose.
Cercando di addolcire il più possibile il tono di voce e di trattenere le lacrime che stavano iniziando a risalire nei miei occhi, dissi: "Fede, non è facile per me essere qui, e sono certa che ascoltare ciò che devo dirti non lo sarà neppure per te. La verità è che quando sono partita non ero sola"
Il suo volto assunse un'espressione strana, allo stesso tempo sembrava deluso e rassicurato dalle mie parole, come se non fosse stupito, come se
avesse dato per scontato che in quei mesi avessi amato qualcun altro. E non era del tutto sbagliato.
"Ok, quindi c'è un altro. Era una delle opzioni, ma non capisco perché vieni a dirlo a me, dopo quasi un anno poi"
"Non si tratta di un ragazzo Fede"
Sospirai e sputai quello che per troppo tempo mi ero tenuta dentro.
"Ho una figlia"

VITTORIA - Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora