16.

1.9K 40 6
                                    

'Caro Fede, quando leggerai questa lettera sarai probabilmente arrabbiato, deluso, confuso, e lo capisco. Questi mesi senza di te non sono stata facili, ma avevo Vittoria con me e questo mi ha aiutato a sentire meno la tua assenza. Non so se capirai le mie scelte e nemmeno se le accetterai, ma spero tu possa accettare questa piccola creatura che adesso mi stringe il dito. Ho visto la partita, una replica, e vederti felice, con la coppa, ha reso felice anche me. Quanto avrei voluto condividere con te quel momento... Mi piace pensare che l'universo abbia scelto di regalarci qualcosa di importante nello stesso istante, anche a centinaia di chilometri di distanza.
Le mie scelte ci hanno diviso, le tue scelte hanno mantenuto la distanza tra noi. Spero che riusciremo a colmare questa distanza per il bene di nostra figlia. È qui vicino a me, che dorme, e sono certa che stia pensando 'ciao papà, non vedo l'ora di conoscerti'.'
Finito di leggere quelle parole asciugai le lacrime che ormai non riuscivo più a trattenere e mi voltai verso Silvia; anche lei aveva il volto bagnato e sembrava aspettasse un mio gesto, positivo o negativo. In quel momento avevo così voglia di baciarla, abbracciarla, spogliarla e tenerla stretta per tutta la notte; una parte di me, però, mi diceva che non fosse la cosa migliore da fare.
"Adesso devo andare, posso prenderlo?" Chiesi in riferimento al quadernino. Silvia mi sorrise in segno di assenso e si alzò per accompagnarmi alla porta. Salutai la piccola che dormiva beata nella sua astronave e seguii la mia ex fino alla porta. Nessuno dei due disse niente, lei si avvicinò e mi lasciò un bacio sulla guancia, prima di chiudere la porta e sparire all'interno della casa. Arrivato in macchina rimasi qualche minuto immobile, come intontito, nel tentativo di mettere in fila gli eventi di quella serata. Tuttavia, riuscivo a pensare solo a due cose: la prima, che essere padre avrebbe comportato la completa revisione della mia scala di priorità. La seconda, che nonostante tutto non riuscivo ad odiare la mia ex fidanzata per essere sparita. Il punto di contatto tra le sue labbra e la mia guancia era come infuocato: averla così vicina scatenò in me, per l'ennesima volta, il desiderio irrazionale di farla mia. Tuttavia, avevo capito che adesso dovevamo mettere al primo posto Vittoria, e mi convinsi che reprimere ogni tipo di sentimento e attrazione nei confronti di Silvia fosse la cosa migliore per il nostro nuovo equilibrio. Non eravamo più una coppia, ma due genitori.
Dopo aver riletto la lettera di Silvia, però, una domanda continuava a tormentarmi: perché te ne sei andata? Se mi hai pensato, se hai sentito la mia mancanza e hai continuato a seguirmi anche da lontano, perché sei andata via?
Ma soprattutto, perché ti ho lasciato andare?

VITTORIA - Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora