8.

2.1K 46 2
                                    

Avevo rivisto Federico e gli avevo detto di nostra figlia. Per mesi avevo cercato di immaginarmi la sua possibile reazione. Isterica? Confusa? Arrabbiata? Dopo la notizia, in realtà, si era comportato semplicemente da Federico: si era chiuso in se stesso, in silenzio, per interminabili minuti, prima di lasciarmi da sola a quel tavolino, ma non prima di aver pagato la colazione. Aveva sempre avuto questa assurda devozione nei confronti delle buone maniere.
Ciò che non avevo messo in conto era la mia, di reazione. Rivederlo mi aveva mandata in confusione: nei suoi occhi, subito dopo la rivelazione, ero riuscita a scorgere un velo di delusione, quasi a chiedermi perché non mi fossi fidata di lui.
Avrei voluto spiegargli le mie scelte, fargli capire che avevo continuato ad amarlo, a stimarlo, a guardare le sue partite, a prenderlo in giro per le facce buffe durante le interviste. Ma non ero tornata per recuperare il mio rapporto con Federico, bensì per dare a lui e a mia figlia, sua figlia, la possibilità di viversi: adesso la loro relazione era più importante di qualsiasi altra cosa.
Erano passati due lunghi e silenziosi giorni dal nostro incontro: cresceva in me il dubbio che lui non fosse pronto, o disposto, a conoscere la figlia.
Avevamo iniziato a parlare di famiglia pochi mesi dopo il nostro primo incontro: eravamo innamorati, incredibilmente felici, stupidamente convinti che quella magia sarebbe durata per sempre. Immaginavamo i nostri bimbi correre per casa; io per la prima volta rivelai a lui tutte le paure relative alla maternità. Non mi ero mai sentita particolarmente predisposta al diventare mamma, avevo passato tanti anni da sola e quando Federico aveva iniziato a parlare di figli ero stata colta dal panico. Lui aveva sempre desiderato una famiglia numerosa, essere un padre giovane, e dopo poche settimane di frequentazione mi aveva confessato di vedermi come la madre dei suoi figli. Non sono mai stata brava a celare i miei pensieri, e infatti Fede si accorse subito che quella frase mi aveva fatto più paura che piacere: lui mi abbracciò e rassicurò, ma non si rimangiò le sue parole e anzi ribadì con ancora più convinzione ciò che pensava: "tu sarai la madre dei miei figli, tra un anno o tra cinque non importa, ma so che sarai tu".
Ripensare a quel momento mi fece venire brividi: alla fine, in qualche modo, avevo realizzato il suo sogno di diventare papà giovane, anche se non nel modo che probabilmente aveva sognato.
Sapevo che fosse arrabbiato con me, ma sperai con tutta me stessa che una piccola parte di Federico fosse ancora convinta di ciò che mi aveva detto quella sera. Speravo davvero che potesse andare oltre a noi per quel piccolo grumo di cellule che era cresciuto nel mio ventre e che adesso occupava il mio letto, reclamando la mia attenzione.
Mentre coccolavo mia figlia, guardando i suoi occhietti svegli, pregai un dio in cui non ho mai creduto affinché il mio ex scegliesse di conoscerla. In quel momento arrivò un messaggio e notai con sorpresa che non era Federico, ma sua madre.
'Ciao tesoro, se non hai impegni che ne dici di venire a pranzo da noi domani? Fede è libero e ci farebbe piacere conoscere la bimba.'
Risposi positivamente alla richiesta di Francesca e sorrisi al pensiero dell'incontro che sarebbe avvenuto l'indomani: se con la mia scelta avevo impedito a Federico di vivere la gravidanza e i primi mesi di sua figlia, non potevo dimenticare che anche la sua famiglia aveva subito lo stesso destino. La dolcezza di Francesca, però, mi fece ben sperare.
Mia figlia avrebbe finalmente conosciuto il ragazzo da cui aveva ereditato gli occhi vispi e il sorrisino da furba, il ragazzo che mi aveva fatto innamorare come nessuno prima.

VITTORIA - Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora