Capitolo 12

6.4K 379 208
                                    

(Canzone consigliata: Boyfriend - Dove Cameron.)

Isabelle.

Stavo preparando le valige per andare a passare il Natale con mio padre.

In realtà non ero molto entusiasta all'idea, ma papà mi aveva promesso che lei non ci sarebbe stata e, in un certo senso, quella promessa aveva aiutato a prendere una decisione.

Non avevo alcuna voglia di passare il Natale con la sua presenza che portava solo dolore e scompiglio nella mia vita, e anche in quella di papà. Ricordavo ancora quanto avesse sofferto per lei e anche quanto fosse stato difficile per me tornare a frequentare la scuola.

L'ambiente liceale faceva davvero schifo, soprattutto se avevi una madre come la mia.

Avevo appena chiuso la valigia quando sentii bussare alla mia porta, ero convinta che fosse Nives visto che era già tornata dal suo piccolo viaggio con Nathan che, ovviamente, era finito con loro che litigavano e tutte le altre cose spiacevoli a seguire.

Ma quando aprii la porta, trovai Aaron con le mani poggiate sullo stipite della porta che mi fissava.

«Aaron, cosa...?»

Non feci nemmeno in tempo a finire la frase che lui mi prese il viso in una mano e fece scontrare le sue labbra con le mie.

La sua bocca era così prepotente e arrogante che quasi mi scappò un gemito.

Il suo profumo prese possesso di tutta la mia stanza e la sua lingua non dava nemmeno il tempo alla mia di abituarsi alla sua aggressione.

Con quel bacio voleva prendersi ogni cosa di me, ogni piccolo frammento della mia mente spezzata. 

Mi lasciai completamente andare, facendo rilassare tutti quei muscoli che si irrigiditi quando lo avevo visto davanti alla mia porta.

«Dimmi che hai smesso di vederti con quel biondino», ringhiò sulle mie labbra.

Aprii gli occhi di scatto e mi accigliai. «No... Cioè, è da un po' che non ci vediamo ma...»

«Sai che non lo rivedrai vero?»

Alzai un sopracciglio allontanandomi da lui. «E questo cosa vorrebbe dire?»

Un'emozione che non riuscivo a capire gli balenò nelle iridi color cioccolato, per poi andarsene come se non fosse mai passata. 

«Che secondo me non ha senso mandare avanti qualcosa che non si ha voglia di continuare.» Alzò le spalle.

«Proprio come te che ti scopi mezzo campus? Proprio tu vieni a farmi una predica del genere, Aaron?»

Se pensava che potesse insegnarmi qualcosa, si sbagliava di grosso. Sapevo già che la mia pseudo relazione con Connor sarebbe andata a morire, ma perché ero io a deciderlo. Non di certo perché Aaron Mullen quel giorno stava avendo una crisi d'identità.

Suo malgrado, ridacchiò. «Amo le donne, Isabelle. Non ci vedo proprio niente di male in questo.»

«Proprio non riesco a capire a cosa ci fai qui, allora. Hai avuto da me quello che volevi, non ti porto rancore... Ora cosa vuoi?», lo sfidai alzando il mento.

«Cosa voglio?» Si avvicinò di nuovo al mio corpo. «Voglio sentire di nuovo il mio nome pronunciato da te mentre sei in preda ad un orgasmo che ho provocato io, Belle.» Mi morse la pelle del collo ed io mi sentii quasi cadere per terra. «Ecco cosa voglio.»

Mi stava prendendo per il culo?

«Aaron... Ho un viaggio da affrontare e mi stai facendo perdere tempo.» Lo spinsi delicatamente lontano da me.

Mind (Soul spin-off)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora