Capitolo 26

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(Canzone consigliata: High For This - The Weeknd.)

Aaron.

I suoi occhi color smeraldo mi guardarono come se fossi impazzito, e forse era davvero così.

Un mese

Un cazzo di mese in cui ero stato costretto a guardarla da lontano, a immaginare l'odore del suo profumo di orchidee, a mordermi la lingua quando vedevo che si perdeva nei suoi pensieri.

Ed ero stato costretto da me stesso, perché lo sapevo che avevo esagerato.

Infatti, mi ero sbagliato su tutta la linea e avrei voluto tagliarmi le palle da solo.

Non avevo intenzione di fare nulla con quella quella sera al Dragon, quello che aveva visto Isabelle era pura finzione.

Quando mi aveva visto mentre le parlavo all'orecchio, le stavo dicendo di tenermi il giorno e di fingere di essere coinvolta. Perché quella ragazza non era affatto interessata a quello che avevo in mezzo le gambe io. Quindi avevamo recitato.

Avevo voluto ferirla come lei aveva ferito me. 

Ma, alla fine, era stato tutto frutto della mia mente contorta.

Ed ero un vero coglione, ma nemmeno in quel mese mi ero portato a letto qualche ragazza.

Ci avevo provato, non fingerò il contrario, ma perdevo interesse subito.

Ormai tutte avevano gli stessi occhi vuoti e quelle voci nasali che mi davano alla testa, e non in senso positivo.

Non come gli occhi della mia piccola Belle che erano del colore della gemma che più preferivo. E non come la sua voce che era la più sensuale che io avessi mai sentito.

Quindi no, non mi ero scopato nessuna.

E stavo quasi per scoppiare quando lei schiuse le labbra per dire qualcosa, ma scossi il capo in segno di negazione mentre le posavo l'indice su quelle labbra morbide per zittirla.

«Parleremo, te lo giuro.» Il suo sguardo si accese. «Ma credimi quando ti dico che l'unica cosa che voglio adesso è essere dentro di te. In ogni modo umanamente possibile.»

Avvertii il suo sospiro sul dito e accennai un sorriso provocatorio per quella reazione.

Sapevo benissimo che effetto le faceva quando le parlavo in quel modo.

Inaspettatamente, lei mi morse la punta dell'indice e sobbalzai.

Ma quando ci passò la lingua intorno e succhiò come se stesse succhiando una parte molto interessante del mio corpo, ringhiai di frustrazione.

«Buon Dio, Isabelle.»

Lei ridacchiò soddisfatta prima che io la zittissi di nuovo ma quella volta con le mie labbra.

La sua bocca morbida si sciolse sotto la mia mentre cercavo di reclamarla come aspettavo di fare da un mese a quella parte.

Sentii le sue piccole mani aggrapparsi alla mia schiena e lo presi come un invito ad inoltrarmi di più in mezzo alle sue gambe in cui mi incastrai perfettamente.

Era una sensazione così gratificante sapere che il suo corpo si incastrava in quel modo al mio, che per poco non mi ritrovai a gemere quando i suoi fianchi si spinsero contro i miei.

Io stavo per esplodere, letteralmente.

Ma avevo intenzione di fare le cose con calma, di godermi quel corpo che aveva il sapore delle scelte giuste.

Le presi il volto con una mano mentre la mia lingua entrava con prepotenza nella sua bocca.

Sapeva di fragole e caffè, un aroma che fece vibrare il mio stesso sangue.

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