(Canzone consigliata: Break My Heart Again - FINNEAS.)
Isabelle.
«Ciao, stellina.»
La guardai.
Guardai quella estranea che una volta era stata mia madre.
Avevo visto una mamma buona e sempre pronta a proteggermi, diventare una persona che non riconoscevo più.
I suoi capelli color miele come quelli di Jillian, avevano lasciato il posto a una sfumatura mogano.
I suoi occhi color smeraldo come i miei, avevano lasciato il posto a una sfumatura priva di luce e di amore.
Il suo viso che aveva cominciato ad avere qualche ruga qui e là, era talmente tirato che sembrava che avesse messo delle mollette per il bucato sulle tempie.
Quelle labbra che si erano sempre aperte in un sorriso pieno di amore nei miei confronti, erano diventate il triplo più gonfie.
E tutto, solo per sembrare più giovane e per mascherare la pochezza d'animo che aveva.
Mi faceva quasi ribrezzo, a dirla tutta.
«Cosa ci fai qui?»
La mia voce era talmente bassa e ferma che vidi l'effetto che ebbe su di lei. Mi guardò quasi impaurita e faceva bene, perché ero letteralmente sull'orlo della sopportazione e non sapevo dove mi sarei spinta per cacciarla.
«A passare il Natale con la mia famiglia, ovviamente.» Alzò le spalle, come se fosse la cosa più ovvia e giusta del mondo.
Oh, si sbagliava di grosso.
Una risata amara sfuggì dal mio controllo. «La tua famiglia?» Incrociai le braccia al petto, appoggiandomi con una spalla allo stipite della porta. «Non prendiamoci per il culo, Grace.»
Lei mi guardò come se mi fossero uscite due teste, oppure tre. «Grace? Isabelle, sono tua madre.»
«Hai perso quel titolo molto tempo fa.» Feci un gesto noncurante con la mano, come se stessi scacciando una mosca. «Hai finito? Perché io e mio padre dovremmo continuare i preparativi.»
«Isabelle.» Sentii la voce di mio padre chiamarmi con una punta di rimprovero. «Lascia entrare tua madre.»
«Cosa...?», sussurrai guardandolo come se davvero fosse uno sconosciuto per me.
Non stava succedendo davvero.
Lui mi aveva promesso che non si sarebbe presentata.
Io e lui eravamo sempre stati una squadra, ci eravamo sempre abbracciati a vicenda quando lei non c'era e non voleva esserci.
Io e lui avevamo imparato a vivere senza di lei.
Ma a quanto pare mi ero sbagliata.
Cazzo, mi sentivo presa in giro.
«Lasciala entrare», disse di nuovo mio padre.
Non replicai, non strillai e non dissi nulla.
Girai sui miei stivali e andai verso la mia camera per riprendere le mie cose. Se pensavano che sarei rimasta a vedere loro che si comportavano come l'allegra famigliola felice, si sbagliavano di grosso.
Merda, sbagliavano su tutto.
Non avevo tirato fuori ancora niente, quindi praticamente avrei dovuto recuperare solo il cellulare, il mio cappotto e la mia tracolla.
E sinceramente mi sentii rincuorata del fatto che non dovessi passare un minuto di troppo in quella casa.
Sentivo ancora la voce della mia psicologa che mi diceva: «Isabelle, lei è così. Non cambierà, ma possiamo cambiare il modo in cui ti approcci con lei. Non ha così tanto potere su di te se tu glielo impedisci.»
STAI LEGGENDO
Mind (Soul spin-off)
Romance(SOUL SPINOFF) (SI CONSIGLIA LA LETTURA DI "SOUL" PRIMA DI LEGGERE LO SPIN-OFF) CONTIENE CONTENUTI ESPLICITI E NON ADATTI AI SOGGETTI MINORENNI. Isabelle. Una ragazza amante delle fotografia e dei libri, ma con un piccolo segreto. Aaron. Un raga...