Capitolo 39

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(Canzone consigliata: Dusk Till Dawn - ZAYN (feat. Sia). )

Isabelle


Dieci anni dopo...


Dovevo proprio alzarmi dal letto? Era tutto così caldo e morbido che il pensiero di dover decorare la casa per il Natale mi sembrava davvero una tortura.

Avvertivo già nell'aria l'odore forte del caffè che proveniva dalla cucina e, anche se mi pizzicavano le narici, sorrisi perché sapevo di chi era la colpa di quegli odori meravigliosi provenienti dall'altra stanza. Erano donuts quelli che percepivo?

Dio, avevo una fame da lupi.

Erano mesi che avevo una fame da lupi.

Ero insaziabile, in tutti i sensi possibili. 

Ma non era sempre facile, sapete?

Bisognava essere creativi.

Continuai a crogiolarmi nel torpore delle lenzuola, che avevano ancora quel profumo ambrato nonostante lui si fosse alzato già da un bel po'.

Nonostante ormai fosse diventato una stella del football, aveva ancora la necessità di allenarsi al mattino.

Prestissimo.

Io non ricordavo nemmeno come mi chiamavo alle cinque del mattino, figuriamoci se andavo a fare jogging.

Fortunatamente, il mio lavoro mi permetteva di gestire le cose da sola.

Una sposa chiamava per un servizio fotografico? Se fossi stata impegnata non sarei andata.

Quindi, i miei appuntamenti, se così potevo chiamarli, li gestivo io. Ed era fantastico non dipendere da nessuno.

Soprattutto in quel periodo che ero sempre molto stanca, nonostante non facessi assolutamente niente.

Nives mi aveva confidato che era stato così anche per lei cinque anni prima.

Ma mi sentivo fastidiosa quando tutto il lavoro doveva farlo mio marito.

Insomma, che razza di moglie ero se rimanevo la maggior parte del tempo a dormire?

Non che Aaron me ne avesse mai fatto una colpa, diceva che indossare i guanti per lavare i piatti lo facesse sentire sexy.

In realtà quell'uomo di trentacinque anni era ancora bellissimo come quando lo avevo conosciuto. Se non di più.

E, per la miseria, era un casino per i miei ormoni.

Avvertii le sue labbra posarsi sul mio collo e mugolai estasiata per quella piccola attenzione.

«Tesoro, la colazione è pronta.» Mi diede un bacio leggero sulle labbra. «Dovresti alzarti.»

Aprii un occhio. «Per forza?»

Ridacchiò. «Tra poco Nives e Nathan saranno qui e sai benissimo che il mio migliore amico ti darebbe il tormento dandoti della scansafatiche.»

Sbuffai aggrappandomi al suo collo e imbronciata dissi: «Il tuo migliore amico è un vero rompi palle.»

«Oh, credimi, lo so benissimo.» Mi diede un altro bacio sulle labbra. «Forza, in piedi.»

Mi prese per le mani e mi aiutò a sedermi.

Cercai di recuperare le ciabatte con il piede, ma non ci riuscii.

Perché erano sempre così lontane?

Cercai di prenderle con una mano, ma non ci riuscii nemmeno in quel caso.

Sbuffai. «Credo che dovresti darmi una mano.»

Mind (Soul spin-off)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora