Capitolo 15

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(Canzone consigliata: Out The Roof - Chase Atlantic.)

Aaron.

Passò anche Capodanno ed io non avevo ancora sentito Isabelle dopo quel messaggio a cui non aveva risposto.

Sinceramente non ero mai stato una persona che rincorre qualcuno che non vuole camminare al mio stesso ritmo quindi, dopo che non avevo ricevuto una risposta da lei, era come se in realtà me l'avesse data. Così, mi sono adeguato. 

Non l'avevo nemmeno più incontrata in giro per il campus. Io avevo ricominciato gli allenamenti, finalmente, quindi non avevo molto tempo libero. Probabilmente i suoi orari non combaciavano affatto con i miei.

Non che me lo sia chiesto comunque.

Ma mi sentivo... Sempre nervoso.

Parlavo poco e sorridevo quando dovevo, dire che fosse una cosa strana era dire poco.

Non ero mai stato una persona falsa, ma in quei giorni stavo imparando ad esserlo.

Perfino con Nathan.

Lui stava alla grande, era finalmente arrivato alla conclusione che la persona che voleva al suo fianco fosse Nives ed io non potevo di certo annoiarlo con tutti quei pensieri che non avevano nemmeno una spiegazione.

Non fraintendetemi, il rifiuto silenzioso di Isabelle mi aveva colpito dritto in fronte come una pallottola, ma tra me e lei non c'era stato altro che sesso quindi non davo a lei la piena colpa del mio comportamento.

E nemmeno ai miei genitori, passare le festività con loro era sempre stata una gioia per me.

Proprio non capivo quale fosse il problema e per uno come me che si distraeva molto facilmente, nemmeno il sesso era piacevole.

Quella sera eravamo al Dragon, ma Nathan era chiuso nel suo ufficio a compilare qualche scartoffia quindi ero solo quando la vidi arrivare.

Avete presente quella sensazione che ti fa girare la testa verso una direzione specifica senza un cazzo di motivo apparente?

Era stato proprio così.

Stavo chiacchierando con Ashley del più e del meno mentre bevevo il mio cocktail e mi ero girato verso le scale.

Lei era lì, che scendeva quei gradini come se fosse la regina di tutto il fottuto pianeta.

E lo era, per come era bella quella sera.

Portava un vestito viola di seta, credo, non molto corto e non era attillato. Il modo in cui quel tessuto morbido le accarezzava le cosce e i fianchi la facevano sembrare una visione. 

Ma la cosa che mi colpii più di tutto, era che aveva i capelli legati in un'acconciatura strana a cui non sapevo dare un nome che le metteva in risalto il viso. Avrei voluto toglierle quelle forcine dai capelli, mentre a ogni ciocca che avrei liberato avrei leccato la sua pelle come se fosse l'oggetto di ogni mio pensiero più oscuro. 

La sua pelle era luminosa quando veniva colpita dalle luci del Dragon e i suoi occhi sembravano due gemme.

Rideva con Nives per qualcosa che non capivo, ma che mi fece infuriare.

Lei non aveva mai riso così con me.

E, diamine, ero un tipo divertente io.

«Non mi dire...» Sentii ridacchiare Ashley alle mie spalle. «Anche lo scapolo più ambito del campus ha un cuore.»

Mi girai a guardarla con un'espressione accigliata. «Che intendi?»

«Isabelle sta calpestando il tuo cuore con il suo tacco dodici, amico.» Mi diede una pacca sulla spalla e tornò al suo lavoro.

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