(Canzone consigliata: The Other Side - Ruelle.)
Isabelle.
Avete presente quella sensazione di impotenza?
La stessa sensazione che vi fa sentire una nullità?
Quella era la stessa sensazione che provavo io mentre ero seduta per terra davanti alla porta di una Nives che si era chiusa da giorni.
E chiusa non solo nel senso che era dentro una stanza, ma anche nel senso che era intrappolata nella ragnatela della sua mente.
Ed io mi sentivo veramente uno schifo.
Non potevo aiutarla se lei non mi apriva quella dannata porta.
Perfino la sua compagna di stanza, Mona, era preoccupata.
Bussai di nuovo. «Tesoro... Aprimi, ti prego.»
Silenzio.
Quel silenzio che non vale affatto più di mille parole, ma un silenzio muto.
Ancora non capivo cosa fosse successo, si era chiusa nella sua stanza da quando era andata alla festa di compleanno della madre di Nathan.
Forse Nathan aveva dato il meglio di sé stesso quella volta?
No, Nives non si sarebbe mai chiusa in quel modo solo perché lui ne aveva combinata una delle sue.
«Smettila di bussare, Isabelle», disse Mona con una punta di rammarico nella voce. «Non ti aprirà.»
«Devo vederla», ribattei decisa guardando il suo viso quasi nascosto del tutto dai suoi enormi occhiali da vista.
Sospirò «Vieni a sederti qui, ti preparo un caffè.»
A malincuore, mi alzai da terra per andarmi a sedere al piccolo tavolino della loro cucina.
«Mona», la chiamai mentre era di spalle a preparare il mio caffè, «quando si deciderà ad uscire e io non sarò presente, potresti prepararle un cappuccino? È il suo preferito.»
Lei annuì dandomi ancora le spalle.
«Oh, e portala a suonare», aggiunsi mentre si girava verso di me per passarmi la tazza col mio caffè dentro.
Alzò un sopracciglio. «Suonare?»
Annuii. «Nives suona il piano, non l'ho mai sentita suonare ma so che è molto legata a quello strumento. Quando aveva un problema andava a rintanarsi nell'edificio di musica... Almeno fino a poco tempo fa.»
Monna annuì di nuovo.
«Grazie.»
Non parlammo di altro mentre mi gustavo il mio caffè, avevo sempre un orecchio teso verso la porta della mia migliore amica.
Avrei voluto rimanere lì, a costo di dormire su una sedia ma purtroppo avevo degli esami da dare e poi sapevo che per qualsiasi evenienza Mona aveva il mio numero.
Dopotutto, ci eravamo scambiate il numero per quel motivo.
Mi sentivo ancora uno schifo mentre uscivo dalla loro stanza ed entravo nella mia, in cui il silenzio era anche peggiore.
Quel solito maledetto ronzio del frigorifero mi fece ricordare quanto in realtà fossi sola, senza nemmeno più l'appoggio di mio padre.
I messaggi in segreteria che mi aveva lasciato dicevano sempre la stessa cosa: «Isabelle, ti prego... Rispondimi al telefono, dobbiamo parlare.»
Magari cambiava anche qualche parola, ma il senso di quello che diceva era sempre quello.
Avevo anche parlato con Jillian, inutile dire che non fosse affatto contenta di sentire quello che avevo da raccontare ma lei, come me, davanti ad una cosa di quel genere non poteva fare più di tanto.
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Mind (Soul spin-off)
Romance(SOUL SPINOFF) (SI CONSIGLIA LA LETTURA DI "SOUL" PRIMA DI LEGGERE LO SPIN-OFF) CONTIENE CONTENUTI ESPLICITI E NON ADATTI AI SOGGETTI MINORENNI. Isabelle. Una ragazza amante delle fotografia e dei libri, ma con un piccolo segreto. Aaron. Un raga...