Capitolo 24

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(Canzoni consigliate: Missed You - The Weeknd, Like That - Seamus D.)

Isabelle.

Era passato un mese.

Un mese in cui avevo incontrato Aaron solo per sbaglio nel campus.

Un mese in cui avevo fatto i conti con me stessa e con i miei problemi, a cui non riuscivo ancora a dare una soluzione.

Un mese in cui Nives aveva rischiato di farsi uccidere dallo psicopatico di Blake, ma alla fine aveva dimostrato quanto in realtà fosse forte e coraggiosa.

Un mese in cui la vita mi era corsa davanti gli occhi e nemmeno me ne ero resa conto.

Io ero ancora rimasta a quando avevo cacciato Aaron dalla mia stanza del dormitorio e non riuscivo ancora a capacitarmi di come lui non avesse chiesto spiegazioni.

Ma, in compenso, la festa a sorpresa per il compleanno di Nives mi aveva tenuta anche un po' occupata, oltre lo studio matto ovviamente.

Era passato così tanto tempo da quando avevo fotografato qualcosa o letto qualcosa. I libri sul mio comodino mi avevano guardato sempre con un certo dispiacere, ma non ero riuscita leggere di come un personaggio si innamorasse di un altro.

O di come il protagonista salvasse la protagonista dai suoi problemi.

Mi faceva sentire solo più sola e non mi era affatto d'aiuto.

Aaron era riuscito a rendere anche quella mia passione quasi crudele e priva di entusiasmo. Forse perché con lui quella piccola vita che avevamo creato chiusi in quattro mura, mi aveva fatta sperare che la vita dei libri potesse essere reale.

Come due persone riescono a trovarsi nonostante le divergenze e il disprezzo, come potesse essere facile aprirsi con un'altra persona e come potesse essere meraviglioso condividere lo stesso respiro.

Mi ero sbagliata.

Dio, quanto mi ero sbagliata.

Non era affatto meraviglioso condividere la vita con un'altra persona se poi la medesima ti voltava le spalle per andarsene dalla stessa porta da cui era entrata. 

E mentre ero nell'ufficio di Nathan, al Dragon, ad aspettare che lui portasse la mia migliore amica bendata, guardavo come quello stupido cappellino da festa di compleanno donasse tantissimo al viso di Aaron.

Maledizione, era attraente anche con quel cappellino ridicolo.

E dopo un mese che non ero riuscita a guardarlo negli occhi per più di millesimi di secondo, mi ritrovai a respirare in modo frenetico quando il suo sguardo si incastrò con il mio.

Come se i suoi occhi color cioccolato mi incitavano a correre da lui.

A stringermi a lui.

Ma non potevo farlo.

Non mi sarei resa così ridicola e disperata ai suoi occhi.

Anche se la sua mancanza in quel mese era diventata una compagnia.

E quando avevo avuto qualche mia crisi, mi aveva aiutata ripensare a come lui riusciva a farmi tornare lucida. Il modo in cui mi respirava sul viso e come voleva che sentissi il suo battito per indicarmi che non ero realmente sola.

Che era solo un brutto scherzo che mi stava facendo la mia mente.

Ed era così bello il modo in cui mi facevano sentire quei ricordi, ma allo stesso tempo non lo era.

Perché mi ricordavano quello che avevo perso.

O forse quello che aveva perso lui.

Ma non potevo non pensare che ci avessimo perso entrambi.

Mind (Soul spin-off)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora