Capitolo 29

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Isabelle

Quattro anni prima...

Ero appena tornata dall'ennesima seduta con la mia psicologa. Avevamo parlato tanto di come scrivere quel diario fosse liberatorio per me, in un certo senso lo consideravo quasi un amico. 

Forse l'unico che mi era rimasto. 

Ecco perché, appena aperta la porta della mia camera, mi fiondai verso il comodino per prenderlo e iniziare a scrivere. 


Caro diario, 

Oggi con la psicologa abbiamo parlato di tante cose. Quella che mi ha colpito maggiormente di tutto, è come lei abbia paragonato il mio cuore al vetro. 

Così fragile, ma così bello. 

E forse ha ragione, sai? Molte volte l'ho sentito scricchiolare invece che battere, come se anche lui fosse stanco di sopportare i miei pensieri autodistruttivi. 

Non è facile vivere nella mia testa, anzi lo odio. 

Dicono che vivere le emozioni in modo intenso sia bellissimo, ma solo perché non sanno realmente quello che significa. 

Ogni momento di felicità diventa beatitudine. 

Ogni momento di tristezza diventa afflizione. 

Come se un piccolo granello di sabbia potesse diventare una spiaggia intera nella mia testa. 

Percepire le emozioni così, in modo totalizzante, fa mancare l'aria

Ogni tocco sulla propria pelle è come se stessero accarezzando il sangue che mi scorre nelle vene. 

È tutto così intenso che a volte mi chiedo se riuscirò mai a sopravvivere a loro. 

A sopravvivere al dolore del lutto di mio nonno. Al dolore dell'abbandono della mamma. 

Perché, nonostante io la odi, mi manca in modo crudele. 

Ogni passo, ogni respiro, mi fa sentire inadatta per chiunque

Mai abbastanza brava, o simpatica. 

Mai abbastanza bella, o intelligente. 

Mai abbastanza. 

E il mio piccolo cuore di vetro certe volte penso che non reggerà, che tutto questo dolore alla fine non sarà servito a niente. 

Ci sono state giornate buone, in compenso. Giornate in cui sono riuscita a sorridere un pochino e riuscita a seguire le lezioni con attenzione. 

Ma ogni volta che ho sorriso, che ho pensato di poter stare meglio, mi sentivo in colpa. Perché, in un certo senso, se non sono abbastanza è giusto che io soffra. 

È giusto che io mi senta sola a combattere una guerra con me stessa tutti i giorni. 

Forse sono solo melodrammatica oggi, non lo so. 

Ma vivere le emozioni in questo modo fa veramente schifo. 

Mind (Soul spin-off)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora