Capitolo 1

9K 372 146
                                    

(Canzone consigliata: Girlfriend-Bea Miller)

Isabelle.

Non sempre è facile scendere a patti con sé stessi, scegliere di seguire un percorso diverso oppure, semplicemente, sorridere al riflesso che si vede nello specchio. 

Io non ero mai riuscita a vivere la mia vita davvero, fingevo costantemente di essere la ragazza esuberante e divertente. Ma, in realtà, quello che desideravo era solamente nascondermi nelle mie lenzuola e crogiolarmi in quel tepore che non mi avrebbe mai fatto del male. 

In realtà, cercavo di esorcizzare i miei demoni con sorrisi regalati anche a sconosciuti. Ma dentro di me sentivo di star morendo, un respiro alla volta. 

Avvertivo la costante paura che le persone avrebbero potuto scoprire la verità su quello che ero, su chi ero. 

Io non funzionavo bene, da tempo ormai. 

E quella sera mi sentivo perfino peggio rispetto agli altri giorni, ma non saprei spiegare il motivo. A volte mi capitavano delle giornate buone, ma il calendario segnava più quelle negative. E, per continuare a tenere la mia farsa in piedi e non far capire a Nives che in realtà stavo implodendo, avevo acconsentito per andare con lei al Dragon. 

Molto spesso i luoghi chiusi e pieni di chiasso erano un incubo per me, ma continuavo a fingere che andasse tutto bene. Avevo il pensiero costante che se avessi finto di stare bene, poi sarebbe stata quella la mia verità. 

E dopo un cocktail per riuscire a sciogliere i muscoli contratti della mia schiena, decisi di prendere il toro per le corna e distrarmi del tutto. 

Quindi, stavo baciando uno sconosciuto.

No, rettifico... Stavo pomiciando con uno sconosciuto.

E in un bagno di un locale.

I suoi capelli tra le mie dita erano morbidi ma in alcuni punti più rigidi, come se avesse usato della lacca per acconciarli.

Le sue mani si muovevano esperte sul mio corpo, come se lo stesse plasmando a suo piacimento.

La sua lingua cercava di sottomettere la mia in un modo talmente osceno che mi fece arricciare le dita dei piedi.

Il muro freddo alle mie spalle, era l'unica cosa che riusciva ancora a tenermi ancorata nel posto dove mi trovavo.

Ci sapeva fare. Sapeva quando aumentare la stretta sui miei fianchi, sapeva come accarezzare la curva del mio fondoschiena, sapeva quando e come mordere le mie labbra.

Non avevo dubbi sul fatto che fosse un donnaiolo, lo si capiva dalla sua maestria nel giocare con il mio corpo. E l'avevo capito da come muoveva il suo corpo a ritmo di musica sul mio, pochi istanti prima.

Stavo davvero facendo quelle cose in un bagno pubblico? Oh, sì.

Assolutamente sì.

E la parte divertente -oppure preoccupante, dipende dai punti di vista- era che non me ne importava nulla.

Non mi importava se qualcuno sarebbe potuto entrare in quel bagno, stranamente pulito aggiungerei. Non mi importava se agli occhi di quello sconosciuto fossi passata per una poco di buono.

Ma, soprattutto, non mi importava se l'ansia fosse tornata a bussare alla mia porta quella sera.

Mi sentivo audace, sexy e desiderata come solo uno sconosciuto può farti sentire.

Le sue labbra si spostarono verso il mio orecchio, per poi sussurrare con una voce che sembrava fumo: «Non so ancora il tuo nome.»

Ridacchiai. «Non è necessario che tu lo sappia.»

Mind (Soul spin-off)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora