Capitolo 30

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(Canzone consigliata: Life I'm Over You - Zevia.)

Isabelle.

Quella notte non ero riuscita a dormire e Aaron non si era presentato nel mio letto.

Ero stata da sola e non ero riuscita a smettere di pensare che, forse, non serviva che partissi prevenuta su tutto.

Ma avevo la paura costante di soffrire ancora, e ancora. E non dicevo che Aaron fosse una cattiva persona, ma a volte anche le persone migliori creano dei problemi.

Lui aveva sempre amato la sua vita da scapolo, e io chi ero per fargli cambiare idea del tutto?

Andiamo, non ero nemmeno come Nives. Lei era tremendamente sensuale in qualsiasi cosa faceva o diceva, era coraggiosa e sempre pronta ad affrontare i problemi prendendoli per le palle.

Io ero tutto il suo contrario.

Ero impacciata e paurosa della vita, soprattutto perché avevo sempre il timore che le mie crisi avrebbero bussato alla mia porta.

La vita da persona ansiosa era veramente una merda.

E secondo me, la mia migliore amica aveva capito qualcosa visto che il giorno dopo mi aveva aiutata a fare la valigia per tornare al campus.

In silenzio.

Non avevamo proprio parlato di niente.

E, in quel momento, mentre ero seduta sul sedile del passeggero e lei guidava, mi sentii un po' a disagio.

Ma per non per il silenzio che ancora aleggiava tra di noi. Perché sentivo che era arrivato il momento di raccontarle seriamente come stavano le cose.

«Ehi, Niv.» Mi schiarii la voce e lei si voltò un secondo per guardarmi prima di tornare con gli occhi sulla strada.

«Ti ascolto, Isy.»

Così, iniziai dal principio.

E le raccontai anche tante altre cose che ad Aaron non ero stata in grado di dire.

Forse per vergogna, non lo sapevo con certezza.

Le spiegai quali erano i miei pensieri più ricorrenti e convenimmo entrambe col fatto che fossero autodistruttivi.

Le dissi che a colte non era facile alzarmi dal letto la mattina e che c'erano stati dei periodi in cui non avevo nemmeno voglia di farmi la doccia o di lavarmi i denti.

Le confessai che la maggior parte delle volte non riuscivo a stare in posti affollati e avevo difficoltà ad uscire da casa. E il fatto di essere andata in un campus che non era dietro il mio palazzo, mi aveva un po' aiutata ad uscire dal guscio.

E, infine, le confessai che tutte le volte che eravamo andate ad una festa o al Dragon, per me era stata una sfida. Quindi avevo sempre cercato di passare per la ragazza spensierata, sensuale ed euforica.

E aveva funzionato.

Cazzo, funzionava alla grande quando fingevo di essere un'altra persona.

Ma non era salutare.

Per niente.

«Perché non mi hai mai detto queste cose? Ti sarei stata più vicino.» Il dispiacere era rampante nella sua voce.

Sospirai. «Non volevo che mi guardassi con occhi diversi, Niv.»

Lei si girò a guardarmi con gli occhi spalancati dallo stupore. «Non ci riuscirei nemmeno se volessi. Sei la mia migliore amica, Isy. E il tuo modo di vedere il mondo non riuscirà a cambiare questo.»

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