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Esco dal bagno e mi dirigo in camera mia
Mi sdraio sul letto, in posizione fetale, non tento nemmeno di fermare le lacrime che hanno preso a scorrere copiose sul mio volto e come mi aspettavo, nessuno varcò la soglia...

Come ho potuto...

Tento di coprirmi il volto con gli avambracci,

Come... Come ho potuto dubitare di lui?
Perché l'ho fatto?
Io... Ho avuto paura... Ho paura... Tutt'ora e la mia paura paura più grande è sempre stata una...

...Me stesso...

Perché ho paura di ciò che potrei fare...

ho paura... Delle mie azioni

Ho paura di quella reazione uguale e contraria che si scatena ad ogni singolo respiro...

Ho paura del battito d'ali che scatena un uragano dall'altra parte del mondo...

Sì... Ho paura... Che ogni mia sillaba ogni vocale che la mia bocca prova a pronunciare porti inesorabilmente a delle conseguenze...

Ed io... Ho paura di quello che potrebbe accadere...

Ho paura di stare bene...

Sì stavo bene fra le sue braccia,

stavo bene... Quando le sue mani mi accarezzavano i capelli...

Stavo bene quando sussurrava al mio orecchio parole la cui conseguenza mi scaldava il cuore...

Stavo bene quando dopo anni ho rivisto mani posate sul mio corpo per non farmi male...

Ed io...

Ho avuto paura...

Perché quando si sta bene, è normale che prima o poi si torni a stare male...

Ed io, ho avuto paura di sprofondare ancora nel dolore...

Paura di allontanarlo, paura di perderlo e stare male... Di nuovo... Come con kacchan...

Paura di tornare a soccombere...

Paura di rivedere la mia ombra...

Paura che qualcuno tornasse a farmi male...

Male...

È per questo che me lo sono fatto io...
È per questo che ho detto quelle cose orribili...

Ho fatto male a lui, ho fatto male a me...

Perché... Il male è meno doloroso quando te lo autoimponi...

Sono abituato a quella sensazione...

Sono abituato a sentire il dolore sopra e dentro di me...

Come invece, non sono abituato all'amore...

E ho avuto paura, di infangare quel sentimento...

Ho avuto paura di come il mio corpo, la mia mente, la mia anima, poteva reagire a non sentire più quel senso di vuoto che mi attanaglia lo stomaco...

Paura di non sentire più il freddo scavare nelle ossa...

Perché ha ragione Tenko... Non si può ripulire il catrame che scorre col sangue nelle vene in poche ore...

Ci vuole tempo...

Ci vuole coraggio... Ed io non ne ho mai avuto abbastanza...

Non ne ho mai avuto per ribellarmi a kacchan...

Per paura che l'ago della bilancia, che segna il confine del dolore a cui sono abituato, piombasse, in un secondo, al punto di non ritorno...

Ed ho avuto paura che quello stesso ago pendesse dal lato opposto...

lasciandomi la paura costante di perdere la speranza... Di perdermi nello stare bene...

E con questa paura... La bilancia ha finito per rompersi del tutto...

Rimanendo, così, definitivamente solo, in un limbo che non tenderà più né a destra né a sinistra....

Con un ultima lacrima, chiudo definitivamente gli occhi, e stringendomi una mano a livello del cuore, mi addormento, ponendo fine, ai tormenti della mia mente, lasciandola così piena, di rotoli mai aperti e paure inesplorate, bloccato all'interno di una scatola che ho paura di aprire...

Non so quanto tempo sia trascorso, non so se sono passati secondi, minuti, o ore...

Ma quando riprendo conoscenza, sento qualcosa di rassicurante e familiare accarezzarmi i capelli...
Mi spingo verso quel contatto, mi piace questa sensazione... Il petto, fa meno male...

Un sospiro colpisce le mie orecchie e quando la sua voce mi raggiunge i miei occhi decidono di aprirsi

T: "ti ho inseguito per dieci anni, non ti lascerò andare per questo"

Di fronte a me, Tenko mi porge la mano, stretto fra le dita, un singolo fiore...

Di fronte a me, Tenko mi porge la mano, stretto fra le dita, un singolo fiore

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