cap6: imprinting

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Ed eccolo lì, il grande e allo stesso tempo, pesante giorno. Era una serata estiva, non troppo calda, ma neanche troppo fresca. C'era una festa di compleanno nel giardino di casa Tsuki, ma non una festa qualunque, bensì quella del principino. Era il tramonto, e i colori degli abiti sgargianti risaltavano all'occhio. Alla festa c'era anche la famigliola di Yuki, nonostante questa avesse avuto dei problemi con quella del festeggiato. C'era chi si occupava del buffet, chi dei regali e chi dell'intrattenimento. Coen era seduto su una panchina mentre aspettava Er con i frappè alla vaniglia. Ma cosa ci faceva Coen alla festa? Per saperlo bisogna fare un passo indietro di almeno due settimane prima...

|music- stolen dance: Milky Chance|

Erkiria e Coen erano usciti assieme per andare a mangiare in un fast-food. Uno dei migliori in città: il Flurry Bar.

<<Quindi? Tu che prendi albina?>> Coen stava fermo a guardare i fogli del menù appesi al muro. Da quando aveva conosciuto Er, si era preso l'abitudine di chiamarla "albina" solo per infastidirla, il che lo divertiva, ma lei l'odiava.

<<Potresti smetterla di chiamarmi così? Sei fastidioso! Io un nome l'ho>> lei lo guardò negli occhi piagnucolando. Ma lui rise, e lasciò perdere ciò che lei aveva detto, insistendo. Erkiria adorava la sua risata, e la sua voce la faceva sciogliere ogni volta che la sentiva.

<<Esatto, ed è ALBINA>> il modo in cui lo sottolineò era stressante per Er, ma non le importava, perchè in fin dei conti... era Coen, insomma, era il ragazzo che le piaceva dal primo sguardo dato. Lui rise ancora e poi ritornò a guardare il listino, aggiungendo: <<a proposito, non mi hai detto cosa prendi, non vorrei mai che vostra altezza degli albini...mi tagliasse la testa per averla copiata, giusto ERKIRIA?>>. Evidentemente la provocava per vederla nervosa. Un vero sadico. Doveva controbattere prima di esplodere.

Er ringhiò e rispose in tono seccato:<<un frappè alla vaniglia, BIONDO>>

<<Che sei tenera! Cerchi di provocarmi? Hai molto da imparare, comunque offro io...come sempre. Prendo un FlurryBurger, ah, un'ultima cosa: io non sono biondo, sono SEMI-BIONDO, queste sfumature, sono reali e non tinte>> Scodinzolò e andò al bancone sventolando cinque WolfCoin*, lasciando Er a bocca aperta e da sola con lo stress.

Non appena seduti, Er iniziò a rubare le patatine dal piatto di Coen. Questo se ne accorse subito e tirò verso di sè il bicchiere del frappè di Er e bevve dalla cannuccia ridandoglielo indietro. Lei spostò più volte lo sguardo dal frappè a quello di lui che sorrideva convinto. Perchè avrebbe dovuto fare una cosa simile? Le patatine erano un conto, ma bere dallo stesso bicchiere...sarebbe stato un bacio indiretto. 

|stop-music|

<<Non lasciare il tuo pasto albina...insomma, non pensi a quei poveri piccoli che non possono averne?>>Er percepiva che qualcosa non andava, non era mai stato così antipatico, anche se in fondo la cosa la divertiva. Lo guardò ancora poi prese il bicchiere e bevve.

<<Ok, ne approfitto per dire una cosa: ti amo!>> sorrise guardandola negli occhi. Era sincero, forse troppo poichè Er gli sputò il frappè in faccia seguita da dei colpi di tosse. Lui strizzò gli occhi asciugandosi con un tovagliolo e ridendo di gusto.

<<Cosa? Cough cough, puoi... puoi ripetere? Sai ero occupata a strozzarmi col frapp-cough-pè>> disse lei colta di sorpresa mentre si asciugava la bocca.

<<Ottimo come primo bacio...comunque ti amo, ma non ho ben capito se il quadro che mi hai dipinto sulla faccia sia un no o un NO assoluto...>> 

Lei non si trattenne più di un secondo, si alzò corse da lui e gli diede un bacio a stampo per poi abbracciarlo ed esultare.

Ma tornando al presente...  

Erkiria tornò da Coen con i frappè presi al tavolo del buffet, si sedette e gli diede un bacio. Kuro e Yuki giocavano ad achiapparella, correndo tra tutti gli invitati e le decorazioni rosse sparse ovunque. Dopo un po' Grace chiamò tutti gli invitati a sedersi:gli adulti sulle sedie e i bambini nel prato di fronte al tavolo dei regali. Accanto a lei c'era un uomo dai capelli folti e neri, alto, aveva la barba e gli occhi rossi che il sole rendeva più chiari e meravigliosi. Altri due bambini stavano ai lati del tavolo: tutti e due con i capelli neri, uno con occhi verde smeraldo e uno con gli occhi ambra, uno con i capelli tirati all'indietro più ordinati ed uno con i capelli più disordinati. Erano i fratelli gemelli di Kuro, che intanto impacchettavano le cose e le infilavano in auto. Una sorta di catena di montaggio.

Era giunta la sera.

L'uomo, nonché Re di Lupesia e padre di Kuro, di nome Shiro, passava i regali alla moglie che leggeva i nomi ad alta voce. Erano tutti tranquilli, avevano un sorriso stampato sulla faccia, e man mano i regali venivano scartati, più cresceva la gioia degli invitati...ma svaniva in quella di Yuki e Kuro. I due sapevano benissimo che di lì a poco, si sarebbero dovuti salutare e dirsi addio.

<<L'ultimo regalo della serata ragazzi!>> disse Shiro alzando un sacchettino di quelli ricoperti di cartone, che si trovano nei supermercati nelle settimane natalizie. Questo però, non sembrava scialbo come gli altri, era molto accurato e ordinato: non aveva scritte colorate di buon compleanno, non c'era scritto il nome del mittente con una penna a caratteri cubitali, neanche una minuscola piega di stropiccio sugli angoli, non c'era ombra di graffette per la spillatrice. Un sacchettino viola con varie sfumature, con un unico fiocco bianco ad indicare la chiusura.<<Amore? Non vedo il nome, di chi è?>> disse Grace girando più volte il sacchetto per poi guardare suo marito. Kuro però l'aveva capito, e guardò avanti a sè tra la folla. Vide la piccola Yuki in piedi, con un sorriso che esprimeva malinconia. Aveva le orecchie abbassate e la coda tra le gambe. Lui incrociò per un attimo il suo sguardo: era lo sguardo di chi sapeva, lo sguardo che gli strinse di più quel filo che aveva attorno al cuore e la cosa gli fece molto male. Nuotava in quegli occhi che sembravano l'infinito, e per quei pochi secondi in cui vi era dentro, fece l'imprinting. Vide loro due insieme, sembravano adulti, erano fermi a guardarsi negli occhi, sempre più vicini.

<<È mio...>> quelle parole lo riportarono alla realtà. Il regalo era di Yuki, la quale tornò composta, ma delle lacrime le rigavano il viso che arrossì leggermente. 

Kuro guardò sua madre posargli il regalo davanti. Lo aprì con delicatezza ed estrasse una lettera, anch'essa molto ordinata. A tenerla chiusa vi era l'adesivo di un cuore. Sopra non vi era scritto molto, se non una semplice richiesta: "aprila quando sarai pronto a ricordarmi". La madre non badò a spese, prese la lettera dalle mani di Kuro e per scherzare disse:<<che carina! Vediamo ciò che c'è scri->>. Non fece in tempo a parlare, poichè con la coda dell'occhio notò che Kuro era nervoso e i suoi occhi stavano cambiando colore, nonostante il suo volto sembrasse indifferente.

<<No mamma, la vedrò un'altra volta...>> concluse guardando verso Yuki, sorridendo e scodinzolando lentamente.


*WolfCoin: valuta di Lupesia, il suo valore è pari agli euro

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