cap20: un altro Re

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Quello stesso giorno nel cortile della scuola, Menila stava seduta su una fontana a pranzare attendendo che la sua migliore amica venisse da lei. Passò un'ora, ma ancora niente; poi due ore, tre, ma Yuki non veniva. In quel frattempo di attesa, Menila le aveva inviato moltissimi messaggi e chiamato un paio di volte, ma non riceveva risposta. Finché mentre aspettava, qualcuno in piedi accanto a lei disse:

«Sei qui da sola?»

Menila sobbalzò per lo spavento, poi si girò alla sua sinistra e vide un ragazzo: alto, slanciato, capelli neri come la pece riportati all'indietro con pochi ciuffi tinti di verde che gli cadevano davanti gli occhi. Lo scrutò da capo a piedi, soffermandosi proprio sui suoi occhi; erano talmente ambrati che il sole primaverile li fece diventare quasi dorati. Aveva un volto familiare, forse l'aveva già incontrato da qualche parte....

«Oh, scusa non mi sono presentato. Ci siamo già incontrati quando sono arrivato in questa scuola, anche se forse ci siamo visti di striscio. Sono Aki, il fratello dell'attuale Re di lupesia» Menila stava per parlare e ricambiare la presentazione, quando venne interrotta dal ragazzo che le sorrise facendo arrossire le sue gote. «tu devi essere Menila Luor giusto?»

Menila era un po' confusa e chiese come Aki riuscisse a sapere del suo nome nonostante non si fossero mai incontrati. Lui rispose che aveva sentito già il suo nome, e poi era sempre appiccicata alla sua migliore amica, che stava anche a contatto col fratello maggiore seppur leggermente in modo ostile. Ora che le idee erano chiarite, lo fece sedere vicino a sé e provò a conoscerlo meglio nonostante le voci dicessero già tutto: principe di Lupesia, bellissimo, ricco, fratello del Re, grande combattente, potere incredibile e tanto altro.

«Uhm...per cominciare, perché non hai la giacca?»

«Volevo stare un po' più comodo, e poi con una così bella giornata non mi sembra il caso di andare a sudare soltanto per la conformità della scuola. Inoltre ricordati che il preside è stato obbligato a dare le dimissioni da mio fratello, che è il Re di questo enorme impero e quindi anche di questa scuola, quindi non gli importa più di tanto se qualcuno viene in divisa o meno»

«Ho capito, e...tu che ruolo avresti esattamente nella sua vita?» Menila spostò leggermente il capo all'in giù, abbassando un orecchio in modo curioso.
Aki la guardò e fece un leggero sorrisetto sarcastico, scosse il capo e disse:«beh...intendi oltre ad essere il fratello più responsabile tra i 3? Diciamo, che controllo che i cittadini rispettino le regole emanate da mio fratello, che per la precisione non sono quelle quattro dette all'inizio, sono molte, molte di più. In più devo assicurarmi che gli altri regni siano in totale pace con noi; sai, cose così. E percepisco perfettamente dal tuo sguardo che stai per chiedermi cosa faccia Buro in tutto questo, vero?»

Menila annuì freneticamente mentre il cielo iniziava pian piano ad imbrunire e il coprifuoco diventava sempre più vicino. Aki prima di rispondere guardò per aria, poi tornò a guardare la ragazza che era ancora in attesa di risposta. Sorrise, ma stavolta in un modo più sincero, si alzò e mentre andava via, disse:

«Buro non è più di un semplice rompipalle, il suo compito è solo quello di organizzare eventi se c'è da organizzarli. E in casi assolutamente eccezionali, è la guardia del Re. Ora va, il coprifuoco è scoccato da due minuti e tu stai ancora qui a perdere tempo»

Effettivamente era tardi. Erano le 18:03 e alcuni alunni si stavano già incamminando verso i loro dormitori. Menila non aveva idea del perché il coprifuoco fosse rimasto lo stesso dall'arrivo del Re: insomma, se doveva cambiare le cose poteva anche tardare quell' assurdo coprifuoco, così che le persone potessero andare a mensa mangiare qualcosa e tornare in camera. Ma forse era meglio così, poiché la sera, tra i corridoi illuminati, le ampie mura e i tappeti rossi, la sera scorrevano moltissimi carrelli portati dai bidelli con la cena come se il dormitorio fosse un vero e proprio hotel.

Lila arrivò finalmente di fronte al dormitorio e guardò in alto osservando la struttura imponente a 6 piani. Dall'esterno il posto sembrava una gigantesca villa di altri tempi, ben curata e con una certa eleganza. Le pareti erano in cemento intonacate di un giallo leggero, esse erano coperte da un tetto spiovente a tegole rossastre; il portone che portava al giardino era aperto, così come le grandissime porte in ebano e decorate con leggeri ritocchi dorati ai lati. La bionda si fece avanti e si guardò attorno alla ricerca della possibile presenza di Yuki. L'interno del palazzo era piuttosto elegante: pareti che presentavano enormi quadri famosi e che ricoprivano quasi 6 metri della parete; colonne per sostenere il peso della struttura con scanalature circolari e a spirale lungo tutto il fusto, colorate di un bianco sgargiante che risaltava il colore delle mura; vi erano lunghissimi tappeti rossi che segnavano il percorso che dovevano fare gli studenti per giungere alle rispettive camere lungo tutto il parquet dello stesso materiale della porta. I lampadari in diamante e parti in vetro con delle lampadine a luce calda illuminavano l'ambiente, rendendolo accogliente e rilassante per certi versi. Al centro della sala, a partire dal muro anteriore alla porta, si faceva strada poi un lunghissimo vano di scale con il corrimano e ringhiera con lo stesso marmo bianco delle colonne; ai lati di esse si trovavano 4 ampi ascensori per gli alunni meno fortunati e i bidelli quando portavano la cena. La sala principale era piena di tavolini e divanetti per passare il tempo, mentre i piani superiori seppur vagamente simili presentavano più stanze di quanto se ne potessero immaginare. Lila salì le scale ricontrollando dall'alto se non si fosse persa una chioma bianca tornare in camera, ma non vide nessuno, così andò dritta in camera.

La stanza delle due amiche si trovava al quarto piano, era la numero 4029. Era una stanza ordinata e semplice: c'erano due letti in entrambi i lati della stanza, con coperte blu e azzurre, qualche foto di qua e di là tappezzata per la stanza, qualche poster e tra i due letti, piantata al muro vi era una scrivania bianca piena di libri scolastici e non.
La ragazza stremata dalla giornata, durante la quale ebbe atteso l'amica fino a quel momento, si buttò sul suo letto portando l'avambraccio agli occhi per riposare. Ma proprio quando stava per addormentarsi, bussarono alla porta. Pensava fosse il servizio in camera, e invece...

«Non hai idea...di cosa sia successo oggi...» Yuki era ferma sull'uscio della porta, con uno sguardo simile a quello di chi ha incontrato un fantasma per la via. «è giunto un nuovo Re»

L'amica la fece entrare e sedere sul letto preoccupata e nervosa allo stesso tempo. Le porse una bottiglietta d'acqua presa dal comodino e si sedette vicino a lei portandole una mano sulla spalla.

«Che cosa è successo? Dov'eri? Hai idea di quanti messaggi ti abbia inviato?» ma Yuki non le rispose. Gli occhi erano spalancati e quelli che solitamente erano degli occhi dalle sfumature color dell'infinito, ora si erano trasformati in cupi buchi neri. Erano occhi colmi di paura, sconforto e preoccupazione per il futuro. Le labbra rosee erano semi-aperte come se volessero parlare, ma invece adesso tremavano. Menila lo capì e trascinò le spalle dell'albina a sé facendole poggiare la testa sulla sua spalla e le disse con voce dolce e materna:«oh cara, cosa ti è successo...?»

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