cap30: Syf

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Quella stessa mattina, Yuki si svegliò nella stanza di Kuro, ancora scombussolata dal giorno prima. La testa le faceva male e la nausea aveva preso possesso del suo corpo. Si portò le mani tra i capelli cercando di ricollegare gli eventi, quando qualcosa le scorse tra le mani. Le portò davanti agli occhi e le osservò attentamente: gocce d'argento le cadevano giù dalle dita, capendo di cosa si trattasse. Spalancò gli occhi in un'espressione inorridita, ma per testare se la teoria fosse vera, provò a creare una semplice sfera di ghiaccio. Effettivamente una sfera si creò, ma durò per circa tre secondi. Riprovò ancora e ancora, ma tutto ciò che ottenne fu una sfera liquida che si scioglieva ogni volta, finendo sulle coperte. Ad un tratto qualcosa come un panno, le cadde sulla testa. Alzò la testa arrossendo di colpo, di fronte alla vista di Kuro, in piedi di fronte al letto che la guardava divertito. Era a petto nudo e aveva ancora le bende addosso.

«Potresti smetterla di sporcarmi il letto con quel liquame che fuoriesce dalle tue mani? Ti prometto che quando sarà natale, potrai rendermi le lenzuola a tema, ma non ora. Non voglio argento»

«Sei veramente volgare» disse debolmente la ragazza prendendo il panno dalla testa per asciugarsi.

«Ma buongiorno anche a te, cara! E soprattutto, non c'è di che per averti ospitata in camera mia stanotte!» rispose il Re con tono ironico. Aveva intenzione di prenderla in giro ancora per un bel po', almeno finché non arrivava chi aveva chiamato. Oggi, era il giorno in cui Yuki sarebbe finalmente stata curata.

«Eh?! Lo sapevo che eri un maniaco! Cosa mi hai fatto? Perché non ho la mia uniforme addosso?! Che fine hanno fatto i miei poteri?! Sei stato tu? Giuro che stavolta non ti-»

«"Perdono"? È questo che vuoi dirmi? Va bene procediamo con calma... Vedo che ti sei svegliata male e non so se sia un effetto collaterale del neutralizzante o... Dimmi YuYu, hai il ciclo? È così che lo chiamate voi donne, giusto?» il corvino si sedette accanto a lei toccandole la coda come un probabile antistress.

«Non...non toccarmi la coda! E...mettiti una maglia quando parli con me! E rispondi, non ho un bel niente idiota!»

Dopo una leggera risata Kuro si scostò dalla ragazza, che gli tolse la coda di scatto, iniziando a parlarle di ciò che era successo il giorno prima, parlandole del neutralizzante, cercando di non farla andare più in panico di così, dello scontro con Ende, del fatto che fosse svenuta e di come tutti si fossero presi cura di lei fino al suo ritorno. Ma di come lo spiegava, sembrava mancasse qualcosa, e Yuki lo aveva intuito, ma non disse nulla. Kuro non era pronto a parlarle del loro passato, di ciò che aveva scoperto...non era semplicemente il momento. Preferiva farlo in un momento che non fosse così delicato. Per un attimo, sentiva come il bisogno di chiederle di andare a cena fuori, ma se non era il momento giusto per parlare del passato, figuriamoci se lo fosse per chiedere una cosa così sciocca come un appuntamento. Mentre lui spiegava ogni cosa con calma, Yuki volle darsi un'occhiata in giro, senza alzarsi però, era troppo debole per camminare, e ora sapeva il perché con certezza. I suoi occhi caddero su quella foto in cui mancavano i volti di due persone. Vide Kuro da bambino insieme ai suoi fratelli, e dedusse dunque che i volti mancanti erano dei genitori, ora però voleva sapere il perché non erano presenti, anzi erano stati strappati via. Piccoli frammenti di ricordi inerenti ad una festa di compleanno le riempirono la mente, essi furono tuttavia completi, quando vide un pupazzo a lei familiare sulla cassettiera. Certo erano ricordi sfumati e poco chiari, ma le domande che aveva da porre dovevano essere giuste a chiarire la questione. Ma giusto quando stava per aprire bocca e chiedere tutto ciò che le passava per la testa, Kuro la fermò alzandosi e carezzandole una spalla con dolcezza andando verso la porta.

«Non dovresti avere altre domande YuYu, ho già risposto ad ogni tua richiesta...» aprì la porta poiché sapeva che oltre ad essa vi era il fratello con l'antidoto pronto accompagnato da Menila «anche quelle che non hai formulato; ora, pronta a guarire?»

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