cap12: rottura

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Aki arrivò dopo circa 3 giorni di viaggio di fronte al portale di Hōei. Il suo mantello era ormai rovinato da alcune battaglie durante il viaggio, il suo volto e le sue braccia ricoperte da graffi e lividi. Aveva il fiatone ed era stanco, ma riusciva ancora a stare in piedi. Il sole che tramontava rendeva i suoi occhi più vivi e dello stesso colore del miele; con l'unica differenza, che il suo carattere era più amaro. La spada di cristallo spezzata in due rifletteva la luce del portale e i volti crucciati e seri delle guardie.

<<Alt, identificati straniero! Palesa le tue intenzioni!>> disse una delle guardie puntando la lancia a quattro punte.
Aki scrutò la guardia con uno sguardo stupito, era troppo stanco per reagire in modo irritato, quindi seguì semplicemente le indicazioni della sentinella.
<<Sono Aki, un Lupesiano venuto a fare un dono al vostro Re>> disse il povero viandante stremato.

Il custode rispose: <<Bene, "Aki" mi faccia subito vedere tale dono per il nostro sovrano>>

Aki fece una faccia indispettita, poi nascondendo la spada sotto il mantello e toccando l'elsa della spada, immise la sua magia su di essa e la ricoprì di foglie e rampicanti, che formarono anche il resto della spada che era stato spezzato. Tese una mano per porla alle guardie, facendo un sorrisetto beffardo. Una delle guardie si avvicinò per prendere quel dono dall'aria sinistra, ma anche affascinante. La guardia tolse il mantello dal dono scoprendo la sorpresa.

<<Ma che cosa è questa cagata?>>

Le guardie si misero a ridere e Aki per reggere il gioco disse:

<<Cagata? No no, non lo è affatto signore; vedete, questa spada d'erba è in grado di creare qualsiasi tipo di pianta, sono sicuro che potrà essere utile al vostro regno. E non solo per effetto estetico, ma anche in battaglia se usata correttamente può sconfiggere in men che non si dica i nemici>>

I due sorveglianti tornarono a ridere e chiesero ad Aki una dimostrazione di quel potere. Allora il ragazzo si accorse, che mostrare quel potere ai due uomini, era l'unica soluzione per passarla liscia. Tornò a impugnare la spada e renderla verso un piccolo sentiero sterrato, usò il suo potere e di colpo, il terreno si riempì di fiori ed alberelli. Poi puntò la spada verso un cinghialotto che brucava l'erba tranquillo. Lo rinchiuse nei rampicanti che si riempirono di spine diventando rovi per poi infilzarlo fino a farlo morire dissanguato.

Le guardie guardarono con stupore quel macabro spettacolo, si misero a fissare il Lupesiano e poi gli diedero il permesso di entrare ad Hōei. Aki entrò nel portale e arrivò alla città, dopo essersi guardato attentamente attorno e aver notato che nulla era cambiato dalla sua ultima visita, si incamminò per il castello.

<<Sire, c'è un viaggiatore fuori dal portone che vorrebbe parlarvi, lo faccio accomodare?>> Disse un servitore.

Ende con un veloce gesto della mano, diede il permesso. Quando vide Aki, fece una faccia mista tra il disgusto e lo stupore. Si alzò lentamente dal trono e andò verso di lui con passo lento, ma deciso, gli poggiò una mano sulla spalla, cercando di nascondere il suo ribrezzo. E gli propose in modo impacciato di fermarsi a cena.

<<Come mai questa cortesia? Di solito sei molto più arrogante, Ende...>> Disse Aki scostandosi la sua mano di dosso con quasi prepotenza. Poi si tolse il cappuccio, ringraziò e si avviò per una delle stanze, seguito frettolosamente da due servi con in mano degli abiti eleganti. Ende si fece dare un asciugamano per pulire lo sporco del mantello di Aki dalle sue mani, per poi andare a scegliere il menù della cena, irrequieto.

Aki arrivò nella sua stanza e nascose la spada di cristallo spezzata sotto il letto. Si tolse il mantello buttandolo per terra di fronte al letto, prese gli abiti eleganti dai servi chiudendogli la porta in faccia e andò a lavarsi. Poco tempo dopo, mentre il viaggiatore si stava lavando, un servo entrò per sistemare la stanza disordinata. Raccolse i vestiti da terra, uno ad uno, fino al momento in cui togliendo da terra il mantello, si accorse che sotto al letto c'era un oggetto. Il demone fece uno sforzo per raggiungere quell'oggetto, ma si fece un leggero taglio al dito. Allora confuso, si aiutò con un'asta prendiabiti e prese quell'oggetto che si rivelò essere la spada di cristallo, che da tempo era scomparsa dalla città di Hōei. E il servo di Ende, si ritrovò scioccato nel vedere quel tesoro nazionale ormai spezzato.

Più tardi durante la cena, Aki ed Ende, mangiavano il loro pasto senza proferire parola alcuna. Ad un certo punto però, nel bel mezzo del banchetto, un servo si avvicinò nel bel mezzo della cena al sovrano di Hōei. Gli sussurrò qualcosa all'orecchio e il demone dai capelli castani si alzò dal tavolo di scatto, facendo tremare le posate e tutto il corredo. I suoi occhi divennero gialli e luminescenti.

<<Per quale razza di motivo avete riportato la spada indietro rotta?! Tu e quegli idioti dei tuoi fratelli! Avrai perso una scommessa e hanno mandato TE a riportarmi indietro la spada. Ma in condizioni tremende...beh, peccato... probabilmente, mi sarei divertito di più se fosse venuto tuo fratello Kuro al posto tuo. Ma tu andrai bene lo stesso per sfogare tutta la mia ira!>>

<<Ok demone da strapazzo...cominciamo! Non ti darò il permesso di insultare l'onore della mia famiglia in questo modo!>> D'improvviso i suoi occhi divennero di un verde smeraldo, dalle sue mani iniziarono ad uscire particelle di magia.

Delle guardie cercarono di unirsi alla battaglia per proteggere il loro sovrano, ma Ende li fermò, dicendo:

<<NON intromettetevi! Questa faccenda è tra noi due!>>

E Aki replicò in modo feroce:

<<E finisce qui...vuoi ballare? Balliamo!>>

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