5. silent cry

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Quella mattina le macchinette avevano deciso di non funzionare. Bramavo la mia dose di caffeina ancor prima di aprire gli occhi. Con uno sbuffo, mi resi conto che quella bestia assassina mi aveva fregato un dollaro. ''Serve una mano?'' e le dita sottili e nivee del ragazzo con cui avevo avuto una discussione il giorno prima, si posarono delicatamente sulle mie, ancora appoggiate alla macchinetta.

Fu come ricevere una scarica elettrica. D'istinto, la ritrassi, e Felix arrossì. ''I-io.. ci ho rinunciato, penso che passerò-''

Ma il biondo, con delle semplici mosse, riuscì a far ripartire la macchinetta del caffè, infilandovi un'altra monetina. ''Ne hai bisogno, perché negartelo?'' disse, abbozzando un sorriso. Vedendolo da vicino, per la prima volta, mi accorsi di quanto fossero belle le sue lentiggini, ma non lasciai che le emozioni prendessero il sopravvento per troppo a lungo.

''Tieni'' mi porse la grande tazza fumante, invitandomi a sederci sui divanetti della sala d'aspetto. Io, avvolta nel mio camice, mi sentii perfettamente integrata in quel luogo. ''Posso farti una domanda?'' ruppe il silenzio, scaldandosi le piccole e delicate mani attorno alla tazza di caffè. Dio, quei piccoli gesti mi mandavano fuori di testa, così come quando scrollava la testa per togliersi dal viso una ciocca di capelli biondi. ''Beh, dipende dalla domanda.. Dimmi''

''Non voglio sembrarti indiscreto, perché abbiamo cominciato col piede sbagliato, e so che è colpa mia. Ma, quando ti ho sentito parlare con mio padre, la domanda mi è sorta spontanea. Cos'è successo ai tuoi genitori?''

Le mie dita si serrarono istintivamente attorno alla tazza. Come potevo spiegargli, senza scoppiare a piangere, che i miei genitori erano andati via per colpa di un male bastardo?

Presi un lungo respiro, prima di capire come iniziare il discorso. Felix mi guardava con una curiosità celata all'imbarazzo, ma che non pesava affatto. ''I miei genitori lavoravano in banca. Avevano una vita tutto sommato normale, e grazie ai loro immensi sacrifici io e mio fratello siamo cresciuti nell'agio. Ma quattro anni fa..-'' e mi bloccai. Le lacrime pungevano ai lati degli occhi, che con forza premevano per scivolare via. ''Quattro anni fa, chi per leucemia, e chi per problemi ai polmoni, entrambi ci hanno abbandonato. E' come se qualcuno si fosse coalizzato per distruggerci la vita, tutta in una volta.. E adesso, vivo con la costante paura di provare emozioni.''

Somewhere I Belong [Lee Felix]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora