6. black out days

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Mi sentivo svuotata: la tazza ormai fredda che mi rigiravo tra le mani aveva perso appetibilità, e lo sguardo di Felix non faceva che peggiorare le cose. Perché lui non mi guardava come se provasse pietà, non apparivo come mi sentivo - fragile e indifesa -, bensì mi guardava con determinazione e ammirazione. ''Ne hai passate tante eppure sei ancora qui '' mi disse infatti, poggiando la sua mano sulla mia guancia. Un gesto così insolito che mi spaventò. Ma non mi ritrassi da quel calore che infondo bramavo, schiudendo gli occhi soltanto per un momento.

''Non ti conosco affatto, ma lo vedo con i miei occhi quanto sei forte e quanta voglia di vivere hai. Non avere mai paura di affrontare ciò che provi, sono le emozioni il carburante necessario per affrontare questa tribolazione che noi chiamiamo vita''

                                                                                        ⤷

Era notte fonda ormai. La mia finestra era socchiusa mentre di nascosto mi lasciavo andare ad una sigaretta, lo stesso male che aveva portato via mio padre. Avrei dovuto sentirmi una merda, perché stavo contribuendo alla mia autodistruzione, ma in quel momento non m'importò. Perché le cose non vanno mai come vorremmo.

Lasciai cadere la cenere in una vecchia tazza, e mi strinsi nel maglioncino. La neve attecchiva silenziosa al suolo, leggiadra e senza avere fretta. Riusciva a rilassarmi mentre sincronizzavo il mio respiro nel tentativo fallito di non scoppiare a piangere. ''Lilja? Sei ancora sveglia?'' la voce assonnata di Chan non mi allarmò: lui conosceva ogni sfaccettatura di me, ed infatti non si sorprese nel vedermi con una sigaretta tra le dita. ''Non riesco a dormire'' scossi le spalle. Si gelava, ma chi aveva voglia di mettersi sotto alle coperte?

''domani hai lezione, non fare l'alba come tuo solito'' mi rimproverò, baciandomi una guancia prima di dileguarsi, avvolto nel suo lenzuolo invernale. Chan era il miglior fratello maggiore che si potesse desiderare, ed io temevo di deluderlo in ogni momento. Era sempre lì a sostenermi, ad aiutarmi, ma io cosa avevo fatto per lui? A parte piangere e dimenarmi nei miei attacchi di panico, chiaramente.

Niente.

 Ma a Chan andava bene essere la figura paterna per entrambi, lo faceva sentire legato ai nostri genitori più di quanto fossero in vita.

Somewhere I Belong [Lee Felix]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora