9. lived like a fool

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Ero in ritardo.

La mia sveglia aveva deciso di andarsene in ferie, e come se non bastasse, Chan era uscito presto senza aver lasciato nemmeno una goccia di caffè. Ne ero dipendente. Le lezioni sarebbero cominciate a breve, e temetti che avrei dovuto saltare la prima ora. Mi preparai di tutta fretta, indossando quello che mi capitava sotto agli occhi, poi uscii di casa, costatando che anche la macchina non c'era. ''Amo il mio lavoro, amo il mio lavoro..'' borbottai per non cadere vittima di un esaurimento nervoso. L'università era il passo decisivo che mi avrebbe permesso di lavorare in ospedale a tempo pieno, in futuro. 

Decisi di prendere il bus, che mi avrebbe lasciata direttamente di fronte all'università.

Alle nove e un quarto, entrai in aula, dove il professore stava appena cominciando a consegnare dei test a sorpresa, per cui grazie al cielo mi ero preparata. Lavorare in ospedale aiutava molto nella pratica, e la maggior parte delle cose le ricordavo anche senza dover aprire un libro. Cercai un posto libero, e lo trovai di fianco a Changbin. ''Accidenti, stai bene?'' domandò stralunato, mentre con fiato corto e occhi stanchi mi liberavo della giacca. Annuii, poco convinta, ma lui non ebbe modo di farmi altre domande perché i test ci vennero consegnati sotto al naso, con un occhiata pretenziosa da parte dell'insegnante. ''Avete un'ora.. Si, so che è troppo poco, ma la mia ora è questa perciò fatevela bastare''


''Felix mi ha scritto stamattina'' ammise Changbin, passandomi una mela. La caffetteria sarebbe stato il mio prossimo step. La morsi, masticai con cura il mio boccone, e poi risposi. ''E cosa ti ha detto?''

Era difficile per me fingere indifferenza. Quel biondino stava cominciando ad interessarmi e, per la prima volta, non ebbi tanta paura nell'accettarlo. ''Vorrebbe organizzare un pomeriggio a tema videogiochi..in realtà proprio oggi, e mi ha chiesto se ti andava di unirti a noi''

Prima della morte dei miei, passavo intere ore a giocare, ma crescendo le mie priorità sono cambiate. ''Penso di si'' risposi facendo spallucce. Non avevo più niente da perdere, ormai. ''Allora posso confermargli per questo pomeriggio!'' esclamò felice il corvino, gongolando sul suo posto come un bambino. Me ne resi conto sulla strada verso casa, che avevo appena trovato un amico d'oro, e mi promisi che non l'avrei mai deluso. Perché Changbin era speciale.

Somewhere I Belong [Lee Felix]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora