32. consequences

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Avevo un solo ricordo sbiadito, quello della cena. La mia mente mi suggeriva che ci fosse dell'altro, e faticavo ad ignorarlo.

Quando toccai il pavimento gelido coi piedi nudi, una scossa mi pervase, sia a causa della bassissima temperatura che dei flash improvvisi. Rividi un paio di occhi a mandorla, dei sorrisi imbarazzati e urgenza nei gesti. Che diavolo era successo?

Entrando in cucina trovai la colazione già pronta sulla credenza e un messaggio di raccomandazioni da parte di mio fratello. Il post-it in questione, attaccato al bordo di marmo, recitava ''Dopo la colazione assicurati di prendere la medicina, ci sei andata giù pesante ieri sera. Ti voglio bene, Channie.''

Ancora una volta mi domandai se meritassi tutta quella premura da parte sua. Mio fratello era così buono con tutti, che a volte il pensiero che qualcuno potesse ferirlo mi terrorizzava a morte. Scansai il post-it e analizzai ciò che il piatto conteneva: due uova alla benedict, una fetta di pancetta e un toast. Erano ancora caldi, il che significava che era uscito da poco.

Mangiai tutto, non perché avessi fame, piuttosto perché mi sarebbe dispiaciuto vanificare gli sforzi di Chan. Non volevo deluderlo mai più.  A stomaco pieno presi la medicina, buttai giù un bel bicchierone d'acqua, e finalmente realizzai. 

Felix si era dichiarato, mentre ciondolavamo sul dondolo. Ma non era quello a farmi sentire irrequieta. Sentivo che c'era dell'altro, ancora bloccato da qualche parte e che faticava ad emergere. Una cosa piuttosto importante che non riuscivo a ricordare. Avevo fatto qualcosa di sbagliato? O peggio, detto.

Ma sforzarmi era inutile.

Lavai il piatto frettolosamente, e bevvi il caffè direttamente dalla moka, perché volevo raggiungere al più presto l'università. Forse parlare con Changbin mi avrebbe aiutata a ricordare, in qualche modo.

Somewhere I Belong [Lee Felix]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora