40. finale

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Il lutto era difficile da metabolizzare. Il più delle volte preferisci abbandonarti all'intorpidimento pur di non provare dolore; Felix invece lo stava gestendo in modo diverso. Lui aveva troppa voglia di vivere per lasciarsi andare alle emozioni negative, e di questo ne ero grata. Ma ero anche – a tratti stupidamente gelosa – perché per lui sembrava essere più facile. Come se fosse facile poi superare un lutto..

Io ero caduta in depressione per anni prima di riuscire a rialzarmi.

Ritornai alla realtà quando mi resi conto di essere rimasta a fissare il vuoto, mentre lo scatolone che portavo in braccio cominciava a pesare. Lasciare Sydney era stata una decisione voluta da entrambi. Avevamo bisogno di cambiare aria, di ricominciare. ''Che ne dici di Melbourne?'' aveva detto Felix, ed io non avevo fatto altro che acconsentire.

Saremmo potuti tornare in qualsiasi momento.

 ''Avete preso tutto?''

Chan stava trattenendo le lacrime. Lo sentivo da come deglutiva a vuoto, con gli occhi lucidi e le mani a torturarsi tra di loro. Non voleva piangere, non davanti a me. Pensava che ciò mi avrebbe trattenuta. ''Si.'' risposi brevemente. La mia voce tremava un po'.

Felix lasciò che salutassi mio fratello come si deve, concedendoci del tempo da soli. Grazie al cielo avevo già salutato i miei amici qualche ora prima, sarebbe stato meno doloroso e triste.

''Allora.. Melbourne, eh?''

Annuii. ''Sono fiero di te, Lilja. Sei cresciuta, sei guarita, ed io finalmente posso lasciarti andare''

Salimmo sull'auto, e guardandomi indietro, mi resi conto che alle spalle mi sarei lasciata tutto il dolore, portando con me la versione migliore di Lilja Bang. Quella più forte, quella che aveva fame di vita e di crescita.

Avevo trovato il luogo a cui appartenevo. Somewhere i belong.


[speciale - i get to love you]


Enola sostava davanti al microfono, dopo aver ricevuto il suo diploma. Emozionata, agitata, guardinga e desiderosa di trovare il volto dei suoi genitori tra la folla. Finalmente li vide. Picchiettò sull'apparecchio e dopo aver preso un profondo respiro, cominciò col suo discorso.

''Mia madre non è mai stata una persona ordinaria, soprattutto quando era giovane: si preoccupava per gli altri, ma non per se stessa, restava in piedi fino a notte fonda per studiare, perché per lei salvare vite era più importante che prendersi cura di se stessa. Conobbe mio padre in ospedale: lei si occupava dei malati terminali, e in particolar modo di mio nonno. Fu così che mia madre riuscì a sconfiggere la paura delle emozioni e gli attacchi di panico che la coglievano di sorpresa in ogni momento della sua vita. Per questo motivo il mio discorso, oggi, non comprenderà soltanto il mio futuro, ma quello di tutti qui dentro. Armatevi di coraggio e uscite a combattere questo mondo maledetto, abbattete i muri che vi si ritroveranno davanti e non osate farvi frenare dalla paura, perché affrontarla vi darà il carburante necessario per muovere i vostri passi fino al limite. Grazie mamma, grazie papà''


fine.

Somewhere I Belong [Lee Felix]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora