11. the feels

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La casa di Felix era bellissima, ariosa e con colori tendenti al neutro; il profumo principale che aleggiava nell'aria era quello degli agrumi. ''Mia madre è a lavoro e le mie sorelle in università'' spiegò Felix, mentre preparava il salone per il nostro pomeriggio dedicato ai videogames.

Io e Changbin ci sedemmo sul divano, difronte alla tv, dove il biondo armeggiava con fili e dispositivi. ''Vi va una partita a just dance?'' domandò speranzoso. E come gli si poteva negare qualcosa, quando ti guardava con quegli occhi da bambino?

''certo'' replicai.

In men che non si dica, le note di ''Twit'' si srotolarono per il salone, chiare e decise: Changbin fu il primo a battersi contro di noi, dimostrando ai nostri 'culi mosci' - parole sue - quello che sapeva fare. ''Ti vedo bene'' mormorò Felix sollevato, sicuro che il corvino non ci avrebbe sentiti chiacchierare alle sue spalle. ''Beh, non mi lamento'' abbozzai un sorriso, e le nostre mani timide e impacciate si sfriorarono sulla pelle bianca del divano. Fu come ricevere una scossa elettrica di vitalità.

Felix arrossì, e distolse lo sguardo, constatando che il punteggio di Changbin era decisamente alto. ''Prova a fare di meglio, folletto!'' esclamò il corvino ridendo, e contagiando anche me, trasportandomi in una risata di quelle che sgonfiano ogni preoccupazione della vita. Felix si mise all'opera, e decise di cambiare brano. Aveva scelto Honey, di Solar.

Lo osservai tutto il tempo e mi domandai perché il biondo non fosse un ballerino professionista: sembrava essere nato per fare quello, intrattenendo e tenendo col fiato sospeso chiunque lo guardasse. ''Lilja?''

 Changbin distolse lo sguardo dal suo amico, per assicurarsi che stessi bene. Il sorriso che avevo stampato in faccia la diceva lunga. ''Shh, adesso tocca a me"

Somewhere I Belong [Lee Felix]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora