CHAPTER 5.

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Entro in cucina preparando la tavola, riesco ad udire i passi di tutti gli altri avvicinarsi alla cucina.
-Appa, vieni a giocare con noi?-
Domanda Aid.
Si-Woo corre attorno il tavolo contento, così in cucina rimaniamo solo io, mio figlio e Jun-Seo.
Alzo lo sguardo sulla figura del moro poggiato all' isola culinaria.
-Mi dispiace...-
Sussurro.
Lui scuote la testa ed inaspettatamente prende le sue colpe.
-Non importa; non sarei mai riuscito a dire di 'no' ai piccoli. Sono così felici quando c'è il loro papà che gli fa compagnia-
Annuisco.
In meno di una cortissima mezz'ora ci ritroviamo nuovamente tutti insieme in cucina.
Aidan seduto di fronte Si-Woo con affianco suo padre ed io a capo tavola mentre Jun-Seo dall'altro lato del tavolo.
-Vuoi ancora patate?-
Domando guardando Guk.
-No, ti ringrazio Kris-
Risponde il corvino.
-Passami il tuo piatto, metto qualche patata in più-
Ordino al maggiore dei miei figli.
Quest' ultimo esegue il mio ordine, riempio ancor di più il suo piatto riconsegnandolo tra le sue soffici manine.
In tutto ciò lo sguardo di Jungkook mi segue in ogni movimento
-Chi desidera la salsa piccante?-
La voce di Jun-Seo si innalza nella stanza.
-Io-
Mormora Kook impugnando la forchetta.
E Jun-Seo passa la bottiglietta in un gesto pacifico al mio ex marito, sto cercando di mangiare più veloce possibile per alzarmi e lasciare la stanza, la situazione non mi piace per nulla: gli sguardi dei due uomini spruzzano odio l'uno verso l'altro.
-Kris, vuoi della salsa piccante?-
Si rivolge a me il mio ragazzo.
Alzo la testa e incrocio il suo sguardo vuoto, schiudo le labbra per rispondere in negativo ma la voce di Jungkook copre la mia.
-A Kristen non piace la salsa piccante. La regge poco e niente.-
Annuisco smagliando un sorriso timido.
-Mh-
Mormora Seo.
-Senza fare il sapientone, ha la bocca per parlare-
Risponde il mio compagno.
-Non sto facendo il sapientone, ma al contrario di te conosco Kris come le mie tasche-
Spiega Junggok ingurgitando un boccone di pollo.
-Stai insinuando che non conosco la mia ragazza?-
Il tono di Jun-Seo diventa pesante e severo, nascondo il mio imbarazzo mangiando a manetta la mia porzione.
-Già-
Conclude il padre dei miei bambini.
-Stai solo blaterando-
-Qual'è il suo vero nome?-
Sputa Guk.
Scuoto la testa guardandolo, mi lascio scappare un sorriso morbido: solo lui conosce tutto di me.
-Kristen Soro. Con la 'k'-
Espone la sua risposta Seo.
Il più alto se la ride, poggia la forchetta e butta giù ciò che ha appena masticato.
-Il suo vero nome è Cristina-
Lo informa.
-Soro Cristina.-
Puntualizza.
-Mh?-
Gli occhi sbarrati di Jun-Seo si ritrovano ad analizzarmi in cerca di una conferma.
Annuisco.
-Non la convince il suo vero nome, lo trova monotono e molto ripetitivo perché è molto diffuso nel suo paese natale, perciò si fa riconoscere come Kristen Soro, una versione simile al suo vero nome. Ma il suo appellativo originale è il nome 'Cristina', non il nomignolo Inglese 'Kristen'.-
Finisce di parlare Jungkook.
-Cosa?!-
Scuote la testa incredulo il mio ragazzo.
-È proprio così...-
Sussurro.
-Non me l'hai mai detto-
Sibila il moro.
-Non mi piace farmi chiamare Cristina...Meno persone conoscono il mio vero nome, meglio è-
Dico.
-Quindi siamo arrivati alla conclusione che sei un pessimo fidanzato, se neppure conosci il vero nome della tua metà-
Jun-Seo annuisce, corruga lo sguardo in una smorfia di nervosismo senza staccare gli occhi da me, mi sta polverizzando con quelle brutte occhiate.
-Aish, Junggok, perché devi dirgli queste cose?-
Corro in difesa del mio ragazzo.
Ma lo faccio solo per risparmiarmi una possibile aggressione una volta soli.
La risata di Jungkook contagia i miei figli ma non me e Jun-Seo.
-Continuate a mangiare, io ho del lavoro da sbrigare-
Jun si alza dal suo posto, afferra il suo telefono e si reca nella stanza matrimoniale.
-Jungkook...-
Sussurro.
Lui non cessa di ridere, questo suo gesto mi induce a ridere a mia volta.
Compio una risatina silenziosa, smetto lentamente di ridacchiare e continuo il mio pasto.
-Posso entrare?-
Domando una volta alzata da tavola al mio ragazzo.
Lui mi fissa furioso ma acconsente la mia domanda.
Chiuda la porta della stanza alle mie spalle, mi avvicino alla sua figura.
-Mi dispiace non conoscerti abbastanza-
Ammette Jun-Seo.
Scuoto la testa.
Accarezzo i suoi capelli e bacio la sua testa.
Che ribrezzo.
-Tu mi conosci meglio di chiunque altro, se ti può far stare meglio, neppure Haru conosce il mio vero nome ed è la mia migliore amica...-
Sussurro.
Lui sorride.
Mi afferra il mento e collega le nostre labbra.
Per quanto possa farmi schifo toccare la sua pelle, trovo una strategia per evitare di rabbrividire ad ogni suo tocco: immaginerò che al posto di Seo ci sia qualcun'altro, un' uomo che trovo attraente da sempre, come Paul Rudd, magari Momoa, o semplicemente colui che sta giocando nella stanza dei giocattoli con i miei figli.
Abbasso le palpebre, immagino di star toccando le labbra carnose di Kook, immagino che il respiro sul mio volto sia il suo e che la mano la quale si poggia sul mio fondoschiena sia la mano tatuata del corvino.
Approfondisco il bacio, sento un calore invadermi il corpo, apro gli occhi solo dopo un minuto pieno di effusioni.
-Hai voglia, non è così?-
Domanda il mio compagno.
Annuisco anche se il desiderio carnale è rivolto al padre dei miei figli.
-Caccia quel coglione e raggiungimi in camera appena puoi.-
Conclude il moro.
Esco dalla stanza, provo sempre un gran fastidio quando Jun definisce in modi volgari il mio ex marito.
Quest'ultimo mi viene incontro, indossa la sua solita giacca di pelle, indica la cucina pulita e parla:
-Volevo sdebitarmi con te...Ho pulito come meglio potevo il tavolo ed ho sciacquato i piatti mettendoli in stoviglie. Spero di non essere stato un peso sta sera, Kris-
Scuoto la testa.
Tasto le spalle del maggiore e lui cinge la mia vita con le sue mani.
-Sei sempre il benvenuto...Grazie per aver pulito al mio posto, Cookie-
Sorrido.
Lui mi imita e bacia la mia gota, aumenta la presa sulla mia vita.
-Se solo le cose fossero andate meglio qualche anno fa...-
Sussurra.
Resto in silenzio, all'improvviso toglie le mani dal mio corpo e guarda fuori dalla vetrata del salotto.
-Farò meglio a rincasarmi...È abbastanza tardi.-
Annuisco.
-Sii prudente-
Mi raccomando a Guk.
-Non preoccuparti. Grazie per la cena Kris, di' al tuo ragazzo che è un fottuto bambinone-
Ridacchio.
-Smettila scemo...-
Apre la porta e si piega sulle ginocchia accogliendo i piccoli che corrono da lui.
-Ci vediamo appena mamma deciderà di portarvi in agenzia da me e dagli zii. Fate i bravi-
Miagola Kook ai suoi figli.
Io ed il corvino ci sorridiamo ancora una volta, poi si alza e scompiglia i capelli alle due pesti che ridono assieme.
Si volta salutandomi con la mano, io ricambio il gesto e chiudo la porta mentre lui si avvicina al corridoio degli ascensori.
Già mi manca e quel poco di sicurezza che c'era quando lui era quì fino a qualche secondo fa, è stato risucchiato dalla cupezza dentro questa casa.

He can't touch you  [Sequel di 'Puzzle'] // Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora