CHAPTER 12.

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-Dov'è papà?-
Aidan guarda insistentemente la docile signora della reception che porge il solito cestello in vimini colmo di caramelle ai due bimbi in piedi dinanzi il bancone marmoreo.
-È di sopra piccolo, nel suo dormitorio e degli zii-
Il bimbo sorride e acciuffa tre dolciumi, per poi darne uno al suo fratellino minore e tenersi i restanti due.
-Sei così ingordo-
Mi lamento scatenando una risata da parte della donna dai capelli rossi, consumati dalla tinta.
Recupero una liquirizia, lascio cadere essa sul palmo aperto di Si-Woo e mi inchino salutando la receptionist mentre trascino con me i due piccoli.
-Signora Jeon!-
Esclama un collaboratore dell'agenzia.
Con un gesto ricambio il saluto, i miei bimbi si guardano attorno spaesati notando tutto quel movimento alla Hybe, causato dalla partenza dei BTS.
-Kristen-
Sento una voce spiccare tra le altre centinaia.
Mi volto verso quella melodia, quella maledetta melodia, Junggok è a pochi passi dall'ascensore che usa solitamente per salire in dormitorio, lascio le mani dei miei piccoli che si accorgono del loro eroe e sfrecciano come due Ferrari da lui.
-Appa! Guarda cosa mi ha comprato Jun-Seo Appa!-
Aidan sfoggia il suo berretto a tema Paw Patrol, Guk sorride mentre stringe i suoi figli tra le braccia.
Poi i nostri occhi si incontrano di nuovo: lo sguardo di un' uomo fiero dei suoi figli, si tramuta nello sguardo di un serpente velenoso il quale può attaccarti quando meno te lo aspetti.
-Dobbiamo parlare.-
Sputa acido.
Mi avvicino di qualche passo ai tre, il maggiore del trio mi guarda dall'alto facendo scorrere quelle gemme scure lungo tutto il mio corpo.
-Non avete ancora mangiato, giusto?-
Il papà coccola con lo sguardo i due piccoli, loro scuotono la testa freneticamente.
-Volete mangiare qualcosa quì?-
-Pasta!-
Grida Si-Woo.
Junggok ride.
Si china per prendere in braccio il minore e lo racchiude tra i suoi forti muscoli.
-Non credo abbiano della pasta qui...ma hanno sicuramente del ramen-
I due prendono a camminare, Aidan guarda prima me e poi la grande sagoma di suo padre, si attacca alla maglietta di Guk stringendo il bordo dell'indumento in un piccolo pugnetto.
Io resto al passo del gruppetto mentre ci avviciniamo al bar-ristorante dell'agenzia, nel frattempo si scagiona un gran silenzio tra di noi, sono udibili solo i rumori causati dai segretari e dallo staff della Hybe, il percorso è corto ma anche intenso, approfitto di questo asso di tempo per fantasticare su cosa possa dirmi il mio ex marito.
'Soomin di qua, Soomin di là, Soomin questo e Soomin quello'.
Sicuramente parerà quella pera cotta del suo culo prendendo le sue difese perché l'ho definita un 'cane'.
-Buone notizie amore-
Jungkook poggia per terra Si-Woo che subito cerca con lo sguardo me.
Protende le braccia in alto sperando di esser sollevato in aria.
E così accade.
Il bimbo si regge a me e intanto segue con lo sguardo il suo papà.
-Oggi nel menù è incluso il ramen!-
Esulta il corvino.
Suo figlio lo imita, poi cerco un posto per sederci e mangiare.
'Un tavolo all'angolo del locale, poco affollato da altri posti a sedere e perfetto per accogliere quattro persone' , penso captando con la vista un buon posto per consumare il pasto.
-Andiamo a sederci lì, non è un tavolo affollato-
Spiego evitando lo sguardo di Junggok.
-Così posso dirtene quattro senza esser guardato male, giusto?-
Sputa acido Kook.
Non controbatto, dopo anni di abusi da parte di quel mostro di nome Jun-Seo, ho perso la voglia di difendermi.
Mi sento solo una stupida donna, oggetto di critiche e prese per il culo, una bambola a cui le si strappa il cuore dal petto e lo si getta nella pattumiera come un paio di scarpe da tennis consumate.
-Venite a scegliere cosa mangiare-
Il papà richiama i suoi figli, come due ochette lo inseguono attirando gli sguardi addolciti dei consumatori seduti ai loro tavoli.
Mi avvicino anch'io alle grandi vetrine col cibo esposto, adocchio subito del buon pane e una zuppa di verdure bollite.
-Non ti conviene-
Mi affianca il corvino.
Lo guardo interrogativa.
-Cosa?-
Chiedo.
Jungkook guarda i vari pasti e poi getta l'occhio sulla teca che poco fa stavo esplorando io.
-Non ti conviene prendere da mangiare-
Uh? Perché non dovrei?
Ho già mangiato in questo posto altre volte ed il cibo è davvero ottimo.
-Non ha un buon sapore questa zuppa?-
Indico timida la prelibatezza che sembra essere davvero buona.
-Avrà di certo un sapore favoloso. Ma non passeresti più dalla porta d'uscita dopo aver messo qualcosa sotto i denti. Non stai mantenendo bene il tuo corpo-
La medesima presa in giro.
La milionesima volta in cui vengo sottintesa come una 'persona di troppi chili' quando provo a mantenermi in perfetta forma assumendo regolarmente integratori per la forma fisica, bevendo spesso frullati per mantenere una buona linea del corpo e frequentando la palestra, impegni permettendo.
-Non volevo prendere nulla, infatti-
Mormoro affranta.
-Stavo solo guardando-
Concludo.
Nonostante tutti i caffè ingurgitati nella mattinata e i dolcetti mandati giù uno alla volta, ho una gran fame.
Mi limito a poggiare una mano sullo stomaco, mentre mi avvio al tavolo scelto in precedenza.
Mi siedo attendendo i miei piccoli bimbi e il loro papà, guarda quest' ultimo ammirando il suo profilo mentre indica alla donna pronta a servirlo, i vari pasti scelti.
Guk improvvisamente si volta verso di me.
Distolgo lo sguardo fingendo di guardare qualcosa dietro di lui.
Impunto quindi i miei occhi ai quadri dai visi lisci e tondi dei dipendenti del mese.
'Forse sta ordinando anche qualcosa per me?'
Penso sorridendo leggermente, Kook ha sempre avuto quel piccolo lato che gli urlava di pensare un minimo anche a me.
Ma questa mia aspettativa svanisce non appena il moro giunge da me con i bambini alle calcagna, portando il vassoio con sopra il pranzo per sé stesso, Aidan e Si-Woo.
-Io e te abbiamo un conto in sospeso.-
Puntualizza Jungkook.
Resto in totale silenzio guardando nervosamente le mie piccole mani.
-Dove hai trovato il coraggio per chiamare Soomin 'cane da guardia'?
Avanti i giornalisti della Dispatch, inoltre!
Ora come vedranno Soomin? Hai buttato merda sopra alla mia relazione prima ancora che venisse ufficializzata!-
Junggok prova a soffocare le sue urla mentre mi guarda furioso, con le vene ai lati del suo collo che sporgono come radici di un' albero che escono dal terreno.
-Non hai nulla da dire, mh?-
Lascio uscire solo un sospiro, ho paura di aprir bocca, non voglio essere attaccata.
Il 'tac' delle sue bacchette che vengono divise, mi fa rizzare il capo.
Guardo l'uomo che inzuppa il primo bocconcino di carne nel brodo succoso che ha ordinato, il buonissimo odore degli alimenti cotti mi perfora le narici, facendo brontolare la mia pancia.
Guk si ferma dal mangiare il primo boccone, mi fissa, anche se non lo guardo a mia volta percepisco i suoi occhi su di me, ignoro il tutto dedicandomi ai miei figli incastrando i tovaglioli da tavola sui coletti delle loro magliettine, per creare dei bavaglini.
-Mangiate o si raffredderà-
Sussurro.
-Non hai neanche il coraggio di chiedere scusa?-
Borbotta Guk.
-Era solo una battuta...-
Spiego incrociando le mani sotto al tavolo.
-Una battuta?! Tutta la corea del sud vede la mia ragazza come l'antagonista di tutta questa storia!-
Sta volta non si trattiene, le sue urla riecheggiano tra le mura solide del luogo, ma a questo non do molta importanza, la mia attenzione è rivolta alle bacchette dalle quali mi sono nascosta coprendomi la testa con le mani appena le ha alzate in aria per indicarmi.
Pensavo davvero volesse picchiarmi.
Ormai ho paura del minimo movimento di un uomo.
Junggok rimane fermo, con il respiro a metà.
-Non volevo colpirti-
Mormora abbassando con lentezza la mano.
-Non lo avrei mai fatto, non nasconderti-
Sussurra.
-Scusa...-
Mugolo con un filo di voce.
-Che succede?-
-Ha alzato molto la voce-
-Deve esserci molta tensione tra di loro-
I pettegolezzi delle persone giungono alle mie orecchie, io non le ascolto ed accarezzo la schiena del piccolo Si-Woo ancora scosso dal tono alto del papà.
-Mangiate-
Consiglio ai piccoletti.
-Perchè hai paura di qualsiasi cosa? Ho notato il tremolio delle tue mani mentre ho alzato la voce e poi temi davvero che possa farti del male?-
I clienti riprendono il loro pasto mentre lasciano il nostro tavolo da parte, sento la domanda formulata dal papà dei miei figli, cerco di non rispondere guardando il tavolo pieno di ciotole e bottigliette d'acqua, i suoi occhi sono ancora su di me.
Fa male non potergli rivelare ciò che sto passando da troppo tempo ormai, fa davvero male, ma mi addolora di più il fatto che ora mi resta difficile persino fidarmi di lui, di Jungkook, del mio Jungkook.
-Allora?-
Il suo tono duro mi risveglia, sventola la sua mano dinanzi il mio viso, a causa di quel movimento fulmineo la sua manica lunga scivola lungo il braccio pieno dei suoi tattoo.
Resto a guardarli uno ad uno, fino ad arrivare al tatuaggio che mi dedicò per chiedermi di sposarlo.
Ma non lo trovo.
-Comunque volevo parlarti anche di altro-
L'uomo riprende a mangiare, io faccio fatica a seguirlo nei discorsi, cerco disperatamente i segni che si era fatto incidere pensando a me, e ricordo perfettamente che quell'anello così importante e speciale era stato tatuato tra l'orologio da taschino che si espandeva quasi fino al gomito ed il microfono nero che omaggia la sua passione per la musica.
Era quella la posizione.
Ma ora in quello strato di pelle candida e pulita, padroneggia un gran fiore rosso.
Sembrerebbe avere le sembianze di un giglio, dalle sfumature tra l'arancione ed il rosso.
-Il bacio che ci siamo scambiati...-
Sento la sua voce in sottofondo che accompagna le mille voci che mi allarmano della scomparsa di quel dono importantissimo per me.
-Dov'è finito il tatuaggio che mi hai dedicato?-
Fermo la sua voce, mettendo a freno quella lingua troppo lunga che possiede.
-Mh?-
Tossisce.
Sta cercando di fare il finto tonto?
-L'hai... coperto?-
Domando.
Ma so già che è così.
-Non aveva molto senso lasciarlo lì...insomma...ho rivoluzionato un po' la cosa.-
-Non aveva senso...-
Ripeto le sue parole.
-Era un capitolo chiuso per me, okay? Qual'è il tuo problema?-
Scrollo le spalle.
-E quindi ci hai 'appiccicato' sopra un giglio...-
-Oh, beh-
Guarda il suo braccio e sfiora il tattoo all'apparenza fresco di poche settimane, con un sorriso incantevole sul volto.
-Il giglio è un fiore così bello, con le sue sfumature ha quel lato artistico che ti lascia per ore ad ammirarlo e poi a Soomin piacciono così tanto, perciò-
-Soomin?-
Sbaglio o qualcuno ha sparato al mio cuore?
Sbaglio o a impugnare la pistola era proprio Jeon Junggok?
-È dedicato a lei, quindi?-
Ora è lui a rimanere in silenzio.
Mi alzo dal mio posto, spostando la sedia per permettermi di passare.
-Yah, dove vai?-
Lo sento parlare.
Ma lo ignoro, intanto bacio la testa dei miei piccoli e pulisco il contorno della loro bocca dalle salse del cibo che mandano giù a piccoli bocconi.
-Vuoi davvero farne un dramma? Per uno stupido tatuaggio?-
A quelle parole, il mio corpo si ferma e non vuole saperne di muoversi.
Coloro che si muovono invece, sono le lacrime che umidificano i miei occhi.
-Lo definisci stupido? Beh, per me non lo era. Ma se per te è così tanto insignificante, allora anche questo per me lo è-
Striscio le dita sul bracciale, quel bracciale che lui stesso mi donò quella sera sotto il cielo macchiato dalla mia felicità, dalla nostra pace, a Milano, a casa della 'me bambina'.
Ed ecco che il gioiello finisce nel bel mezzo del tavolo, è lucido e senza neppure un graffio, ho trattato quel braccialetto come se fosse stato un terzo figlio per me.
-Io non l'ho mai tolto e neppure quando Jun-Seo mi regalò quel bellissimo set di bracciali di Pandora, ho pensato di sostituire quello che mi hai dato tu con quelli che mi ha comprato lui. Perché se tieni a qualcosa fai di tutto pur di non rovinarla e di tenertela stretta. Ma ora riprenditelo, regalo a Soomin...Tanto ama ricevere cose di seconda mano, giusto?-
Volto le spalle ai tre, inizio a camminare verso l'uscita del ristorante addolorata e più arrabbiata che mai.
-Cristina, torna quì!-
Junggok alza il tono sperando di fermarmi, ma ora come ora niente e nessuno può.
-Riportami i bambini per le quattro, oggi hanno la prima lezione di taekwondo.-
Non guardo nessuno in faccia, prendo solo il mio cellulare tra le dita e digito su Google ciò che voglio sapere.

Significato del giglio arancione o rosso:
Indica una passione d'amore e simboleggia la fiamma, come a voler dire: "Io brucio per te".


Grazie per rendere la mia felicità tristezza, Jeon Junggok.

He can't touch you  [Sequel di 'Puzzle'] // Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora