CHAPTER 19.

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-Questi paparazzi mi faranno impazzire-
Bisticcia Jun-Seo coprendomi il viso con la sua grande mano.
Mi protegge dai flash delle macchinette fotografiche, lo fa solo per visibilità.
-Ormai è una continua routine-
Mugolo.
-Mh mh-
Annuisce il più alto.
-Cosa ti avevo detto?-
Guardo il ragazzo.
-Il manzo di quel locale non è spettacolare?-
Sorrido.
Cazzo se lo è.
-Ho ancora l'acquolina in bocca-
Rispondo ottenendo una piccola risata da Seo.
Io e lui ci siamo riappacificati, da giorni è tornato ad essere il Jun-Seo tranquillo di tempo fa.
Ha meno carico sulle spalle, il lavoro è più leggero perché la clientela è mite, ne troppa, ne poca.
È più rilassato.
Ieri sera durante la cena, ha allungato la mano verso la mia, ha sorriso dolcemente ed ha piegato la testa di lato.
'Ti va se ci diamo tregua?'
E successivamente mi ha proposto di cenare fuori.
Ho dovuto accettare, almeno le acque si sarebbero calmate.
-Mi piace questa giacca-
L'uomo sfiora il mio soprabito elegante.
-Grazie Oppa-
Sorrido.
Il ragazzo si ferma, siamo arrivati proprio dinanzi la sua auto.
Con delicatezza mi spinge verso la portiera, io indietreggio fino a sentire il metallo gelido della vettura che si schianta contro i polpacci scoperti.
Le sue mani si poggiano sul mio viso, lo vedo avvicinarsi, ma lo blocco.
-I netizen-
Gli ricordo.
Dei gossip non m'interessa, sono abituata a vedere in giro articoli che parlano di me e della 'KS' , oppure di me e della rottura con Jungkook, che a distanza di tre anni, ancora ritorna in tendenza come un frisbee ritorna a chi l'ha lanciato, ma non voglio sentire quelle labbra sulle mie.
-Che fotografino pure-
Sigilla questa frase con un piccolo bacio.
Quei boccioli di carne si muovono sulla mia bocca esperti, i 'click' riempiono l'aria, io corrugo le sopracciglia infastidita.
Fingo di essere tranquilla, allaccio le braccia al collo del mio ragazzo, sento i suoi denti lisci che strisciano sul mio labbro.
Sta sorridendo.
Si allontana con un minuscolo movimento, sorrido dando le spalle ai giornalisti sin troppo invadenti.
-Vederti in giro per casa senza poterti toccare è stata un' impresa-
Ammette.
Ridacchio.
-Ma ora è tutto sistemato, vero?-
Domando speranzosa.
Sono stanca di fare la guerra.
-Hai baciato di nuovo il tuo ex marito?-
Chiede Seo giocosamente.
Il sangue mi si gela nelle vene.
È lui che ha baciato me.
-Non farti strane idee-
Dico in un risolino.
-Allora è tutto sistemato-
Annuisco.
Il suo braccio muscoloso mi circonda le spalle, fa il giro della vettura, per poi aprire il suo sportello e salire in auto.
-Aish, non le ha aperto la portiera-
-Pensavo fosse un' uomo galante-
-È un gesto scorbutico da parte di un uomo-
Sento i sussurri dei paparazzi ancora alle mie spalle.
Non mi ha aperto la portiera, è vero.
Neppure Junggok lo faceva.
Raggiungo il mio compagno all'interno della macchina, in breve l'uscita del parcheggio si sgombera, i giornalisti si spostano di lato per farci passare in serenità.
-Sei stata contenta di questa serata?-
Domanda il ragazzo, intanto imbocca la corsia che ci porterà dritti a casa.
La tratta è breve.
-Sì, è stato fantastico-
Ho vissuto esperienze migliori con uomini migliori...
-Ne sono felice-
Commenta il maggiore.
Resto in silenzio, devo ispezionare mentalmente qualsiasi parola prima di dirla a voce, con Jun-Seo non puoi permetterti di sbagliare.
Abbasso lo sguardo sul mio telefono, scorgo i primi messaggi che illuminano la schermata.
-Chi è?-
Domanda curioso l'uomo alla guida.
Guardo il suo profilo perfetto, il mio occhio cade sul suo naso a punta e scende verso le sue labbra.
-Il lavoro... Dovrò gestire molto presto degli ordini, abbiamo quasi finito le scorte di tessuti del magazzino-
-State producendo molto, doveva arrivare prima o poi quel momento-
Ma non do molta importanza alle parole di Jun-Seo.
Sono troppo presa dalla chat di Jungkook, quella chat che mi sono rifiutata di aprire, al lato del nome del contatto vi è un '7' , che indica il numero di messaggi da lui mandati, i quali non ho letto e più a lato ancora appare l'icona del silenzioso.
Ho silenziato il suo contatto, così i suoi messaggi non sono visibili sul display e Jun-Seo non può vederli.
Non mi preoccupo del fatto che il mio ragazzo possa sbirciare nel mio telefono, questa azione l'ha sempre evitata.
Junggok
'So che ho sbagliato, ma è colpa tua. Sei tu che...'
Il messaggio risale a giorni fa.
Non gli ho più parlato dopo l'accaduto, quando chiama per i bambini, passo subito il telefono ai piccoli e quando hanno terminato la loro chiacchierata, aggancio senza sentire ciò che il moro ha da dirmi.
Ma devo pur mettere un punto a tutta questa storia.
Quindi pigio sulla chat, le parole spuntano tutte in una volta, occupando gran parte dello schermo.
Junggok:
'Kris, puoi ritornare qua?'
Junggok:
'Mi dispiace, lo stress sta prendendo il sopravvento di me'
Junggok:
'Non fraintendere per favore, sai che non ti vorrei mai fare del male'
Junggok
'Che tu sia arrabbiata o meno, sei pregata di rispondere'
Junggok
'Vuoi sul serio mettere da parte quest'argomento?'
Junggok
'Scusa, scusa davvero. Non accadrà più, promesso'

E come ultimo messaggio vi è quello che ho letto per metà, il primo che ho adocchiato.

Junggok:
'So che ho sbagliato, ma è colpa tua. Sei tu che mi fai andare fuori di testa, lo capisci?'

E da quel messaggio non ne risultano altri.
Ha errato e deve pagare.
Il mio silenzio sarà la sua penitenza, dovrà pur mettere via questo lato insolito di sé.
-Mi stai ascoltando?-
Seo mi fa risvegliare coprendo i miei pensieri con la sua voce fioca.
-Scusa, ci sono un sacco di problemi alla 'KS'; Non so davvero come potrò gestirli tutti...-
Mento fingendo un tono lamentoso.
-Ce la farai, non sei una che si butta giù facilmente-
E tutta questa dolcezza da dove esce?
Sorrido mettendo via il telefono, poggio
la calotta al sedile dell'auto, chiudo gli occhi cercando di calmarmi e di calmare i miei pensieri.
Mi manca.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Yah, il mio piccolo è ancora sveglio?-
Sussurro notando Si-Woo sul divano, visibilmente assonnato.
-Mi dispiace mrs. Soro, non sono riuscita ad addormentarlo. Sentiva molto la sua mancanza-
Spiega la babysitter assunta per tenere a bada i bambini mentre io e Jun-Seo, ci godevamo la serata insieme.
-Non preoccuparti, è normale. Lui non riesce a dormire se non sono io, Jun-Seo o il suo papà a rimboccargli le coperte-
Tranquillizzo la giovane, il suo viso è piccolo e a punta, la sua carnagione è pallida e ha dei grandissimi occhi marroni.
Deve essere molto giovane...
-Grazie di tutto, comunque-
Mormoro inchinandomi dinanzi la minore.
Le mi imita silenziosamente, balbetta un 'è stato un piacere', prima di avvicinarsi all'entrata per mettersi le scarpe, affonda i piedi in delle converse bianche, il piccolo Woo si attacca alla mia gamba, chiedendomi dell'acqua.
-Non hai la tua borraccia in camera?-
Faccio sedere il piccolo sull'isola della cucina, il bimbo incrocia i piedini coperti da dei teneri calzini antiscivolo blu e gialli, recupero la sua borraccia in metallo, coperta da uno spesso strato di gomma colorata, poi riempio la bottiglia con dell'acqua fresca, direttamente dal depuratore.
-Bevi piano, è ghiacciata-
Ricordo al piccolo.
Guardo il mio bambino mentre accoglie la borraccia tra le mani, sposto una ciocca di soffici capelli dalla sua fronte, beve tentando di ridurre la sua sete, io lo scruto affascinata: è letteralmente il regalo più bello che potessi ricevere, assieme suo fratello maggiore.
Le mie pupille si spostano lentamente sulla figura di Jun-Seo, le sue mani reggono il cellulare mentre con pazienza trasferisce la paga alla giovane babysitter, la quale con le dita tremanti tenta di mantenere il telefono sotto quello del mio ragazzo.
E poi il capo di Seo si alza, i suoi occhi si incastonano in quelli della giovine, le labbra del maggiore si sollevano verso l'alto in un sorriso compiaciuto e lo sguardo di malizia abbandona nell'aria un breve occhiolino.
Subito piego la testa di lato non concependo a pieno quel suo comportamento bizzarro.
Ci stava seriamente provando con la babysitter dei miei bambini?
E lui dovrebbe essere un uomo?

He can't touch you  [Sequel di 'Puzzle'] // Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora