CHAPTER 30.

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-Davvero hai proposto a Yoongi di essere il tuo testimone in tribunale?!-
Il profumo mascolino dell'uomo rapisce le mie narici.
Mi incanto a guardarlo, ma gli rivolgo lo stesso un' espressione infastidita.
Mi poggio sullo stipite della porta d'entrata, mentre con un sopracciglio alzato, incrocio le braccia al petto.
-Questa volta non hai mandato nessuno che parli per te?-
Il corvino, accigliato, muove un passo in mia direzione.
-Mi hai sostituito dando quell' importantissimo ruolo a colui che ti sei scopata senza scrupoli?-
Junggok fa un salto nel passato, sbattendomi in faccia le seguenti parole.
-Bravo, continua a rinfacciare le cose!-
Esclamo, rendendomi subito conto di dover abbassare il tono della voce, per non disturbare i piccoli che sonnecchiano nelle loro stanze.
-Non cambiare discorso-
Jungkook mi scruta con serietà.
-Lo hai fatto per indispettirmi, vero?-
Roteo gli occhi.
-L'ho fatto perché effettivamente non ti meritavi quel compito-
Sento uno sbuffo provenire dalle labbra rosee del più alto.
-Solo perché ho preso le distanze da te?-
-No, l'ho fatto perché sei un pezzo di merda.-
Puntualizzo.
Con tutto il mio coraggio rimasto, blocco il mio sguardo nel suo.
La sua espressione è allibita, probabilmente per la mia sincerità.
-E di pezzo di merda ne sto già conciando per le feste uno, non aggiungerti alla lista.-
Il mio lato sicuro, viene fuori dopo tanto tempo passato a nascondersi dentro di me, sorrido sentendo ritornare la mia spontaneità di dire le cose come stanno.
-Cos'è questa, una minaccia?-
Junggok alza il mento spavaldo, mentre infila una mano nella tasca dei suoi jeans.
-Mh?-
Mugola, mentre muove i primi due passi verso di me.
Ora solo un metro ci separa e vorrei che questa breve distanza si azzerasse con uno schiocco di dita, per sentire il suo corpo combaciare perfettamente col mio.
-Sì-
Rispondo confidente di me.
-Ah, sì?-
Sussurra, abbassandosi di poco con la schiena, giusto per essere al pari con la mia altezza.
-Sì-
Ribadisco, assottigliando gli occhi.
-Sai che per questo puoi essere multata fino a un milione di won?-
-Pf...-
Dico con uno spiffero.
-Un milione e quattrocentomila per l'esattezza-
Mormora il corvino, avvicinando il viso al mio.
Lascio uscire un risolino silenzioso dalla gola, porto la mia mano sul retro della calotta dell'uomo di fronte a me, facendo così ravvicinare i nostri nasi.
Lo sguardo di Guk, cade dai miei occhi, alle mie labbra.
Le stesse labbra che, con estrema lentezza porto al suo orecchio sinistro.
-Un milione e quattrocentomila settanta, per l'esattezza-
Prendo una pausa, solo per ammirare i brividi sul suo collo, causati dal mio fiato caldo sulla sua pelle.
-E la pena di reclusione arriva fino ad 1 anno di carcere.-
Termino la frase, allontanandomi dall' individuo.
-Sto per mandare in carcere il mio ex ragazzo violento, pensi che io non sia a conoscenza delle sanzioni che riceverà quel viscido prossimamente? O così si spera-
Indietreggio di qualche metro, faccio scorrere gli occhi sulle superfici del corridoio, tra comò, scarpiere e mensole, accertandomi che tutto sia pulito.
-Puoi anche andartene, ora-
Concludo.
-Devo prendere delle maglie a maniche corte in più e qualche giacca per la sera-
Sento Kook parlare con me, la porta d'ingresso so chiude, intanto le sue suole col tacco dettano passi decisi sul pavimento riflettente del corridoio.
-Dove sono i bambini?-
-Al piano di sopra, fanno il sonnellino pomeridiano-
Dico.
Rientro nel mio studio, soffermandomi dinanzi al corpino dallo scollo asimmetrico.
-Ritornando al discorso principale-
Roteo gli occhi, percependo un fastidio al tono insistente del mio ex marito.
-Jeon, basta così-
Manifesto la mia poca voglia di affrontare il discorso.
-Decido io quando questa conversazione avrà fine-
Ignoralo Kris.
Do ascolto al mio subconscio, parlando sopra di lui.
-Devo cominciare a fare la fodera-
Fisso il manichino.
-Mi stai ascoltando?-
-Ho bisogno del cartamodello, qualcosa non porta-
-Aish, dovrei imparare l' Italiano a costo di capire cosa tu stia dicendo-
Borbotta lui.
-Ma sono sicuro che con il nostro discorso non c'entra nulla, non è vero?-
Continua.
Resto in silenzio, spillando il bordo del capo.
-Kristen-ah!-
Arriccio il naso, irritata dal volume troppo alto del moro.
Mi volto in sua direzione, vedendolo poco distante da me.
-Devi abbassare la voce, lo capisci? I bambini stanno dormendo-
-Allora chiudo la porta e premetto che nessuno uscirà di quì finché non avremo chiarito i fatti-
-Non c'è nulla da chiarire, capito?-
Decotta dalla situazione, lascio scappare queste parole dalla mia bocca, mentre con gli occhi seguo la sagoma di Jungkook che chiude la porta dell'ufficio profumato.
-Sì, invece. Io sono degno di essere il tuo testimone principale, non Yoongi-
-Oh, mio Dio!-
Copro gli occhi con il braccio, mi sento più spossata che mai in questo momento.
-Ti stai comportando similmente ad un bambino di cinque anni-
Lo avviso, segnalando il suo comportamento infantile.
-Non m'importa, devo esserci io quel giorno in tribunale con te-
-Perché vuoi per forza quel ruolo? Eh? Non te lo meriteresti, non dopo che hai deciso di tagliarmi fuori dalla tua vita-
Domando con tono ostinato.
-Perché so come sono andate le cose e...-
Si blocca, guardando titubante le macchine da sartoria poste in fila accanto la finestra.
-E?-
Lo sollecito a continuare.
-Tagliata fuori? Non ho fatto questo, ho solo voluto prendere leggermente le distanze-
Tsk.
Incoerente.
-Cosa? Aish, ti senti quando parli? Sei divinamente ridicolo; E non cambiare discorso-
-Ridicolo?-
-Se non hai intenzione di rispondere alle mie domande, prendi ciò che ti occorre e tornatene in dormitorio-
Mi giro, dando le spalle al mio ex marito, afferro i miei occhiali da vista che indosso per poi dedicarmi al mio progetto.
-Voglio starti vicino, Kris, che cazzo c'è da capire?!-
Guk sbraita questa frase senza pudore, si avvicina a grandi falcate al mio corpo, prendendo prepotentemente il mio viso nella sua mano tatuata.
-Ci tengo a te, va bene?-
Il cuore corre una maratona a queste parole, pompa così velocemente da riuscire a far sentire il mio battito al mondo intero, a momenti.
-E dovrei crederci?-
Scaccio l'unica briciola di bontà presente in quest'aria, lasciando il posto alla frustrazione.
-Sì, merda!-
Ritraggo il viso dal suo tocco, muovo due passi lontana da lui, così da poter toccare con le cosce, la scrivania piena di disegni tecnici.
-Perché dovrei farlo?-
Perché dovrei credere alla sue luride parole?
-Perché altrimenti non sarei quì a dirtelo-
-C'è qualcosa che non quadra: prima vuoi allontanarmi ed ora vuoi starmi vicino-
-E con questo? Che male c'è se voglio starti accanto?!-
I nervi prendono forma, facendomi perdere la pazienza.
-Prendi una cazzo di decisione, Jungkook!-
-Ho già preso una decisione, voglio essere io a testimoniare per te!-
Scuoto la testa freneticamente.
-Non se ne parla, quel posto spetta a Yoon-
-Cos'è che non hai capito? Quel posto è mio!-
Urla Kook possessivamente.
-Perché vuoi stressarmi? Perché ora vuoi starmi a tutti i costi attaccato al processo?-
-Perché sei l'unica donna di cui m'importa realmente e non voglio perderti!-
Un velo di quiete cade nella stanza.
Non si sente assolutamente nessun tipo di rumore, tranne la porta della stanza dei bambini al piano superiore.
Li abbiamo svegliati con la nostra discussione, ma riesco solo a focalizzarmi sulle ultime parole ammesse da Jungkook.
Un calore invade il mio petto, forse non sta mentendo.
Ma non è stato sveglio e ha sbagliato tutto ultimamente, o per lo meno gran parte delle cose.
-Hai fallito la tua missione, allora.-
Annuncio.
Abbasso la testa, mi mancano i vecchi tempi, quando ero ancora sua e lui era ancora mio.
Mi siedo sul tavolo da lavoro, alzando leggermente le punte dei piedi.
Resto a guardare le piastrelle bianche dalle venature grigie chiaro, che tutto ad un tratto vengono coperte dalle cosce allenate di Guk.
-Cristina-
Sussurra.
Guardo le sue labbra, le lacrime minacciano di uscire allo scoperto, ma non voglio mostrarmi così debole, anche se lui mi conosce e sa che ho questa particolarità.
Le sue mani si poggiano sulle mie cosce, strisciano in direzione del bacino, con lentezza.
Accosta il suo fiato al mio, le nostre labbra si allineano ma senza toccarsi.
Mi sporgo in avanti, cercando di farle toccare, ma mi blocco.
-Non ho fallito-
Dice Jungkook.
L'uno guarda le labbra dell'altra, entrambi desideriamo la stessa cosa.
E lui fa il grande passo, facendo toccare le sua labbra con la mia pelle.
Giro di scatto il viso, la bocca di Kook è bloccata sulla mia gota.
Stampa un bacio su di essa, prima di sollevare una mano dalla mia gamba al mento.
Le sue dita accarezzano la pelle del mio volto, mi raddrizza il viso verso il suo, tenta di nuovo a baciarmi, quindi mi allontano nuovamente, girando la testa verso sinistra.
-Torna da lei, torna da Soomin-
Parlo.
-Perché sei così testard-
-Mamy!-
La tenera voce di Aidan, fa voltare entrambi verso la porta.
E come se una secchiata d'acqua gelida mi avesse colpita in pieno, mi risveglio da quello stato di confusione.
Guardo l'uomo avanti a me, la mia espressione ritorna esigente, scendo dalla fredda superficie, recandomi verso il corridoio.
E dietro la porte, appare la testolina del mio bambino.
Sorrido a questa visione; il bimbo è assonnato, i bottoncini del pigiamino sono slacciati, il minore gratta la nuca dai capelli scompigliati.
-Hai dormito come un piccolo ghiro, mh?-
Prendo in braccio la creatura, cercando con lo sguardo il suo fratellino.
Porto il bambino dal suo papà, poggiato sulla scrivania, proprio dov'ero io pochi secondi fa; i suoi occhi guardando vuoti le sue scarpe aperte, ma il suo sguardo si rallegra quando avvista il suo dolce bambino.
-Appa...-
Mugola il piccolo, attaccandosi gelosamente al busto del suo papà.
-Si-Woo sta ancora dormendo?-
Domando, prima di stampare un sonoro bacio sulla fronte tiepida di Aid.
-Sì-
Risponde il piccoletto.
Guardo Jungkook, con un cenno del capo indico il piano di sopra.
-Rimettilo a letto, tra un'ora lo chiamerò di nuovo. Tu raccatta le tue cose e vai-
-Dobbiamo finire di parlare-
Mi ricorda il bellissimo ragazzo.
Scuoto la testa.
-Le cose restano in ugual modo e che ti piaccia o no, Yoongi sarà il mio testimone al processo.-
Puntualizzo l'ultima frase, prima di indicare l'esterno della stanza.
-Riesci ad essere davvero insopportabile-
E rimango con le sue ultime parole impresse nella testa, mentre richiudo la porta dello studio, attendendo che se ne vada, anche se una parte di me, spera che lui ritorni a bussare a questa porta.

He can't touch you  [Sequel di 'Puzzle'] // Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora