Poggio la ciotola di mul naengmyeon sotto il muso lungo di Jun-Seo.
-È stata una giornata pesante?-
Sussurro guardando il suo bel viso.
Il ragazzo annuisce lentamente, si slancia all'indietro permettendo alla sua schiena di rilassarsi sul bordo della sedia imbottita.
-C'era una fila che partiva dalla montagna di Songnisan e finiva alle porte della banca-
I suoi nervi si accendono, lo si nota non appena impugna il cucchiaio e lo fa affondare nel brodo di carne avanti a lui.
Perciò decido di farlo calmare, pacificamente avanzo in direzione del castano scuro, faccio atterrare le mie mani sulle sue spalle tese, affondo i polpastrelli nel tessuto della camicia bianca, la testa del mio compagno rotola con molta lentezza fino a toccare il mio torace, chiude gli occhi beandosi di quel breve massaggio, i lati della sua bocca si alzano di mezzo centimetro e i suoi muscoli si lasciano andare.
-Ah-
Ansima Jun, i suoi polpastrelli si poggiano sulle mie mani, accarezzano la pelle olivastra e la sua voce si fa sentire.
-Ne avevo così bisogno-
Mormora sorridendo.
-Che ne dici di mangiare, poi di una bella doccia calda e di andare a dormire?-
Propongo poggiando il mio mento tra la sua chioma profumata.
-Sì-
Conclude lui.
Lascio la presa dalle sue spalle, rivolgo il mio sguardo assonnato ai miei figli seduti disordinatamente sul tappeto avanti il grande televisore e mi avvicino ai due piccoli.
-Yah, non avete fame?-
Domando dolcemente.
Lo sguardo innocente di Aidan incontra il mio, il bimbo annuisce freneticamente slanciandosi verso di me.
Prendo in braccio il piccolo ometto, pizzico delicatamente quelle guanciotte così morbide e mordicchio giocosamente il suo orecchio.
Si-Woo invece resta incollato alla televisione, laddove trasmettono il famoso film 'Spiderman' .
-Si-Woo-ah!-
Esclamo.
Il piccoletto resta comunque impassibile al mio richiamo.
-Va bene, stai pure quì. La tua fetta di Tiramisù allora la mangerà Aidan-
Il fratello maggiore esulta, mentre il minore si volta indispettito.
-Mio!-
Grida Woo alzandosi dal morbido tappeto in pelo.
-È mio!-
Ripete correndo in direzione del tavolo da pranzo poco distante dal salotto.
-Il televisione si vede ugualmente da questa posizione. Non hai bisogno di fare tante storie, nanetto-
Jun-Seo sistema il bambino sulla sua sedia, avvicina la ciotola fumante di zuppa e dona un pezzettino di carne in più al bimbo.
-Mangia o diventerà freddo-
Si-Woo afferra il cucchiaio di plastica dura verde, lo fa roteare nella ciotola e con poca attenzione lo porta alla bocca.
-Aidan-ssi!-
Il mio ragazzo chiama il piccolo tra le mie braccia che posiziono sulla sua seggiola, Aidan prende a guardare il suo patrigno con aria sognante.
-Prendi un' altro pezzettino di carne. Ti farà bene-
Sorrido leggendo l'amore per i miei figli negli occhi di Seo, finalmente mi lascio scivolare anch'io al mio posto, con una mano reggo il telefono dal quale leggo i messaggi di mio padre, con l'altra stringo le bacchette ferree che punzecchiano una striscia di carne.
-È davvero buono; neppure mia madre cucina così bene il mul naengmyeon...-
Ridacchio al complimento del giovane, scuoto la testa contraria a lui.
-Non esagerare, la mamma è pur sempre la mamma-
Gli ricordo.
-Sono d'accordo.-
Puntualizza.
Alzo il braccio avvicinando la carne saporita alle labbra, ma resto immobile vedendo i messaggi da parte di quella persona.Junggok:
"Quando è possibile parlare con i piccoli?"Deglutisco per poi accogliere tra le pareti della bocca il primo boccone di cibo.
Metto giù le bacchette per digitare una risposta.Me:
"Ora stanno cenando, appena li avrò lavati e preparati per dormire ti chiamerò."Ripongo il telefono sul tavolo, i bimbi continuano la visione del film e Jun-Seo li imita.
-Non è il classico film di Spider-Man, stanno diventando così rudi le versioni moderne.-
Commenta il castano.
-Ma che dici-
Ridacchio.
-Aish, insomma, guarda che bacio si stanno dando! Non è molto educativo per un pubblico così giovane-
Sposto lo sguardo sui due attori, Zendaya unisce le labbra in un castissimo bacio con Tom Holland e ciò scatena mille commenti.
-Non guardate-
Bisbiglia Jun poggiando le mani avanti la visuale dei bimbi.
Ma Aidan oppone resistenza abbassando il capo al di sotto del palmo di Jun-Seo.
-Voglio vedere!-
Urla offeso.
-Non sono cose appropriate per voi bambini-
Insiste il suo patrigno.
Ridacchio guardando la scena, poi prendo le difese di Aidan.
-Non è così piccolo da vietargli un bacio da nulla-
Esordisco.
-Magari Si-Woo-
-Si rovinerà la crescita guardando queste scene-
Ringhia il mio compagno.
Il mio primogenito completamente in disaccordo con il maggiore, fa sentire la sua voce.
-Non è vero! La mamma e Jungkook Appa si sono baciati così quando Appa è venuto qui!-
Merda.
Resto immobile, con gli occhi spalancati come se qualcuno stesse tenendo su le mie palpebre con delle mollette per il bucato.
-Che cazzo significa?-
Il tono di ghiaccio di Jun-Seo fa fischiare le mie orecchie.
-Non sa quello che dice...-
Sussurro abbassando la testa.
Provo a giustificarmi, ma l'alzata improvvisa del maggiore inizia a far tremare la poca corazza che mi è rimasta.
-Vi siete baciati?-
Sussurra avanzando verso di me.
-N-no-
Balbetto.
Il castano si abbassa alla mia altezza.
-Ti rifaccio la domanda-
La sua mano si stringe attorno il mio collo come un' anaconda verde pronta a soffocarti.
-Tu e quel lurido figlio di puttana vi siete baciati?-
La presa aumenta quando il mio silenzio prende a mischiarsi con quello della stanza.
-Rispondi cazzo!-
Il tremolio alle mie mani si sveglia, tento di farmi piccola piccola sulla sedia ma le falangi lunghe di Jun-Seo si attorcigliano ai miei capelli, tirandomi verso il suo viso.
-Allora?!-
La sua voce tetra si alza a dismisura, chiudo gli occhi e percepisco dei tentacoli stringersi sempre di più attorno la collottola consumata dal suo tocco nervoso, il mio silenzio lo infastidisce, lo so, ma ho perso il coraggio di parlare.
Non è un buon segno e l'uomo sottolinea questo difetto, mollando il primo schiaffo in pieno volto.
L'impatto della sua pelle sul mio viso è così forte da far sussultare i bambini seduti attorno il tavolo.
Ma loro pensano che la violenza sia un gioco.
-Ne parliamo di là?!-
Insiste lui.
La mano che comprime la mia trachea si scioglie come burro sotto il sole, vengo tirata in piedi e gettata con una zampata sulle ossa sporgenti del bacino, per terra, vedo i bambini immobili senza la tranquillità delle altre volte quando assistevano a scene simili, sorrido debolmente alle piccole creaturine mentre mi maledico per far subire ai loro occhi tali assurdità.
Lascio cadere la testa per terra, ignoro totalmente il tonfo della mia scatola cranica che urta le mattonelle lucide in grado di riflettere le luci di ghiaccio per quanto siano pulite, socchiudo gli occhi ritrovandomi il piede di Jun-Seo a pochi centimetri dal viso, la suola della sua ciabatta da appartamento è linda ma molto presto si sporcherà del mio sangue.
È stato capace di schiacciarmi tra le pareti di una casa degli orrori come questa, sarà anche capace di schiacciarmi sotto le scarpe come si fa con le blatte.
-Un' equivoco!-
Esclamo rassegnata, se taccio verrò asfaltata dalle fiamme della sua interminabile rabbia e se parlo farò la stessa fine.
Non c'è differenza, ma questo silenzio dove nessuno parla e dove regna solo il rumore della pelle di una madre con la paura costantemente tra le dita viene abbrustolita da lava e odio, fa più male dei colpi di questo mostro.
-Mi ero persa tra i miei pensieri, non ho connesso ed è successo-
Sembra come se del ferro fuso stia scendendo a fiumi dal mio naso, ma il sapore ferreo è quello del sangue, quell'odiosa sostanza che sta macchinando le mie labbra come se fosse una tinta labbra firmata Tom Ford.
Il mio compagno, quest' orribile uomo, si piega sulle ginocchia, posiziona le dita sotto il mio mento che stringe assai forte e mi forza a guardare quegli occhi vuoti.
-Quindi è successo.-
Afferma il castano.
-Ti do trenta secondi per raggiungermi in camera. Osa scappare, osa disobbedire, osa tardare e ti spedirò dritta all'inferno, mi hai capito?-
Il suo tono è il tono di un pazzo, senza pudore, senza dignità.
Alza lentamente lo sguardo glaciale sui miei figli.
-Mangiate piccoli, io e la mamma andiamo a parlare di là-
Lui si allontana, abbandona la stanza con i suoi passi pesanti, come se indossasse degli stivali di cemento.
-Eomma-
Piagnucola Si-Woo.
Riesco ad alzarmi poggiando le mani ai bordi del mio corpo.
Ritorno in posizione eretta, reggendomi poggiando le mani sul tavolo.
Vedo un pizzico di paura negli occhi dei miei piccoli e del pentimento in quelli di Aidan, per aver parlato troppo.
Ma è solo un bambino, non voglio si senta in colpa e abbia dei rimorsi...tutti sbagliamo.
Sforno uno dei miei migliori sorrisi.
-Hey, che vi prende-
Sussurro.
Accarezzo le gote di Woo, sento l'aria che sprigionano ed è tesa come i fili di un telaio.
-Vi siete fatti abbindolare da un po' di sangue?-
Miagolo passando l'indice sotto le narici, rapendo quel mostruoso liquido rosso in una mossa.
-Dovete state tranquilli, io e Jun-Seo Appa stiamo giocando come sempre!-
Fingo una risata per poi far ritornare il sorriso al più piccolo tra i miei due tesori preziosi.
Ma Aidan resta impassibile, continua a guardare il sangue che sgorga dal mio naso, ha capito che qualcosa non va.
-Vado da Seo Appa, mi medicherà questo pasticcio... è stato un piccolo colpo di sfortuna, sarà il caldo che mi ha dato alla testa-
-Mamy-
Il bimbo grande mi nomina, alzo lo sguardo notando le sue gemme verdi, lucide per via delle lacrime formate agli angoli delle palpebre.
-Hai paura di questo?-
Indico la sostanza color pomodoro.
Noto la sua testolina che annuisce, ridacchio fingendo un tono ironico.
-Amore, va tutto bene...voi finite di fare la pappa, io vado di là-
Mi volto lasciando una scia di positività nell'aria, che svanisce ad ogni mio passo che abbandona la saletta dal buon profumo di bollito di carne e brodo speziato.
Introduco il mio corpo dolorante nella stanza da letto, il mio torturatore è sull'uscio della camera che attende il mio arrivo, chiudo gli occhi dalla paura trovandomelo ad un palmo dalle labbra, il fragore della porta mi fa saltellare di pochissimo sul posto, il silenzio è così marcio da poter far paura a sé stesso, esso si spezza alla prima batosta così furente che mi forza ad aprire gli occhi.
La guancia brucia come se avessero appena appiccato del fuoco sul mio viso, le urla disperate del diavolo fatto in persona, mi stordiscono.
-Come hai potuto?! Come?!-
Un'altra botta ancora, il mio cuore sussulta nel mio petto, fa di tutto per non smettere di battere, per non lasciare i miei piccoli soli.
-Io che evito di guardare le donne che mi stanno attorno perché mi sentirei in colpa!-
Un suo pugno sulle costole corrisponde ad una maganellata, sento il viso sbriciolarsi, il cuore diventare polvere.
-E tu che ti limoni il tuo ex marito!-
Vengo percossa, vengo colpita senza pietà, vengo trucidata dalle parole e dalle mani di quest' individuo come un misero sacco di farina inutilizzabile.
Trattengo le urla di dolore, ma non le lacrime, trattengo la mia voglia di sparire da quì, ma non il sangue macchiante ed arrivo ad un punto in cui non riesco più a sopprimere le urla, ed è in quel momento che qualcosa al di fuori del mio cuore, si spezza.
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He can't touch you [Sequel di 'Puzzle'] // Jeon Jungkook
FanfictionMi volto velocemente in direzione della porta, sembra che una mandria di bufali stia cercando di irrompere nel prestigioso appartamento, il citofono suona ininterrottamente ed i colpi alla porta non cessano. Guardo l'uomo avanti a me con il cucchiai...