CHAPTER 26.

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Si-Woo sventola avanti al mio viso il foglio spiegazzato, con sopra disegnato un confuso panorama.
-Wah-
Mi meraviglio.
Afferro tra le mani il disegno.
Il bimbo freme di gioia, pronto per attestarsi i suoi crediti.
-Dovresti fare il pittore-
Mi complimento.
La sua boccuccia si alza verso l'alto, il suo sorriso solare salta fuori.
-E tu Aidan che vorresti fare da grande?-
Porgo la domanda al più grande dei miei piccoli.
Il mio primogenito alza la testa dal quaderno a quadretti pieno di scritte precise.
Schiude la bocca, portando la penna a pochi centimetri dalle labbra.
-Vuoi ancora essere un poliziotto? Come l'agente Sagong?-
Il piccolo segue le mie mani gesticolanti, poi scuote la testa.
-No eomma-
Mugola indeciso.
All'improvviso alza un dito in aria.
-Il cantante! Come Appa!-
Ridacchio annuendo.
-Hai una voce meravigliosa, dovresti farlo.-
Il bambino ritorna con lo sguardo sulla pagina di compiti.
Punta gli occhi sul problema di matematica e getta uno sguardo alle sue dita per praticare qualche calcolo.
Resto rannicchiata sul divano con un leggero plaid sulle gambe, rispondo al messaggio di Meji-Woo.

'Ho avuto modo di conoscere il mio avvocato.
Il signor Yang è un' uomo gentile, comprensivo e serio sul suo lavoro.
Mi ha detto che necessiterò di alcuni testimoni per confermare quanto raccontato da me, i ragazzi, Jungkook e i suoi genitori stanno dalla mia parte.
Parleranno per me, di come mi hanno vista questi anni.
Se vuoi partecipare anche tu, mi farebbe piacere. Sei libera di scegliere.
Ti manderò un campione del nuovo gilet alla coreana, uscirà a breve.'

Invio il messaggio, puntualmente il campanello di casa suona.
Aidan mi squadra, conosco quello sguardo.
-Sì, credo sia papà con la cena-
Rispondo.
Il minore sfreccia verso la porta d'entrata, pigia il tastino di apertura del cancello e resta a guardare fisso avanti a se.
-Appa!-
Lo vedo sparire, quando attraversa la pesante porta spalancata.
-Yah, rischierai di buttare tutto quanto a terra!-
La voce di Jungkook si propaga in un' esclamazione di raccomandazioni, mi alzo anch'io non appena Si-Woo si avvicina a me, pronto per essere preso in braccio.
-Pigrone-
Sussurro quando la morbida coperta scivola dalle mie ginocchia.
Il bimbo circonda la mia vita con le sue gambe, insieme ci dirigiamo dove sono situati i due.
-Hey draghetto-
Junggok felice, stringe il mento del suo secondogenito tra le dita.
Stampa un bacio sulla sua fronte e mi guarda.
-Kristen-ah-
Si rivolge a me a mo' di saluto.
-Kookie-ssi-
Mormoro.
Il moro smaglia un piccolo sorriso, mi porge una busta bianca.
-Attenzione, la carne è bollente-
-Ho già mangiato-
Sussurro.
Non è così, ma non ho fame.
Il rimbombo della porte che si chiude mi fa sussultare, alzo lo sguardo dalla cena al ragazzo.
-Tutte scuse. Siediti e mangia-
Scrollo le spalle, mi volto dando le spalle all'uomo, rivolgo lo sguardo alla tavola già apparecchiata.
-Venite a mangiare, bestioline-
Poggio il sacchetto sul tavolo.
I piccoli automaticamente si avventurano nel corridoio pronti per lavarsi le mani al bagno del pianoterra.
-Che ha detto il tuo avvocato?-
Guk si toglie la giacca nera, gettandola sul divano.
Scrollo le spalle.
-Che presto si deciderà il giorno del processo.JunSeo momentaneamente è in carcere, hanno assolutamente bocciato l'idea di tenerlo agli arresti domiciliari o potrebbe scappare. Penso che ritornerò a casa mia, dunque-
-Mh? In mezzo ai tuoi vicini infedeli? Ti riempieranno di domande e inoltre quella casa te la dovrai scordare: è piena di ricordi oscuri-
Annuisco.
-Sì , forse hai ragione.-
Puntualizzo.
Riempio i piatti dei piccoli di carne, guardo Jungkook in attesa della sua attenzione.
-Mangi qualcosa anche tu?-
Annuisce.
Si accomoda al suo posto, maneggia con maestria le bacchettine in ferro, poi mi resta a guardare mentre poggio il cibo nel suo piatto.
-Ha un profumo delizioso-
Si esprime lui.
-Sì-
Concordo.
-Spero per te che mangerai con noi-
Scrollo le spalle.
Ho troppo stress addosso, il cibo ora come ora è il mio ultimo pensiero.
-Assaggerò qualcosina...-
Sussurro.
Il suo viso si spegne tutto ad un tratto, scuote il capo.
-Butterai giù tutto quello che hai nel piatto. Fino all'ultima goccia-
Ignoro le parole del ragazzo, mi metto seduta seguendo con lo sguardo i miei figli che si accomodano a tavola.
-Buon appetito-
Mugola Kook.
I piccoli ricambiano l'augurio.
Agguanto le bacchette in silenzio, alzo lo sguardo sul mio ex marito, mi guarda severamente.
-Mangia, Kristen-
-Sì, sì-
Sussurro.
Lui addenta un pezzettino di carne, corruga le sopracciglia quando non mi vede affogare le posate nel mio piatto.
Perciò alza le sue bacchette, alcune goccioline di brodo saltano per la velocità del gesto.
In quel memento, la manica della sua maglia si abbassa, rivelando il suo braccio pieno di tattoo.
-Perché non ti vedo mangiare?-
Svio la domanda, sono troppo concentrata a guardare quel giglio rosso sul suo arto liscio.
Guk riesce a capire dov'è poggiata la mia attenzione, con un gesto pacato, tira giù la manica del capo fino al polso.
-Mi è passata la fame-
Sussurro alzandomi.
-Te la sei presa per il tatuaggio, vero?-
-No...-
Mugolo.
Arrotolo le dita attorno la ciotola di coccio, la quale svuoto dal pranzo nei piatti dei piccoli e di Guk.
-Non sei brava a mentire-
Scrollo le spalle.
-Non dovresti giudicare il mio tatuaggio senza sapere neppure la storia che ha dietro-
Poggio le mani sui fianchi, guardo con sdegno l'uomo avanti a me.
-Cosa dovrei sapere? Eh? Che hai coperto il nostro tatuaggio con uno per lei? -
-Non sai nulla, non parlare.-
Imito una risata ironica.
-Invece so tutto quanto. So che hai scelto il giglio per voi due e che è un simbolo di passione. Ma anziché coprirlo, perché non l'hai fatto da qualche altra parte?-
-Ripeto, non sai nul-
-Perché volevi cancellare tutto quello che siamo stati io e te-
Sono furiosa, non riesco ad accantonare il dolore di quella sua scelta.
-Aish, perché sei così dura di testa?!-
Jungkook prende a sbraitare, mentre porta le mani ai suoi capelli.
-Sta zitta, non hai capito nulla di tutto questo!-
Abbasso la testa sentendomi impotente dinanzi a lui.
Il silenzio regna nella stanza, i piccoli ci guardano impauriti dalla nostra medesima litigata.
-Metti i piccoli a letto quando hanno finito di mangiare. Domattina riordinerò tutto.-
Mi reco al piano superiore, chiudo la porta della camera padronale alle spalle.
Vorrei piangere, ma non riesco.
Perciò decido di distrarmi con una doccia calda.
Poggio le mani sul cassettone dell'intimo, guardo la superficie del mobile, poi tiro in mia direzione il primo cassetto, il buon profumo del legno pulito mi invade le narici.
Raccatto un cambio intimo e dalla cabina armadio, uno per la dormita.
Resto a guardare l'acqua che esce dal getto, mentre poco a poco si riscalda.
Il vapore si innalza dalla doccia all'ampio soffitto, mi siedo sullo sgabello decorativo di fianco la pianta verdissima di aloe vera, guardo i miei prodotti di skin care, all'angolo dello specchio spazioso.
-È tutto troppo complicato...che cazzo-
Sussurro affranta.
Vorrei indietro la serenità di una volta.
Nulla di più.
Mi spoglio dai miei abiti, lancio il groviglio di tessuti sul pavimento, resto a guardare le linee del mio corpo sciupato, attraverso il riflesso dello specchio appena appannato ai lati.
Rimango con gli occhi fissi sulla mia stessa figura, che non è più la stessa di anni fa, affinché il vapore non si attacca al centro del vetro, sfocando tutto quanto.
Dei brividi di gelo ricoprono la mia pelle, nonostante sia arrivata la primavera, qua a Seoul il freddo è costantemente presente.
Entro in doccia chiudendo accuratamente le porte in vetro opaco, l'acqua si unisce alla mia pelle, provocandomi un sospiro di goduria a quel bel calore.
Passo le mani tra i capelli espandendo l'acqua fino alle punte curate, apro gli occhi sotto l'acqua pulita ed adocchio i miei shampoo, balsamo assieme al flacone bianco e nero di bagno schiuma.
Afferro quest' ultimo, verso una piccola quantità di prodotto sul palmo della mano sinistra, la quale passo sul braccio opposto, espando la schiuma sulla spalla, poi sulle clavicole e sul collo, chiudo gli occhi lasciandomi andare completamente sotto le calde coccole dell' acqua, affinché un tocco estraneo si unisce al mio.
Sussulto sul posto aprendo rapidamente gli occhi, mi basta abbassare lo sguardo sulle braccia forzute legate intorno al mio seno, poi scorgo quel maledettissimo giglio rosso sulla pelle candida.
Le sue dita si poggiano sulle mie labbra togliendomi la parola, sento il suo sguardo sulla mia pelle piena di lividi verdastri tendenti al giallo sporco e ai graffi tendenti a sparire del tutto.
Le sue mani esplorano le mie cosce, tastano le cicatrici delle botte ricevute da JunSeo, stringe tra le dita i miei fianchi, affinché il suo volto non si getta nell' incavo del mio collo.
La sua bocca socchiusa ansima, nel frattempo i singhiozzi escono dalla gola.
Le sue lacrime si mischiano con l'acqua della doccia, chiudo gli occhi cercando con la mano, la soffice chioma del mio ex marito.
Chiudo qualche sua ciocca nella mano, mi lascio andare anch'io in un pianto di pura sofferenza.
Litigare con Jungkook non aiuta, è l'unica persona che sento davvero vicina, oltre i miei splendidi bambini.
-Lo ucciderò con le mie stesse mani. Te lo prometto-
Kook una pausa dal suo sfogo di lacrime, per dar voce alla sua vendetta.
-Non lo farai-
Lo correggo.
-E invece sì-
-Non te lo permetterò-
Il mio tono torna stabile, sollevo le palpebre e mi volto di poco.
Junggok ha gli occhi gonfi e rossi, le labbra arrossate e la sua espressione è più seria che mai.
-Non finirai nei pasticci per lui, mi hai capito?-
Jungkook resta in silenzio.
-Guarda come ti ha ridotta...Guarda come-
Sospende la sua frase, facendomi girare del tutto verso di lui.
I suoi occhi scivolano sulla mia pelle velocemente, la punta del suo indice sfiora le mie costole sporgenti.
-Guarda come sei dimagrita-
Abbasso la testa e con essa i miei occhi , sul mio corpo.
Guardo le ossa del bacino che spingono leggermente sotto la pelle, le cosce molto più magre di un tempo ed il seno poco più basso.
La mano del ragazzo mi afferra il mento, sorride con tutte le sue forze.
-Sei bellissima lo stesso-
Sussurra.
Alzo poco poco le spalle, ormai non vedo più un briciolo di bellezza in me.
-Hai imparato a non dar più peso alle mie stupide supposizioni sul tuo corpo, vero?-
Annuisco.
Sì, ma fanno male lo stesso.
-Scusa se ti ho fatto innervosire. Dovresti solo lasciarmi parlare a volte...-
Guardo le sue labbra.
-Scusami tu-
Parlo.
Restiamo poco tempo a guardarci l' un l'altra, poi le mie mani catturano il suo collo.
Mi getto su quelle soffici labbra e il mio cuore sembra sorridere non appena Kook ricambia il bacio.
Sento le sue dita solleticare il mio collo con una carezza, la mia gamba destra viene sollevata dai suoi movimenti delicati, i suoi capelli coprono i suoi occhi scuri.
Perciò sposto la sua chioma fradicia dal suo viso impeccabile, privo di imperfezioni se non fosse per quella cicatrice sullo zigomo.
Ma anche quel piccolissimo difetto riesce ad essere tutt'altro.
Le sue labbra scendono lentamente dal viso al collo, laddove si ancorano.
La mia cute viene rapita dai suoi boccioli di rosa, percepisco un piccolo bruciore poco sotto la gola, è quella sensazione assai familiare che mi riporta ai bei ricordi di un tempo.
Ansimo sotto il suo tocco magico, mi rilasso totalmente sentendomi protetta tra le sue braccia, vedo le dita di Jungkook che giocano col mio seno, stringono i miei bottoncini di carne e vi ci poggia sopra la sua piacevole bocca.
Allungo la mano verso la sua erezione tesa, la percorro per tutta la sua inestimabile lunghezza fino a placarmi alla cappella liscia.
-A-Ah-
Guk emette un gemito strozzato, prima di nascondere il volto sopra le mie clavicole.
Massaggio il suo pene con maestria, con lentezza, provocandogli infiniti brividi di piacere.
Lascio anch'io i miei baci sul suo collo, con la lingua sfioro il pomo d'Adamo sporgente, lascio lo zampino delle mie labbra anche sul suo spazioso petto nudo.
Lui alza la testa, il suo viso è privo di ogni espressione, le sue sopracciglia sono solo leggermente corrugate verso il basso, apre gli occhi a mandorla, quei bellissimi occhi e incastra le pupille nelle mie.
Stringo la sua schiena tra le braccia, i nostri petti si incollano, i nostri bacini si toccano.
Junggok afferra la sua erezione gonfia tra le dita, attendo di risentire quel piacere indimenticabile sorprendermi dopo essere stato chiuso in un baule per troppo tempo e vengo accontentata:
il suo pene striscia dritto tra le mie carni, lascio uscire un gemito di liberazione dalle labbra, stringo gli occhi e serro la bocca per evitare di gridare presa dal piacere.
Guk mi imita, alza il mento in aria prima di iniziare a dare spinte lente e precise, mi avvinghio ancor di più alla sua schiena muscolosa, le nostre bocche si ritrovano e nonostante abbia visto e subito atrocità a sfondo sessuale, nonostante la mia intimità sia stata violata più di una volta, nonostante al posto di gemiti di piacere vi fossero singhiozzi di dolore e lamenti esasperati, sotto l'inconfondibile tocco di Jungkook, tutto il male svanisce, perché so di quali mani posso fidarmi.

He can't touch you  [Sequel di 'Puzzle'] // Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora