-Dillo che provi ancora qualcosa per lui, ammettilo puttana!-
Le urla di Jun-Seo mi tormentano le orecchie, io resto accasciata a terra mentre il mio labbro inferiore perde sangue.
Mi ha aggredita.
Per la medesima volta.
Mi sono sfogata con lui dicendogli quanto mi avesse ferito il fatto che Jungkook mi avesse detto 'ti odio', lui ha visto tutto dal punto di vista sbagliato e mi ha colpito in pieno viso con un pugno facendomi sanguinare il labbro inferiore, mi sono ritrovata a strisciare verso il pavimento con le spalle al muro, mentre lui mi urlava cose del tipo: "Credi davvero che due occhi colmi di lacrime mi facciano cambiare idea sulla mia ipotesi?"
Infine è andato in cucina ed è uscito da essa con un pacco di ghiaccio tra le mani.
L'ha tirato in mia direzione ed è atterrato parallelo alle mie gambe.
Ora stringo tra le mani la busta di ghiaccio gelida mentre il mio aggressore si avvicina a me.
La sua mano stringe i miei capelli e mi forza a guardarlo negli occhi.
-Curati questa ferita del cazzo prima che si ingrandisca e qualcuno inizi a farsi domande-
Annuisco freneticamente, lui si abbassa al mio livello e stringe una mano intorno il mio collo facendo pressione.
Respiro a fatica e la mia paura cresce a dismisura.
Temo possa uccidermi da un momento all'altro.
-E nomina ancora quel grandissimo figlio di puttana, giuro che ti spedisco dritta all'ospedale. Mi hai capito?!-
Urla le ultime tre parole riuscendo a farmi fischiare i timpani, con le lacrime che mi rigano le gote bollenti, parlo a stento.
-S-si-
Balbetto, un po' per quanto mi spaventi quest'uomo, ma soprattutto per la mancanza d'ossigeno.
Molla finalmente la presa, la prima cosa che faccio è prendere un gran respiro a pieni polmoni, mentre quel mostro sparisce dietro la porta del suo studio, io mi spingo ancora di più verso la parete in roccia, riesco ad alzarmi ignorando la pelle che viene graffiata dalle rocce decorative della parete, ho ancora il ghiaccio tra le mani e il sangue che sgorga dalla bocca come una lenta fontana.
-Vaffanculo...-
Sussurro.
Riesco ad avvicinarmi al divano del salotto, mi lascio cadere sull' ammasso di morbidezza, poi stringo le ginocchia al petto.
Tampono col ghiaccio la ferita aperta, fa male ma mai quanto il mio cuore distrutto dalle parole all'uomo a cui tengo di più, oltre mio padre ed i miei figli.
Sono le undici di sera, i bambini dormono da un pezzo e Seoul è più buia che mai;
Mi ritrovo a pensare a quanto possa essere fortunata Soomin: Essere tra le braccia di un' uomo così affascinante, dolce, disponibile e capace di amare sul serio, fossi in lei lo terrei stretto come avrei dovuto fare io tempo fa.
Sento il labbro gonfiarsi dopo qualche minuto, è spesso e bollente.
Altre lacrime abbandonano il mio sguardo spaventato e perso, riesco a respirare ancora malamente.
Ho bisogno di conforto, di due braccia capaci di farmi sentire protetta.
E quel nascondiglio non è Jun-Seo e neppure Jungkook, non più.
Infilo le scarpe poste nella scarpiera all'entrata, sono rivestita da una tuta beige ed i capelli sono scompigliati a causa del movimento mentre le prendevo ingiustamente.
Noto il fermaglio per capelli in perle poggiato sul mobiletto posizionato all'entrata, rigiro i capelli tra le mani e li blocco sulla nuca.
Afferro le chiavi della mia auto ed il cellulare, vorrei portare i miei figli con me e scappare da quell' animale senza sentimenti, ma so che almeno con Jun-Seo loro sono al sicuro.
Lui ama i miei figli e loro amano lui.
Esco dall' appartamento e corro verso l'ascensore senza mai guardarmi indietro, ho paura che Jun-Seo possa rincorrermi e portarmi a casa.
Ne ho già subite abbastanza oggi.
Quando entro in auto non perdo tempo a sgommare via dal parcheggio, sento ancora il sangue che cola dalla ferita sul labbro, perciò passo la lingua su di esso sentendo il sapore ferroso del liquido rosso scendere lungo la gola.
Concio il viso in una smorfia di disgusto, intanto mi fermo al semaforo attendendo che diventi rosso.
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-Yah, Kristen-ssi-
Jin cammina verso di me, poi mi guarda mentre afferra la mia mano e bacia il dorso di essa.
-Scusa, non posso abbracciarti; abbiamo finito ora di provare le coreografie e sono tutto sudato-
Scuoto la testa.
-Non preoccuparti; grazie per aver accettato di incontrarci...necessitavo di supporto.-
Dico.
Il moro sorride, mi prende per mano e ci spostiamo dal parcheggio del dormitorio fino all' interno di esso.
-Non torni a casa oggi?-
Domando guardando in giro per il perimetro di lusso.
-No, torno a casa il weekend, almeno posso starmene in pace nel mio appartamento e riposare, il resto della settimana resto in dormitorio. Uguale gli altri-
-Capisco-
Mugolo.
-Che succede piccola?-
Chiede Seokjin, intanto inserisce il codice d'apertura della porta principale dell'appartamento e mi precede appena metto piede nel salotto.
-Ho litigato con Jun-Seo, lo stress del lavoro mi lacera piano piano ed il fatto di aver perso Jungkook mi manda letteralmente fuori di testa.-
-Uh-
Jin poggia la sua felpa Gucci sul divano e guarda fuori dalla porta finestra.
-Ti serve un po' d'aria-
Afferma.
Apre la porta scorrevole ed una volta usciti sulla terrazza, poggio le braccia sulla ringhiera che ci separa dal vuoto.
Il moro mi raggiunge e allunga un pacchetto di sigarette verso di me.
Lo guardo confusa, ma ne afferro lo stesso una.
-Da quanto fumi?-
Domando.
-Potrei farti la stessa domanda-
Ridacchia il ragazzo.
Rido anch'io.
-Comunque è stato Taehyung ad attaccarmi il vizio-
-Aish, accidenti Tae-
Guardo davanti a me e nel frattempo la risata di Jinnie mi culla.
-Quindi?-
Inizia lui, dopo qualche secondo di silenzio.
Mi giro nuovamente verso di lui e guardo il suo bellissimo profilo facciale, lui recupera un' accendino dal fondo della sua tasca e smanetta con esso accendendo l'involucro di tabacco tra le sue labbra.
Mantiene abbassato il tasto d'accensione ed avvicina la fiamma alle mie labbra.
Il fuoco prende a bruciare la carta della sigaretta, io inspiro per evitare che il tutto si spenga.
Il moro ritrae l'accendino mentre guarda attentamente la mia bocca.
-Che hai fatto sul labbro?-
Passa il dito sulla ferita fresca, nota il gonfiore e spalanca gli occhi.
-Hai preso una bella botta-
Annuisco ridendo.
-Si-Woo mi ha colpita con il telecomando di una macchinetta telecomandata mentre giocavamo-
Jin si unisce alla mia risata, sembra non sospettare di nulla.
-Invece cos'è successo con Jun-Seo?-
Deglutisco nervosamente.
Scrollo le spalle spostando lo sguardo sulla strada trafficata.
-Una litigatina così...-
Certo.
Seokjin mi squadra.
-Ti va di raccontarmi l'accaduto?-
Velocemente gesticolo paralndo.
-È solo geloso del fatto che tenga ancora a Jungkook...-
Mi fermo appena noto una jeep nera accostare accanto il palazzo del dormitorio.
Le portiere si aprono, due bodyguard scortano il resto del gruppo appena uscito dalla vettura, poi lo vedo ed il mio cuore accellera.
I capelli neri sono raccolti per metà in un codino, indossa una tuta nera e grigia e con la mano regge il telefono attaccato all'orecchio.
Sorrido come una ragazzina in preda alla prima cotta.
-Insomma, come potrei non tenere a Kookie? È il papà dei miei figli, è stato il primo a chiedermi la mano, il primo che ho amato sul serio e che amo ancora sul serio, è una parte di me, il pezzo mancante del mio Puzzle che era stato completat-
-Hai detto 'che ami ancora sul serio?'-
Il moro mi risveglia dal mio blocco, distolgo lo sguardo da Kook che entra serenamente nel grattacielo e lo punto sul mio caro amico.
-M-mh?-
Balbetto facendo di nulla.
Merda, mi ero fatta trasportare dalle parole.
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He can't touch you [Sequel di 'Puzzle'] // Jeon Jungkook
FanfictionMi volto velocemente in direzione della porta, sembra che una mandria di bufali stia cercando di irrompere nel prestigioso appartamento, il citofono suona ininterrottamente ed i colpi alla porta non cessano. Guardo l'uomo avanti a me con il cucchiai...