CHAPTER 23.

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-Perchè non vuoi capire?!-
Alzo il tono quando Guk si siede accanto a me.
Sbatte violentemente lo sportello, mi guarda furioso.
-Non ti lascio ritornare da quella merda, non insistere!-
-Non hai capito che è in grado di buttarci merda addosso se non ritorno da lui?!-
Sbraito.
-Facesse quel che vuole, sei più importante tu di due schizzi di merda!-
Cala il silenzio nella vettura di Junggok.
Siamo ancora nel parcheggio di casa mia, Jun-Seo non ha pensato di prendere un' ascensore o scendere dalle scale antincendio per riprendermi: ha paura di Jungkook.
Kook si lascia cadere all'indietro, la schiena tonica tocca il sedile in pelle della sua costosa Mercedes.
-Da quanto lo fa?-
Junggok spezza il silenzio improvvisamente.
-Da quando ci siamo conosciuti-
Rispondo.
-T-tre anni?-
Balbetta il maggiore.
Annuisco.
-Tre anni di torture fisiche, mentali, di abusi sessuali e minacc-
Il moro scatta immediatamente all'udire dell'elenco di ciò che ho passato in questo lunghissimo asso di tempo.
Apre la portiera con velocità, prende la rincorsa verso le porte del gran palazzo, io non esito a seguirlo.
-No, ti prego, no!-
Tiro il ragazzo da un braccio, riesco a farlo immobilizzare sotto il mio sguardo supplicante.
-Jun-Seo! Figlio di puttana, giuro che ti taglio la gola!-
Le urla di Guk bucano il silenzio notturno, come la punta di un trapano che fora un muro.
-Smettila-
Insisto.
-Perchè lo proteggi? Perché lo ami?!-
Il moro mi guarda insistente, mi afferra per le spalle avvicinandomi al suo viso.
-E pensi che lo ami?! Ho smesso di amarlo dal primo schiaffo che mi ha tirato. Ma ha pensato di rivelare a tutti quanti che tempo fa io e te fingevamo di amarci.
Tutto il mondo saprà che abbiamo preso in giro i nostri cari, il fandom e l'intero pianeta!-
Soffoco le grida strazianti a tal punto da far bruciare la gola, le lacrime sono in bilico tra il cadere dalla palpebra e restare stese su di essa.
-Vuoi capirlo?-
Sussurro.
Junggok sospira.
-È la sua parola contro la nostra, diremo di no alle sue accuse-
-Nascerebbero polemiche e saremmo costretti a rivelare tutto. Lasciami andare a casa.-
Scrollo il piacevole tocco di Kook dal mio corpo, cammino verso le porte dell'inferno.
-Forse devo spiegarmi meglio-
La voce di Guk mi coglie all'improvviso, il terreno viene sottratto da sotto i miei piedi e due mani stringono la mia vita con insistenza.
-Non ti lascio andare da lui-
Il sedere sodo di Jeon spunta dinanzi i miei occhi, corrugo la fronte in una smorfia infastidita.
-Stupido, lasciami andare!-
Strillo a pieni polmoni.
Il mondo attorno a me ruota, sobbalzo ad ogni passo del corvino, alzo lo sguardo sorreggendomi con le mani sul suo sedere, mi accorgo che ciò che è stata 'casa' fino ad ora, si sta allontanando.
E poi il buio s'impadronisce della mia visuale assieme gli interni immacolati della macchina sportiva.
-Finirai nei guai se provi a scappare ancora-
Promette Kook.
Infilo le mani nei capelli mentre guardo la strada vuota avanti a me.
Junggok si rimette al suo posto, si sistema la cintura di sicurezza sul busto, infine mette in moto.
Ma la macchina non parte.
Le ruote sembrano come fuse col suolo, Guk non ne vuole sapere di spingere i pedali.
-Jeon-
Lo richiamo.
Il ragazzo non si volta, quindi lo ispeziono di profilo: le sue occhiaie sono evidenti, così come le piccole lacrime che scivolano sulla sua cute perfetta.
Le mani gli tremano, faccio per poggiare il palmo sulla sua spalla, stringo con le dita quest'ultima mentre Junggok getta la testa all'indietro.
-Mi dispiace...-
Sussurra affranto.
Tira sul col naso, mentre accarezzo il suo braccio, facendo scivolare la mano sul tessuto del suo indumento.
Mi dispiace vederlo così, è una situazione troppo complicata per capire dove sbattere la testa.
E il pianto non prende solo il sopravvento di Junggok, ma anche di me.
-Kookie...-
Mormoro con un filo di voce.
Quel nomignolo sembra lo abbia risvegliato, le sue braccia si scaraventano sul volante come un tuono che rovina il silenzio di una notte tranquilla.
Le mani chiuse a pugno colpiscono lo sterzo, le sue urla mi allontano dal suo corpo, lo guardo incredula mentre la sua rabbia gli fa da voce, le nocche sbucciate colpiscono la pelle del volante come se fosse il volto della persona che odia di più, le vene sull'orlo dello scoppiare si attorcigliano attorno le braccia gonfie di muscoli tesi, il respiro è raddoppiato ed i capelli svolazzano dinanzi la fronte.
-Lo uccido!-
-Giuro, lo uccido!-
-Maledetto bastardo, ti uccido!-
E tra una parola e l'altra di Junggok, la tensione sale.
-Fermati-
Tocco le braccia del maggiore, lui si volta di scatto.
-Non sono stato in grado di proteggerti!-
Dei singhiozzi lasciano la sua bocca, tortura i suoi capelli, lo stress è alle stelle.
-Come avresti potuto proteggermi se eri all'oscuro di tutto?-
Tranquillizzo il più grande.
-Avresti dovuto parlarmene sin dal primo momento-
-C'era la minaccia di mezzo-
Spiego.
-E quindi?! Ti ha maltrattata per tutto questo tempo!-
Abbasso il capo.
Non avrei potuto dire nulla a nessuno ugualmente...
-Avrei dovuto capirlo...I tuoi atteggiamenti impauriti davanti ad ogni mio movimento, il labbro spaccato, il comportamento di Aidan ultimamente...-
Rizzo la testa e la volto in direzione del padre dei miei figli.
-Che aveva Aid? A casa è sempre così tranquillo...-
Domando preoccupata.
Ho influenzato la mente dei miei figli con quelle scene di sangue dinanzi a loro.
-Era turbato, stressato. Spesso mi chiamava per dirmi qualcosa e poi gettava la spugna.
Ma oggi ha preso coraggio, è stato lui a dirmi tutto.-
Sapevo che il mio bambino sarebbe esploso, gli do ragione.
Stringo gli occhi facendoli lacrimare, ho recato molto disturbo nei confronti dei miei geniti.
-All'inizio non credevo alle sue parole, poi mi ha riferito: 'Zia Meji ha detto di dirlo a te-
Fa una lunga pausa prima di continuare.
Tamburella le dita sul volante, spinge il piede sull'acceleratore ed incolla lo sguardo sulla strada buia.
-Quindi ho chiesto ad Hoseok il contatto di sua sorella e l'ho chiamata.
Ho iniziato la conversione dicendo 'Aidan insinua che il compagno di Kris la maltratta' e lei ha cominciato ad ammettere tutto quanto, la sua voce era così tremolante da farmi convincere che le "voci" di Aid, erano reali-
Junggok si gira verso di me, afferra il mio viso tra le mani e arresta il veicolo dinanzi la fila di macchine, immobili al semaforo rosso.
-Giura che non mi nasconderai più nulla-
Mi perdo nei suoi grandi occhi a mandorla, una lacrima scorga dalla palpebra che trema come qualcuno che soffre dal freddo, riesco solo a balbettare.
-Non so più di chi fidarmi, ormai-
Rilascio questa piccola dichiarazione in un sussurro, esso si disperde nel silenzio sofferente del veicolo.
-Di me puoi, non ti ricordi chi sono?-
La voce di Junggok subisce una piacevole metamorfosi da malinconica a dolce e rassicurante.
Non rispondo, ma la risposta è ovvia:
Come potrei scordare l'uomo che mi ha rapito il cuore?
Lo stesso uomo che lo ha frantumato ma riaggiustato e poi abbandonato di nuovo.
Ma nonostante ciò, lui a me ci tiene.
-Hai bisogno di una rinfrescata?-
Quindi i polpastrelli soffici di Guk si comprimono contro la mia cute, tiene fisso il mento per permettere ai suoi occhi di catturare i miei.
-Sono stato la tua prima volta, il tuo primo coinquilino che ha abitato con te nella tua prima casa di tua proprietà, sono stato e sarò fino alla fine il padre dei nostri splendidi figli e per finire sono stato tuo marito.
E dimmi che non ti ricordi, ma non ci crederò.-
Il mio labbro inferiore prende a tremare, guardo il freno a mano lucido abbassando la testa, riesco solo ad annuire.
Junggok si allontana, spezzando quel muro di calore che percepivo, spinge il pedale dell'auto per poi accelerare, mi ricompongo sul mio sedile, silenziosamente mi appallottolo su un fianco: sono stanca e ho bisogno di pensare.
-Hai sonno?-
Domanda l'uomo alla guida.
-Sì, un po'. Ma so ugualmente che semmai provassi a dormire, non chiuderei occhio.-
-Mh mh-
Poggio la mano sotto la guancia per evitare di sbattere lo zigomo sulla portiera ad ogni vibrazione del veicolo, socchiudo gli occhi sentendoli bruciare.
-Non metterti troppo comoda-
Sussurra Jeon.
Rialzo velocemente le palpebre.
-Dobbiamo pensare a questa situazione. È tuo dovere sporgere denuncia-
No. No. No.
Succederebbe un putiferio.
Costringo il busto a ritornare in posizione eretta.
-Non possiamo!-
Lo avviso con urgenza.
-Kristen, smettila di stare ai suoi comodi! Non vedi come ti ha conciata?!-
-Non ritorneremo al discorso principale, sai già cosa sto per dire-
-Cosa? Il fatto delle conseguenze che ci saranno in seguito alla denuncia?-
Annuisco.
-Non m'interessa. Andremo dalle forze dell' ordine che tu voglia o no. Abbiamo tutte le prove necessario per mandarlo dentro, i testimoni e soprattutto Aidan. Sai che i bambini dicono sempre la verità su quel che vedono.-
Forse ha ragione.
Potrebbe funzionare, potrei tornare a casa mia senza che l'angoscia che lui possa rincasarsi dal lavoro stressato e mettermi la solita paura.
Ma il problema delle voci su me e Jungkook che Jun-Seo potrebbe mettere in giro, mi rende ancora una volta insicura della decisione.
-Allora?-
Il corvino spezza il silenzio.
-Potremmo provarci. Ma lui direbbe ciò che siamo stati io e te in passato, a tutto il mondo.-
-Fregatene, Cristina.
Troveremo una soluzione a tutto.-

He can't touch you  [Sequel di 'Puzzle'] // Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora