CHAPTER 29.

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Il viso pallido di Yoongi mi si para dinanzi.
-Ricordo i vecchi tempi...hai presente, quando venivamo a mangiare i Bungeo-ppang quì dopo il lavoro.-
Annuisco frenetica.
-Insistevo sempre per venire qua con voi, senza la mia compagnia non avrebbe avuto senso fermarmi a mangiare quì-
Ridacchio.
-Aish, ricordo il viso incazzato di Taehyung perché preferiva mangiare i Bungeo-ppang dai carretti da strada ma la Hybe ce lo impediva, o saremmo stati invasi dai passanti-
-Già, teneva il broncio finché non arrivava la sua pastella. Poi faceva finta di nulla-
La risatina di Yoon mi invade le orecchie, accenno un sorrisino ricordando con nostalgia, i vecchi tempi.
-Da quanto non vieni quì?-
Domanda il maggiore.
Abbasso lo sguardo sul tavolino in vetro.
-In realtà l'ultima volta che sono venuta in questo chiosco, è stata con Junggok e Aidan, qualche anno fa-
Le ricordanze di quel triste giorno, mi portano a corrugare le sopracciglia: non avevo avuto tempo di dare la merenda ad Aid, ero impegnata con il lavoro e avevo perso la cognizione del tempo.
Jungkook guidò fino a quì per prendere delle ciambelline per il piccolo ed inaspettatamente anche per me.
-A proposito-
Yoongi prende parola, cercando di portarmi al presente.
-So che probabilmente ti duole parlarne, ma sono discorsi che vanno affrontati-
Scrollo le spalle.
So dove vuole arrivare.
-Non m'importa, prima o poi tutto questo dolore passerà.-
Puntualizzo, sfiorando con l'indice decorato da una graziosa French bianca sull'unghia, il piattino in coccio contenente la brioche dolce.
-So che hai rifiutato Jungkook come testimone per il tuo processo; durante le prove non fa che lamentarsene-
Resto a fissare il cornetto caldo avvolto nel tovagliolo colorato.
-Gli ho fatto solo un favore, infondo: ho tagliato quella corda che era rimasta agganciata alle due estremità del ponte-
Rispondo, sicura delle mie parole.
-Pensi di aver fatto la cosa giusta?-
La domanda di Yoongi fa nascere in me delle perplessità.
Ho preso questa decisione in fretta, non valutando a pieno l'opzione che forse a Junggok interessi davvero voler stare al mio fianco in questo periodo così caotico.
Ma sbaglio o è stato proprio lui il primo a voler prendere le distanze?
-Kristen-ah!-
Il tono allarmato di Yoon, mi fa rapidamente risvegliare dai miei pensieri.
Porto il mio sguardo, perso fino a poco tempo fa nel nulla, sulla sua figura, dal busto piegato sul tavolino lucido.
-La farcitura del tuo ordine-
Il ragazzo indica la crema che cade da una piccola crepa della pasta sfoglia.
-Ma poi dimmi se non devo bestemmiare-
L'uomo dinanzi a me alza un lato della bocca, mostrando la sua dentatura, dal canino in poi.
Ridacchia assottigliando gli occhi, mentre con la schiena va a toccare il fondo del divanetto viola.
-Non parlo Italiano, ma credo di aver capito appieno ciò che hai appena borbottato-
La supposizione del maggiore fa spuntare un piccolo sorriso sulle mie labbra.
Ridere ed essere così serena in questo momento, è l'unica cosa di cui ho effettivamente bisogno.
La compagnia di Yoongi mi sta rallegrando l'umore, ed ora che ci penso, Yoon, oltre il padre dei miei figli, è sempre stato l'unico a capirmi al volo, a captare ogni mia parola, a capire il disagio nei miei occhi.
Una domanda mi porge in testa.
-Tu-
Punto il mio indice sul suo petto.
La sua risata si placa.
Ed il suo sensuale sguardo serio, copre il suo volto perfetto.
-Cosa?-
Sussurra lui.
Squadro per bene gli occhi scuri del mio amico.
Mi irrigidisco pensando agli scenari di sangue di poco tempo fa, dove i protagonisti eravamo io e JunSeo, quel violento maniaco.
Punzecchio il mio labbro nervosa con gli incisivi.
-Di tutta questa vicenda o meglio, degli...abusi che subivo-
Il mio tono di voce tende ad abbassarsi, come se le ultime parole siano un segreto da nascondere a qualcuno, forse più dagli altri, dalla mia stessa mente, per evitare di accusare il meno possibile il dolore e la malinconia di quei giorni là.
Yoongi aggrotta le sopracciglia, guardandomi ancora più serio.
-Hai mai avuto qualche sospetto?-
Il sospirare del più grande, mi fa distogliere l'attenzione dai suoi occhi, coperti tutto ad un tratto, da un velo di freddezza e di rabbia.
Decido di arrotolare un fazzoletto attorno al mio indice, per poi pulire la dolce crema, colata qualche secondo fa.
-Posso assicurarti che nell'ultimo periodo sia io che i ragazzi, avevamo iniziato a vedere sia te che i bambini più strani che mai-
-Mh? Che intendi con 'più strani che mai'? I miei bambini cos'avevano?-
Il castano poggia le mani venose ai lati della sua ordinazione.
-I bambini...loro erano molto silenziosi; se ne stavano spesso in disparte, ma Aidan era preoccupante: ad ogni rumore forte, copriva le sue orecchie con le mani, altre volte diventava nervoso quando uno dei ragazzi iniziava una lite, anche per scherzo, in sua presenza e del il piccolo Si-Woo-
All'udire di quelle informazioni, le quali mi sono state nascoste fino ad ora, i miei occhi vengono sommersi da molteplici lacrime.
I miei piccoli diamanti preziosi, le parti del mio cuore, il sangue del mio sangue, erano stati costretti a subire con me quegli abusi, anche se indirettamente.
E per ciò, non perdonerò mai me stessa, mai e poi mai.
-Hey, hey-
La voce calda di Yoon, sembra volermi cullare.
Lascio cadere disperata, la testa sul tavolo, mentre i singhiozzi escono liberi.
Ma non do peso alle sue parole, penso a ciò che hanno dovuto passare i miei figli negli ultimi periodi.
-Kristen-ssi, hey-
Riesco solo ad immaginare a quanto si possano esser sentiti a disagio nella loro stessa casa e quante volte abbiano avuto quella sensazione lì.
Il tocco morbido del mio amico, si poggia sulle mie spalle, massaggiandole con gentilezza.
La sensazione di essere stata pessima nei loro confronti, per aver fatto vivere loro quella vitaccia, facendogli capire, ma non volutamente, che tutto quel che io chiamavo 'scherzo' o 'gioco' per farli stare tranquilli, era in realtà la mostruosità che oggi giorno si scova nel mondo, mi divora in questo momento e lo farà a lungo, fino a consumarmi tutta, pezzo dopo pezzo.
-Kris, ascoltami-
Scuoto la testa, sarei dovuta essere una mamma migliore per i miei bambini.
-Jagy-
E quel nomignolo è in grado di placare le mie ire, i miei infiniti senso di colpa.
Solo Kook mi chiamava così.
Quel maledetto pezzo di merda, così importante per me da esser disposta di affogare mille volte nel dolore che lui stesso mi provoca, a costo di averlo vicino a me, anche per un minuto solo.
Yoongi agguanta le mie braccia, per poi farmi rizzare il capo dalla scomoda posizione.
Automaticamente, getto le mie braccia al suo collo, mentre lui rimane lì, fermo, piegato sulle ginocchia appositamente per me, mentre le sue mani accarezzano con cura i miei capelli.
-Sono una pessima madre-
Mi lamento, intanto i singhiozzi non si fermano, così come il mio pianto.
-Aish, non dirlo neppure per sogno: non mi è mai capitato di conoscere una donna così forte, con tante responsabilità sulle spalle e nonostante ciò dedica passione al suo lavoro e alla famiglia-
Resto in silenzio, mentre mi beo delle sue rassicurazioni.
Ma ecco che il disagio ritorna, facendomi comprimere il cuore tra due mattonelle, quasi fino a farlo esplodere senza pietà.
-I miei bambini hanno vissuto in quelle casa, dovendosi subire tutto quanto!-
La disperazione ormai viaggia nell'aria, sono sicura che gli occhi di tutto il bar sono su di noi in questo momento, ma ora come ora, questo è l'ultimo dei miei pensieri.
-E secondo te è stata una tua scelta? Eri impaurita, totalmente sola davanti alle minacce di quel figlio di puttana, forse i bambini in quell' appartamento erano il tuo unico punto di forza.-
Sì, era così: loro erano la mia salvezza.
-Potevo evitarlo-
-Non potevi evitarlo, non potevi sapere che avrebbero capito. Tu eri stressata e loro si sono svegliati quando tu non te lo saresti aspettata-
Le parole mi muoiono in gola, forse ha ragione.
Forse la colpa non è stata mia, magari non del tutto.
Aumento la presa sulla pelle del castano, Yoongi lascia un flebile bacio sul mio collo, facendomi calmare poco a poco.
È così rassicurante la sua presenza, il suo tocco, le sue parole, lui in generale.
È una persona speciale, so che mi conosce come le sue tasche, so che mi posso fidare di lui ed in un baleno ho un' illuminazione.
Mi allontano leggermente dalla sua figura, rimanendo seduta dinanzi a lui.
I sottili pollici del mio amico, asciugano le lacrime scivolate lungo i miei zigomi.
Lo scruto attentamente, mentre la domanda da rivolgergli, spinge pronta per essere posta.
-Yoon-
Mugolo.
-Dimmi piccola-
Guardo ancora una volta i suoi occhi luccicanti, poi il suo naso liscio, la pelle del suo viso struccato, che splende sotto le luci del locale, per poi soffermarmi sulle sue labbra, ansiosa della sua risposta.
-Posso farti una proposta?-

He can't touch you  [Sequel di 'Puzzle'] // Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora