-Mio Dio, ogni volta che ti vedo sei sempre più bella-
Meji-Woo accarezza i miei capelli mentre sprofondo nell' incavo del suo liscio collo, sono venuta nel suo negozio per acquistare un' articolo che tempo fa avevo adocchiato e lei è stata così gentile da aprire la bottega solo per me, così avrei fatto shopping tranquillamente e avremmo chiaccherato in tranquillità, senza paparazzi, seguaci o dipendenti in giro.
Sorrido timidamente mentre stringo le braccia intorno il collo della castana.
-Che cosa ti occorre?-
Chiede poi, quando le distanze riprendono vita tra di noi.
Lascio girovagare le pupille sull' arredamento beije del delizioso negozio di vestiti.
-Dimmi che non hai finito quei bellissimi cardigan di lana marroncini-
-Yah, Kristen-ssi sempre sul casual-
Meji se la ride, indica delle vetrine espositive che si affacciano sulla 39esima di Seongsuillo.
Le luci si abbattono sui manichini in ceramica che indossano la merce del negozio, avvisto la mia preda.
-Oh sì, è proprio lui-
Mormoro.
La mia amica sgattaiola nel suo magazzino.
-Una 'S', ricordo bene?-
La sua voce intonata capta la mia attenzione.
-Ricordi benissimo-
La avviso.
Aidan struscia il viso sulla mia mano, guardo il mio piccolo tesoro visibilmente annoiato.
Si-Woo ha la stessa espressione in volto.
-Volete trovare qualcosa da fare?-
Sussurro ai due angioletti i quali muovono le loro teste freneticamente, annuendo.
-Devo solo provare un maglione, poi andremo dritti al centro commericale, va bene?-
Si-Woo concorda, il suo fratellone segue con lo sguardo Meji che ritorna da noi con il mio articolo tra le mani.
-Tutto per te, sorella mia-
Ridacchio notando il rossore sulle guance di Aidan.
Accolgo tra le braccia il morbido cardigan, mi incammino in direzione dei camerini.
-Grazie Meji-ssi-
Chiudo con lentezza la porta in legno bianco della minuscola stanzetta.
Estraggo la gruccia dal maglione nuovo di zecca, passo le dita sul tessuto accorgendomi dell' alta qualità del prodotto.
-Cavolo, questo cardigan al tatto è magnifico-
Mi complimento.
-Ne sono felice-
Il tono della castanza mi raggiunge.
Mi spoglio dalla maglia di cotone, infilo lentamente le maniche dell' indumento alle braccia ed intanto inizio a parlare.
-Penso che Aidan abbia ancora la cotta di anni fa, per te-
La risata della ragazza contagia anche me, allaccio i bottoni del maglioncino che mi calza a pennello sul busto.
Sistemo il bordo dei polsi ripiegandolo su se' stesso una volta, poi stiro il tessuto con le dita con dei movimenti verso il basso.
-Il tuo braccio come va?-
Guardo l'arto in questione leggermente gonfio per via degli antidolorifici che ho acquisito ultimamente, sospiro.
-Bene, è solo un po' gonfio a causa dei medicinali per ridurre il dolore. Ma ora che ho tolto il gesso, lo sento più leggero ed è un sollivo per me.-
Esco dal camerino totalmente assorta nei miei pensieri, abbasso la testa verso il seno poco esposto dalla lana calda ed il campanellino d'allarme nella mia testa, prende a suonare ripetutamente.
Meji si gira verso di me, veloce come il vento poggio le braccia sulla zona scoperta, ma credo che io sia intervenuta troppo tardi.
Lo sguardo della castana si incolla sulla mia figura.
Le sopracciglia quasi si toccano l'una con l'altra per quanto siano corrugate.
Ha le dita intrecciate con quelle di Aidan e Si-Woo e quest'ultime si sciolgono mentre i passi della donna si fanno sempre più vicini.
-Perchè ti copri?-
Domanda insospettita.
Faccio balzare i miei occhi sul pavimento liscio, scrollo le spalle fingendomi serena.
-Credo sia troppo scollato questo cardigan.-
Puntualizzo facendo tremolare la voce come le setole di uno spazzolino elettrico.
Ha capito qualcosa.
Ha visto qualcosa.
-Dimmi la verità e togli le mani dal petto-
Faccio correre le pupille sul viso curato di Meji, è irritata e più seria che mai.
-Te l'ho detto, è troppo scollato, mi sento a disagio...a-anzi forse è meglio che vada a cambiarmi-
Mi volto velocemente verso il camerino, ma primo che possa entrarvi dentro, un tocco morbido mi ferma.
-Kristen-
Sussurra la sua voce.
-Non ti sei mai fatta scrupoli ad esporre il tuo décolleté-
Mi ricorda.
Concordo pienamente.
-Solo negli ultimi anni hai iniziato una mania per i dolcevita nelle stagioni fredde e le maglie coprenti fino alle clavicole, in quelle più calde-
Sottolinea ciò con insistenza, vuole sapere cosa c'è sotto.
Ma posso fidarmi?
Ne pagherò le conseguenze semmai dovessi dirglielo, anche se il desiderio di sfogarmi con qualcuno è più grande di me.
-Cos'erano quelle macchie?-
Ecco la fatidica domanda.
Non rispondo, con molta calma riprendo a camminare.
-Kristen-
Mi richiama Meji-Woo.
-Per favore, preparami una busta per l'articolo...lo abbinerò con un dolcevita bianco...-
Mugolo intimorita.
-Yah!-
La ragazza urla afferrandomi una spalla, mi fa voltare e con rabbia rimuove le mani dal décolleté 'decorato' da molteplici lividi in fase di guarigione, alcuni sono gialli ed altri verde chiaro affiancati da chiazze rosse.
-Smettila!-
Mi sfogo coprendomi nuovamente.
Non si sente nulla, neppure il respiro della ragazza.
Le do le spalle, faccio cadere l'occhio sulla sua figura riflessa ad uno degli specchi posti per l'estetica del negozio: lei è ferma lì.
È come pietrificata, ha lo sguardo perso nel nulla e le labbra sono socchiuse.
Lo ha capito, non è stupida, la mia Meji-Woo non è affatto stupida.
Stringo gli occhi mentre un piccolo singhiozzo lascia la mia bocca.
Le lacrime scivolano lentamente verso il mento, si rincorrono fino ad impuntarsi sull'orlo della mia pelle olivastra e lì, si lasciano cadere nel vuoto.
Un piccolo boato mi fa schiudere gli occhi, mi volto poggiando la mano nel bel mezzo del petto, il cuore non regge, non più.
La castana si regge con un braccio ancorato al pavimento, le gambe sono sovrapposte una sopra l'altra e l'altra mano copre la bocca.
Il volto è cupo e rivolto verso il pavimento, dove si schiantano le lacrime della mia amica.
-Meji-
Sussurro soccorrendola.
-Che significa?-
Chiede, semplicemente circondo il suo collo con le braccia, poi incastro la mia testa nel suo collo profumato.
-N-non inventarti scuse! Sono la tua migliore amica, dimmi tutta la verità!-
-Non è così semplice...-
Mormoro.
Sono distrutta, non doveva andare così.
Guardo il viso della donna: gli occhi sono lucidi e le vene sul suo collo sporgono fino a spingere sotto la pelle.
-Kristen-
Per la medesima volta, il mio nome esce dalla bocca della mia amica.
-Mh-
Miagolo poggiando le ginocchia a terra.
-Ti conosco da anni, tu hai sempre contato su di me e viceversa, quando hai inaugurato per la p-prima volta la 'KS' io ero lì, s-sono stata presente durante la crescita di Aidan-
Fa una pausa, Meji fa uscire un sospiro pesante dalla bocca, udiamo i piccoli passi dei piccoli che vi avvicinano.
-Durante la gravidanza di Si-Woo ero lì, al tuo matrimonio c'ero e ti ho
sostenuta quando hai divorziato da Jungkook, quindi per favore-
La ragazza si ricompone, si posiziona a gambe incrociate.
-Qulasiasi cosa sia, parlamene. Sei la più cara amica che ho e vederti così...-
E poi crolla di nuovo.
Con lei anch'io faccio uscire i miei demoni dagli occhi, sento le guance bollire e dei piccoli sussulti dalle spalle della mia amica.
Entrambe guardiamo i piccoli.
-Per favore, andate a sedervi sul divanetto blu-
Indico l'ammasso di morbidezza accanto la porta d'entrata chiusa.
-Non andate-
I piccoli iniziano a muovere i piedi verso la direzione del sofà color notte, ma si placano all'udire la voce della mia migliore amica.
-Il vostro patrigno-
La castana tira su con il naso.
-Non c'entra nulla-
Provo ad intervenire.
-Tu non mi darai risposte, posso solo contare su di loro!-
Non ho mai visto Meji-Woo così arrabbiata, ciò mi fa sentire mortificata.
Sono la causa della rabbia e della preoccupazione di molte persone...
-Jun-seo Appa!-
Esclama Si-Woo.
-Sì, sì-
Annuisce Meji.
-Lui fa qualcosa di brutto alla mamma?-
-Non mettere in mezzo i bambini...-
Sussurro.
Parlerò a costo di far stare tranquilli i miei figli.
Lo giuro.
-E allora dimmi qualcosa tu!-
È esasperata, poggio le mani sulle sue gote bagnate dalle lacrime.
-Sì, è Jun-Seo che mi fa del male.-
Puntualizzo.
Distolgo lo sguardo, lascio scivolare le mani.
C'è silenzio, un lungo silenzio per un minuto.
-Jungkook non sa nulla?!-
Meji viene verso di me, nel frattempo mi sono allontanata dalla donna e dai bambini per dare sfogo alle mie lacrime.
Fa male vedere star male per persone per me, ma allo stesso tempo sono quasi sollevata di averlo detto a qualcuno.
Forse ho trovato una via d'uscita a tutto questo incubo.
-Non sa nulla e non deve saperlo-
Rimuovo una lacrima dall'apice del mio occhio.
-Perchè?!-
-Vuoi mettere Junggok nei casini? Se lo saprà si scatenerà una guerra, partirà la causa in tribunale, staremo sotto i riflettori ed io impazzirei!-
-Ma almeno vivrai tranquilla, non sei stanca di vivere così?-
Sì, cazzo.
Lo sono, sono esausta.
-Da quanto tempo ti fa questo?-
-Da quando stiamo insieme...-
La castana lega i suoi lunghi capelli mossi alle punte in una coda disordinata.
-È stato lui a rompermi il braccio...E dopo quell' episodio vorrei solo prendere provvedimenti per vivere una vita tranquilla. Ma è troppo per me, ho bisogno di tempo per capire cosa devo fare, lo capisci?-
-Potremmo iniziare dicendo questo fatto a Jungkook-
Meji raggiunge con la mano il telefono nella tasca dei suoi pantaloni in seta.
-Meji, no-
La fermo, poggiando le dita sul suo polso.
-Ti prego, non ora. Jungkook causerebbe un casino, lo sai vero?-
-Dovrebbe restare a guardare secondo te?-
Dice con tono insistente.
-No, ma se Jun-Seo venisse a sapere che ho spuntato il rospo, sarà peggio per me. Dammi tempo, poi gestiremo questa cosa...-
La donna si gira verso i bimbi che guardano la scena confusi.
-Dovete dirlo al papà-
-Sei impazzita?!-
Urlo.
Meji non dice nulla, guarda solo il pavimento.
-Deve saperlo...-
Mormora.
-Non ora. Dammi solo tempo, solo un po' di tempo.-
-E poi lo dirai?-
Annuisco.
-Poi prenderemo provvedimenti insieme. Lo prometto. Non passerà molto tempo, sono stufa di essere aggredita per qualsiasi piccolezza-
Le braccia della mia amica mi circondano, io ricambio la stretta.
-Per qualsiasi cosa...sono quì.-
Sussurra a pochi centimetri dal mio orecchio.
-E se esagera con le mani, sono sempre quì. Chiamami, verrò da te.-
-Va bene, grazie Meji-
Tuffo il viso nella sua aroma, ora che ne ho parlato con Meji-Woo, ho una spinta in più per mettere fine a tutta questa storia.
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He can't touch you [Sequel di 'Puzzle'] // Jeon Jungkook
FanfictionMi volto velocemente in direzione della porta, sembra che una mandria di bufali stia cercando di irrompere nel prestigioso appartamento, il citofono suona ininterrottamente ed i colpi alla porta non cessano. Guardo l'uomo avanti a me con il cucchiai...