11-PITER

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- no, hai ragione, ho bisogno di prendere aria, a Londra rimanevo sempre in casa perché mio fratello non mi faceva uscire perché aveva paura che mi facessero del male, ora che ne ho la possibilità devo sfruttarla - adoro la sua voce, la guardo dritto negli occhi, tenta di fare un sorriso tirato - shopping ? - le chiedo io - qualsiasi cosa - mi risponde subito puntando lo sguardo sul finestrino - beh qualcosa lo avrei in mente, ma preferisco farlo al chiuso, più precisamente in una camera da letto - detto ciò metto in moto l'auto - il solito scemo ! - sorride e rido anche io, dirigendomi verso il centro della città.

...........

sono passate tre ore e stiamo tornando a casa. Piper ha preso tantissime cose, naturalmente sono stato io che la ho dovuta praticamente obbligare - ho già tanti vestiti, non c'èra bisogno di prendere così tanta roba - 

- i soldi vanno spesi, se li hai -

- ah già, come fai ad averli se non ci siamo ancora sposati ? -

- diciamo che ho ancora una carta di credito, non ci sono su ancora molti soldi, ma bastano sicuramente per due giorni, dopodiché riceverò quelli di mio padre -

- comunque... grazie - cosa? cosa?! ho appena sentito Piper dirmi grazie? - dopo aver sentito questo posso anche credere a quelli che dicono che la terra sia piatta -

- piantala - mi tira una gomitata - grazie di cosa? è un mio dovere - 

- già... un tuo dovere - lo dice piano, quasi un sussurro e sembra che stia parlando più a se stessa che a me.

- andiamo a pranzare da qualche parte ?  - ci riflette un po su e dopo qualche secondo di silenzio mi risponde - non mangi mai a casa ? - 

- a volte, preferisco andare in giro, sono sempre da solo solitamente, vedere la gente mi fa sentire meno solo - 

- beh, ma ora ci sono io no? - lo dice come se fosse la cosa più ovvia del mondo, come se rimanesse con me per sempre, anche se sono sicuro che appena potrà scapperà via dal mostro che sono - quindi chiamo Anna per farle preparare il pranzo? -

- no -

- allora cosa proponi di fare scusa ? - le chiedo - beh, potremmo cucinare noi, ci fermiamo al supermercato e prendiamo la roba -

- sai cucinare ? - le chiedo con qualche dubbio - ovvio che so cucinare, perché tu no?! - 

- qualcosina -

- allora andiamo al supermercato forza -

- ma devo tornare indietro - sbuffa - ok, allora non ci andiamo - sta scherzando? la odio quando mi asseconda, torno indietro subito e accelero al massimo, non c'è nessuno su queste strade, vale la pena guadagnare tempo e sfruttare la strada vuota - adoro andare veloce - si allaccia la cintura, aspetta la aveva slacciata? bah, facciamo che stiamo zitti. Accelero ancora di più solo perché so che piace a lei, e daltronde piace anche a me. Almeno abbiamo una cosa in comune, su migliaia, mi posso accontentare di questo.

Porto l'auto nel parcheggio sotterraneo e la posteggio li. Prendiamo quello che si chiama carrello, visto solo nei film e entriamo nel supermercato. 

- non dirmi che non hai mai fatto la spesa ! - mi dice quando guardo tutta quella gente che butta roba nel proprio carrello scioccato - no, e non pensavo che la facessero così in tanti, pensavo la facessero tutti online - sbuffa di nuovo, ma non ci faccio caso - forza andiamo, cosa vuoi mangiare? - 

- non lo so -

- facciamo qualcosa di difficile -

- ehi piccola, ti ricordo che so fare a malapena la pasta - si ferma al reparto frutta per prendere delle fragole e delle ciliegie - ti ho già detto di non chiamarmi così... e poi io sono bava, ti insegno io -

- e io ti ho già detto che ti ho sempre chiamato così -

- e io ti ho già detto che non ne hai più il diritto - sentiamo una coppia di vecchietti ridere dietro di noi, e stanno ridendo di noi. 

- si fidi, fare la spesa per la prima volta con la propria signora è un trauma, glie lo assicuro io -  che cazzo vuole questo da me? - oh, Tom, fatti gli affari tuoi - gli dice la signora guardando il mio sguardo incazzato, sicuramente non sanno che sono uno dei mafiosi più temuti della città, cosa ne vogliono sapere loro? però hanno capito che sono uno che non ama la gente - beh, in effetti...  abbiamo già iniziato a discutere e siamo appena entrati - Piper i affianca, sa benissimo che non saprei continuare un discorso del genere, per di più con un vecchio - siete sposati? - chiede la donna indicando l'anello d'argento con un diamante che ho dato l'altra sera prima della festa in suo onore a Piper - fra due giorni - rispondo io precedendo Piper - già - dice quest'ultima imbambolandosi a guardare l'anello per qualche secondo - allora congratulazioni ! - esclama il vecchio portando via sua moglie - è stato un piacere - dice Piper con un sorriso stampato sulle labbra - il piacere è stato nostro - rispondono loro, si fermano un attimo a guardarmi, si aspettano che dica qualcosa forse ? Piper mi prende la mano e ciò mi manda ancora più in confusione, quel non deve più avvicinarsi a me? - è stato un piacere - pronuncio e questi se ne vanno felici. Guardo per un attimo le nostre dita intrecciate - non è stato tanto difficile no? - mi ripiglio - che cosa? - lei si volta per non incontrare il mio sguardo fisso nei suoi occhi e fa finta di guardare le cose sugli scaffali - avere una comunicazione che non riguardi armi, carichi di droga, cubiste, o roba del genere... -

- in realtà un po lo è stato - ammetto stringendo ancora di più la sua mano e lei mi lancia un ultima occhiata felice prima di trascinarmi al reparto farine - e se provassimo a fare la pasta, non è tanto difficile ma impiegheremmo il nostro tempo - 

- mi stai dicendo che finiremmo per mangiare alle due? è già mezzogiorno passato - mi guarda per qualche secondo, intenta a pensare - va bene allora prendiamo le cose per fare la pasta, della carne per stasera e della pasta da fare appena arriviamo a casa, oppure preferisci il riso -

- la pasta, ci mette meno a cuocere - annuisce e allontana la sua mano dalla mia, si allontana da me... per prendere tutto ciò che ha detto, mette tutto nel carrello, poi ci dirigiamo alla cassa.

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