3-PITER

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Le sue parole mi fanno male.

Qualsiasi cosa le abbia fatto non mi pare sia stata così atroce. Sono otto anni che mi tratta così male e non penso sia stato per averle tolto la verginità. Lei era consenziente.

Non mi guarda negli occhi. Ma io cerco il suo sguardo. Amo quegli occhi grigi. Amo quei capelli castani ondulati lunghi fino a metà schiena. Amo quelle labbra carnose e rosse come il fuoco. Amo?! Ma da dove mi è uscita sta parola?! Mi piacciono tutto qui.

- i programmi sono un po cambiati però - gli dice lui - andrai con lui, questo è il patto, ma... ecco... - Alex mi guarda incerto - tu e Piter, dovrete ... ecco voi dovrete ... - gesù questo non ce la fa. è uno dei mafiosi più temuti ma non riesce a dire questa cosa a sua sorella. Riesce a torturare un uomo senza avere pietà di lui ma non riesce ad affrontare Piper.

- dovremo sposarci - dico io.

La sua bocca si spalanca scioccata. - due anni - aggiungo io - per quale motivo dovremmo sposarci - mi chiede guardando suo fratello, ma sappiamo tutti e tre che la domanda è rivolta a me. In breve le racconto del testamento, di mio padre, dei soldi.

Sembra più calma. Ma quando le dico che dovremo avere un figlio rimane scioccata, peggio di prima - però se non rimani incinta entro questi due anni non è un problema, i soldi arriveranno lo stesso - dissi - forse è meglio se di questa cosa parliamo in privato - aggiunsi.

- sono costretta ad andare con lui? - chiese a Alex, ignorandomi del tutto. 

- vuoi che quei cosi ti riducano in pezzettini? - vedo la paura nel suo sguardo - va bene, quando sarà il matrimonio? -

- questa settimana, io, tu, Alex, Mark e il prete, hai tempo per scegliere il vestito -

- vai a vestirti e a fare le valigie - le dice Alex e lei se ne va.

- beh non l'ha presa tanto male - mi dice girandosi.

*PIPER

Io con quello stronzo, per due anni. Due fottutissimi anni. Voglio morire.

Otto anni fa mi sarebbe andato benissimo sposarlo, avere un figlio da lui, vivere con lui. Ma dopo quello che è successo mi ha spezzato il cuore. Lo amavo e lui ha distrutto l'amore che provavo per lui. Mi ha chiaramente dimostrato che per lui ero solo un suo passatempo, come tutte le sue amichette.

Mi vengono le lacrime agli occhi solo a pensarci. Non perché ha distrutto il sogno di una diciassettenne ma perché quando ho scoperto che ero solo un gioco mi sono sentita una stupida e non solo anche sporca, sbagliata, troia.

Scendo dopo un'ora.  Ho chiesto ad Amanda, la cameriera di aiutarmi. 

Scendo al piano terra con sei valigie. Usiamo l'ascensore. Quando mio fratello e Piter mi vedono rimangono scioccati - tutta quella roba ti serve davvero? - mi domanda quest'ultimo - se devo stare via due anni penso proprio di si - ribatto io con un tono forse troppo brusco, forse dovrei darmi una calmata, dopo tutto lui non sa cosa ha fatto.

Piter prende le valigie aiutato da mio fratello e le porta di fuori, le carichiamo sul taxi, poi prima di partire saluto mio fratello promettendoci di vederci fra una settimana. 

Una volta in macchina siamo seduti vicini, Piter dice all'autista di portarci a un indirizzo dove lui ha lasciata il suo jet privato, una pista di atterraggio noleggiata all'ultimo minuto poi il taxista schiaccia un tasto blu vicino alla radio e si alza un divisore fra noi e lui.

Mi appoggio al sedile e guardo fuori dal finestrino, allontanandomi il più possibile da lui. Ma a Piter non va bene, mi prende per la vita e mi attira a se. Non dico niente, non faccio niente, è quasi mezzanotte e sono stanca, esausta. 

- forse dovremmo parlare della questione bambino - gli dico con gli occhi semichiusi - domani, ora dormi - cerco di tenere duro ma poco dopo mi addormento, sulla sua spalla, mi appoggio a lui che non mi allontana, rafforza la stretta l'ultima cosa che sento è un bacio sulla tempia destra, poi crollo tra le braccia di Morfeo, più precisamente tra le braccia di Piter.

*PITER

Siamo decollati da tre ore, sono le due di notte passate. Non riesco a dormire. Guardo Piper dormire tra le mie braccia.

Si è addormentata quando il taxi era appena partito, una volta arrivati a destinazione ho chiesto ai miei uomini di prendere le sue valigie, pagare il taxista e chiamarmi l'hostess.

Ho portato Piper tra le mie braccia fino al jet, una volta seduto ho fatto portare dall'hostess un cuscino e una coperta, ho messo Piper sulle mie ginocchia, le ho messo il cuscino dietro la testa e la coperta per coprirla dal freddo. 

Non riesco a togliere lo sguardo da lei : è calma, dolce e sexy perché quelle labbra semichiuse mi fanno venire voglia di ficcarle la lingua in bocca. Le sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Non è la prima volta che lo faccio e sicuramente non sarà l'ultima. Ricordo perfettamente che ogni tanto mi capitava di farlo, ma solo con lei.

************

Sento dei colpi di tosse. Mi sveglio all'istante allarmato. Qualsiasi rumore riesce a svegliarmi, direi che mio padre mi ha addestrato proprio bene.

Guardo la ragazza che tengo ancora sulle ginocchia, stretta fra le mie braccia e il suo broncio provoca un sorriso da parte mia - buongiorno, tigre - le dico e subito lei ricambia - buongiorno, pervertito - usa il mio stesso tono - siamo atterrati da mezz'ora ma la hostess e i tuoi uomini non avevano il coraggio di svegliarti, così ... - non la lascio finire - così hai pensato di darmi il migliore risveglio possibile, ovvero quello di svegliarmi tu -

- esatto - ribatte - ora perfavore, potresti ... lasciarmi ? -

- no, ti porto fino alla macchina - mi alzo e mi incammino, tenendo la coperta ancora intorno a lei. Mentre scendiamo le scale del jet per avviarci verso la mia auto un brivido di freddo la percorre - direi che ho fatto bene a far portare la coperta - 

Ma non mi risponde perché è troppo intenta a fissare la mia macchina - oh. mio. dio. non ci posso credere - è scioccata - me la fai provare? - mi chiede guardandomi col suo sguardo da diavoletta e io non posso non dirle di si. Esulta felice. Non ricordavo di questa sua passione per le macchine da corsa, ma ora i ricordi riaffiorano - ma non ora, ora torniamo a casa -

- non vedo l'ora di vedere che vita ti sei fatto qui -

- fidati ne rimarrai stupita - 

- non vedo l'ora - apro la portiera e la faccio sedere. 

Quasi corro per arrivare al sedile del conducente.

*****

Dopo mezz'ora siamo a casa. Guido per il viale decorato da palme. Piper non è sbalordita, dopotutto i soldi ce li ha pure lei.

Ariviamo davanti al cancello e prendo il telecomando. Lo apro e entriamo nel cortile.

- e menomale che tuo padre ti ha prosciugato tutti i ponti - mi dice. 

- questa casa era sua, l'ho solo modernizzata un pò nel tempo, quando lui era ancora vivo - taglio corto io. 

Parcheggio nel parcheggio nel seminterrato dove ci sono le altre auto da corsa e faccio il giro della macchina per aprirle la portiera, ma lei lo fa da sola. 

Si incammina verso l'unica porta che c'è. E aspetta che arrivi io ad aprirla. Non alza lo sguardo verso di me, andava tutto così bene, che cazzo è successo?!

Apro velocemente la porta blindata inserendo i tre codici ed entro. Lei mi segue. La porta sbatte e si chiude automaticamente.

Percorriamo una scalinata e arriviamo al piano terra. Il suo sguardo quando vede il panorama che si vede dalle vetrate della sala è illuminato. Raggiante.

- ti piace? - oso chiedere - certo che mi piace - si avvicina alle finestre e guarda l'Oceano. Da qui c'è sempre stata una vista bellissima, soprattutto di sera - beh, questa sera c'è la luna piena, sarà ancora più bello - le dico io. 

- immagino - dice con la voce di nuovo assente.



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