30 - PIPER -

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Dopo aver passato una giornata con mia madre mi ritiro in camera per risistemare le poche cose che ho in giro. 

Fra poco dieci minuti dobbiamo andarcene e Piter è in bagno che discute incazzato con qualcuno al suo telefono, così prendo le cose che ha lasciato in giro per la camera e mi avvicino alla valigia blu che ha lasciato dietro la porta. 

La appoggio per terra e la apro, ma mi blocco quando vedo per prima cosa una pistola, di fianco due coltellini. Di fianco c'è una piccola pochette, pensavo avesse dentro qualche medicinale, ma lui non ha allergie e non prende farmaci, la apro e dentro ci trovo dei documenti falsi, delle carte di credito e quelli che penso siano dei sonniferi dalla piccola etichettina che si trova attaccata su di essi. Ma che diavolo vuole fare con dei documenti falsi ? Non mi vorrà mica abbandonare a Fuerteventura e scappare. 

Sento che sta salutando la persona dall'altra parte del telefono, così cerco di rimettere tutto a posto, lasciando fuori i suoi vestiti, ma cercando di rimettere tutto nel perfetto ordine in cui si trovava nella valigia, scorgo uscire dalla tasca di una felpa un altro documento, lo prendo e aprendolo vedo che è mio.

In questo preciso istante Piter apre la porta del bagno e quando mi vede non dice niente, mi fissa guardare lo stupido nome che ho sulla carta d'identità - Celine ? - gli chiedo incazzata e lui si avvicina per risistemare tutto nella valigia, sistema le cose che ha in mano e poi mi strappa il documento che ho fra le mani e lo ripone nella pochette.

- cosa hai intenzione di fare ? - gli chiedo incuriosita - ti racconto dopo ok ? - io annuisco. Spero ci sia una valida spiegazione, se mi dice che dobbiamo scappare da tutti e da tutto lo tramortisco sul suo stupido jet e scappo dal portellone di emergenza con il paracadute di salvataggio. Lo giuro. Giuro che scappo se mi dice una roba del genere.

Prende sia il suo bagaglio blu che il mio verde pastello. Due colori troppo diversi, il suo blu richiama la notte, l'oscurità, il pericolo. Il mio verde richiama spensieratezza, felicità, l'equilibrio che c'è nella mia vita, il suo blu richiama invece le profondità dell'oceano, oscure e pericolose proprio come la sua anima, ma allo stesso tempo tranquille come il suo comportamento in questo momento. 

Abbraccio mia madre e la saluto dandole un bacio sulla guancia, poi mi metto a sedere sul sedile posteriore dell'elicottero, schiacciata nuovamente dai bagagli, ma ora a differenza di prima mi sento più insicura sapendo che una pistola è letteralmente a sette millimetri di distanza da me, lo spessore del bordo della valigia. 

Per tutto il viaggio non parlo, cerco di ascoltare i discorsi che fanno mio fratello e Piter, cerco di seguire i vari tasselli dei discorsi, ma non ci riesco. Mi viene da sboccare. Ho la nausea e mal di testa, e non è dato dal fatto che ho visto una pistola nella valigia di Piter, ne ho viste già troppe nella camera di mio fratello. Mi sento stanca e voglio solo cercare di riposarmi. Lo sguardo di Piter, attento alla guida, incontra il mio e io non posso non notare il dispiacere e la rabbia che cercano di convivere nei suoi occhi in questo momento.

Subito mi metto a pensare alle pastigliette che ho trovato nella sua valigia. Penso a cosa possano causare, cerco di ricordare a cosa servono. Poi d'un tratto mi rendo conto che mi ha drogata. Ma come cazzo è successo ? Quando ? Come ? Ma soprattutto, perché cazzo mi ha datto un sonnifero ? O forse più di uno visto che mi viene da sboccare e ho mal di testa. Tocco la spalla di mio fratello e lui si gira, ma anche quando vedo i suoi occhi colmi di tristezza capisco che si sono messi d'accordo per fare qualche cazzata. Mi sento offesa, insicura e incazzata. Ciò che mi da più fastidio è capire che l'idea non è stata di Piter ma di Alex, l'unica persona che sa della mia paura di cadere nel buio. Dopo neanche due secondi mi lascio cadere sul sedile priva di sensi. 

PITER 

- era proprio necessario tramortirla ? - chiedo incazzato ad Alex che si volta da ormai dieci minuti per vedere se Piper è a rischio morte o se è ancora viva. Questa stupida idea è stata sua. Solo venti ore fa ho promesso a Elisabeth che mi sarei preso cura di Piper, che non avrei lasciato che le accadesse niente, ed è quello che sto facendo. La porterò prima in un posto segreto, che lei non dovrà vedere, lei dovrà stare nascosta e al sicuro e sarà anche protetta da una persona affidabile. Io e Alex ce la dobbiamo vedere con uno degli uomini che ha ucciso il loro padre, forse anche più di uno, dato che vive chiuso in un bunker con dieci uomini pronti a farsi uccidere per parargli il culo. Io e Alex entreremo con sette degli uomini che lavoravano per suo padre, i più fidati. 

- si - mi dice triste e con il rimpianto nei suoi occhi scuri come la notte - se dovesse sapere in che pericolo ci stiamo cacciando troverebbe sicuramente il modo di non farci andare - dopo poco mi guarda e mi chiede di confermargli la scelta che ho fatto quando ieri notte ho scoperto che si sarebbe cacciato nei guai - sei sicuro di voler venire con me ? sai che potresti morire ? - me lo chiede lanciando sguardi a Piper - non la abbandono io e non la abbandoni nemmeno tu. Nessuno morirà là dentro a parte quei fottuti bastardi. Mi hai capito ? Io sto dalla tua parte ora e ti seguirò in ogni scelta del cazzo anche fra cinquant'anni. - lui mi sorride e finalmente deciso e convinto sposta lo sguardo da Piper e lo punta sulle nuvole sopra di noi, le guarda come se stesse sognando di non far parte di questo mondo di merda, come se stesse immaginando di essere quello zucchero filato nel cielo.

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