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Un difficile inizio mi attende, dopo tutto il tempo di attesa, è arrivato il grande giorno, tra poche ore mi troverò su un aereo che porta a Los Angeles, California...

Aspettavo questo momento fin da quando sono nata, tutti questi anni ho fatto del mio meglio per andare bene a scuola senza nessuna insufficienza e solo per vincere una borsa di studio per andare nella scuola dei miei sogni, University of Southern California, per studiare cinematografia.

Da piccoli molti bambini giocano con barbie o macchinine, io no, guardavo film, era l'unico modo per non farmi fare i capricci, tuttora è come prendere un calmante e staccarmi dalla realtà entrando in un altro mondo.

L'una di notte e ancora non riesco a dormire, mi continuo a girare e a rigirare spostando di continuo le coperte, sentendo sbalzi di temperatura assurdi, continuando a pensare, così decido di iniziare a guardare il soffitto.

Lo stavo veramente facendo, stavo veramente per andare in California per frequentare gli studi? Insomma io vivo in Italia e se non mi trovassi bene?

Devo farlo per me stessa, voglio andare via da casa mia per riuscire ad essere indipendente, in questi anni ho dovuto affrontare problemi che una ragazzina non dovrebbe avere; mio padre e mia madre hanno divorziato e diciamo che non è stato un divorzio pacifico, tra avvocati, soldi e tribunali era impossibile non esserci in mezzo, per fortuna non ero sola ad affrontare tutto questo, avevo mia sorella più grande Margherita.

Lei mi è stata a fianco, ma quando è andata ad abitare da sola io non avevo nessuno, mio padre aveva tradito mia madre con la segretaria facendoci un figlio... Leonardo, all'inizio non ero per niente felice di avere un fratellino nato da un tradimento, ma quando è nato ho iniziato ad amarlo più di ogni cosa al mondo, l'ho protetto da tutto ma ora che vado via chi baderà a lui?

Mio padre e la sua compagna litigano ogni sera, io stavo con Leo e gli facevo vedere film su film per cercare di distrarlo dal mondo che c'era fuori dalla mia stanza da letto,, adesso gli ho lasciato un telefono apri e chiudi e gli ho messo il mio numero di telefono in caso di emergenza.

Una sera sua madre Kate si era procurata un taglio molto profondo alla mano causato da una bottiglia rotta che stava puntando contro mio padre, John... Leo aveva assistito alla scena, aveva solo 3 anni così mentre mio padre la portava in pronto soccorso, presi Leo e lo portai da mia madre,

da quel giorno la considera come la sua seconda madre .

Io e mio padre non abbiamo mai avuto un rapporto molto affiatato, non so neanche se si può definire rapporto quello che abbiamo, non ha mai creduto in me e la mia partenza gli sbatterà in faccia quello che ho fatto e tutti i sacrifici che ho dovuto fare, per arrivare dove sono ora.

Erano le due e non avevo ancora chiuso occhio così decisi di mettere un po' di musica rilassante per addormentarsi che guarda caso funzionò.

Era mattina venni svegliata da Leo che saltava sul mio letto, era rimasto a casa di mia madre quella notte solo perché così mi accompagnava all'aeroporto per salutarmi.

«Dai Ginny svegliati c'è la colazione!» il suo urlo stridulo non è il massimo di prima mattina, lo presi per il busto e lo feci cadere sul morbido materasso iniziando a fargli il solletico «Va bene ahaha lasciamiiiii ahahah»

«Solo per questa volta» smisi di farglielo lo presi in braccio e insieme andammo in cucina dove c'era mia madre che cucinava i pancake, cosa molto strana perché non l'avevo mai vista cucinare di mattina.

«Buongiorno tesoro, perchè mi guardi così?» aveva notato la mia espressione sconvolta, mi avvicinai ai fornelli, guardai prima la padella dove cuoceva il pancake e dopo il suo viso, gli toccai la fronte facendo finta di essere preoccupata «Sei sicura di stare bene?» mi diede una piccola spinta facendomi traballare «Che scema che sei, siccome parti volevo farti una sorpresa...» si avvicinò di più a me «Ci sono riuscita??» «Mmm fammici pensare... assolutamente si ma che domande fai mi sembra di essere in un sogno» sghignazzai andandomi a sedere vicino a Leo «Ragazzi aspettate gli ultimi per mangiare» sbuffai rumorosamente, girai la testa guardando Leo che stava per sbavare sul piatto alla vista di quelle delizie, ne presi uno di nascosto senza farmi vedere e lo divisi a metà per darlo a mio fratello «Shhh» sussurrai mentre lui faceva un sorriso raggiante che non durò molto, mi girai confusa e vidi mia madre con la paletta per girare il pancake in mano che me la puntava contro come se fosse un'arma «Cosa avevo detto??» «Abbiamo seguito il contrario di quello che hai detto, naturalmente ed è giusto...insomma hai visto questo faccino...» dissi indicando Leo che mi diede corda facendo lo sguardo imbronciato «...Volevi veramente privare questo piccolo cucciolo affamato uno dei tuoi meravigliosi pancake?... E se te lo stessi chiedendo io gli faccio compagnia insomma non è bello mangiare da soli vero Leo?» «Si Ginny ha ragione» «Vedi?» si mise a ridere «Voi due fate proprio una bella coppia» disse tornando ai fornelli, mi girai verso Leo e gli diedi il cinque «Grazie per la collaborazione socio» dissi seria «Grazie a te capitano» ridemmo entrambi soddisfatti finendo di mangiare il pancake meritato.

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