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Mi svegliai a causa della luce che entra dalla finestra presi il telefono dal comodino ed erano le 10, in casa non c'era nessuno perchè ieri mia madre aveva detto che sarebbe andata via con Leo, John e Margherita io avevo deciso di stare a casa avevo ancora mal di testa per tutto il vino bevuto ieri, mi alzai e decisi di farmi una doccia rilassante, mi diressi verso il bagno con ancora gli occhi socchiusi e stanchi, aprì l'acqua della doccia e misi la musica, che mi diede la carica giusta per non pensare a jacob ma partì Dark Red e imprecai , mi infilai dentro la doccia e mi rilassai sciogliendo i nervi tesi di questi giorni.

Avvolsi l'asciugamano sul mio corpo, tornai in camera per prendere le mutandine e una maglietta larga comoda, cercai nel cassetto della biancheria intima ma non trovai le mutandine così scesi le scale e andai dritta in sgabuzzino, frugai tra il cesto della biancheria da piegare e le trovai, tornando indietro decisi di accendere la macchina del caffè ne avevo assolutamente bisogno «Ragazzina...» subito mi immobilizzai, le mani iniziarono a tremarmi, girai e vidi Jacob dall'altra parte del bancone che mi guardava entrambi rimanemmo a guardarci, senza proferire parola feci per dire qualcosa ma mi fermai, ma che cosa stai facendo Ginevra va li e abbraccialo, e così feci gli corsi il braccio e lo stritolai, cavolo se mi era mancato, mi accarezzò i capelli bagnati, ma subito la rabbia che provavo tornà e mi staccai bruscamente da lui tenendo l'asciugamano «Che ci fai qui?» abbassò la testa sfoggiando il suo solito sorrisino «Mi sono organizzato con Anastasia, resterò qui per una settimana e poi verrai con me e in montagna, ho già parlato con tua madre» «Non verrò con te da nessuna parte e soprattutto non resterai qui... ti sei comportato da stronzo orgoglioso» «Hai iniziato tu» «Avrò pure iniziato io ma di sicuro tu ha fatto peggio» gli girai le spalle e a passo svelto salì le scale verso il bagno, sento i suoi passi dietro di me che mi seguono ma fui più veloce e mi chiusi in bagno «È inutile che ti chiudi in bagno ragazzina» «Hall non mi rompere i coglioni e vedi di andare via» «Non me ne vado ora vestiti ed esci senno giuro che spacco la porta» «Non lo farai» «Scommettiamo» disse con tono rabbioso e serio, so che lo avrebbe fatto, così mi vesti di fretta anche se endossai solo una maglietta larga, uscì dal bagno e lo vidi la in piedi ad aspettarmi, mi squardò tutta dai piedi nudi alla testa «Puoi metterti dei pantaloni che non mi concentro così» «Mi sa che ti dovrai addattare» lo oltrepassai ma con uno scatto mi prese il polso e mi fece scontrare la schiena con il muro e subito la sua altezza mi sovrastò, il mio respiro si fece irregolare, avvicinò il suo viso al mio «È inutile che fai l'incazzata sai che non ci riesci e pure ci provi» «Tentar non nuoce» cercai di non far trasparire la mia voce tremante ma non ci riuscì le mie gambe iniziarono a tremare iniziò a darmi baci sulla mandibola fino a scendere al collo, mi lasciò baci umidi quando arrivò all'orecchio mi morse il lobo e sussurro «È inutile che ti ostini a resistere ragazzina» con una mano mi fece aprire le gambe e io non mi opposi, salì lentamente fino ad arrivare al punto, di piacere e poi scese di nuovo «Stronzo» espirai frustrata, lo sentì ridere sul mio collo, con entrambe le mani mi prese i glutei e mi sollevò da terra istintivamente aggrappai le gambe al suo bacino «Cosa stavi dicendo prima... che sarei dovuto andarevia? Beh ripetilo» mi stinse i glutei im modo possessivo, provai a parlare ma appena iniziò a baciarmi il collo mi fu impossibile così faticosamente al suo orecchio sussurrai «Resta» «Era proprio quello che volevo sentirti dire anche se... so che quando finiremo di fare sesso tu tornerai ad essere incazzata con me ed è un rischio che sono pronto a prendere» gli presi il viso tra le mani, e gli accarezzai le guance «Tu hai la coscienza di essere uno stronzo?» «Sì ma sono il tuo stronzo preferito» «Tu pensi?» lo provai io subito si incazzò «Perchè hai un altro stronzo oltre a me ragazzina perchè se è così...» non gli lasciai finire la frase che lo baciai, cavolo se mi era mancato, intrecciò la lingua con la mia e prese a camminare verso la mia camera «Tu come sai dov'è la mia camera?» «Sono qui dalle 9 ragazzina ti ho guardata dormire» «Tu non stai bene» risi io «E lo hai capito ora?» «No già da tempo» mi appoggiò sul letto delicatamente e si insinuò in mezzo alle mie gambe, gli presi l'orlo della felpa e gliela tolsi «Impaziente ragazzina?» «Perchè tu no?» «Voglio torturati un pò se non ti dispiace» «Mi dispiace sì» «Oh no fidati ti piacerà» gli accarezzai il petto coperto dalla leggera maglietta in cotone nera, e quando arrivai all'orlo gliela tolsi con il suo aiuto passai le mani sul suo addome che si contrasse al mio tocco, accarezzai il suo nuovo tatuaggio e poi alzai gli occhi verso di lui che mi stava osservando pieno di voglia di me con la mano mi accarezzò il basso ventre, prese l'orlo della maglietta e me la sfilò senza pensarci due volte , gli presi il viso tra le mani stringendogli i capelli, scontrando il suo torace nudo con il mio, ansimò sulla mia bocca, con le mani tremanti gli slacciai la cintura abbassandogli i pantaloni, scese a baciarmi il collo scendendo lentamente sul petto concentrando la sua bocca su un seno mentre massaggia l'altro con la mano inarcai la schiena continuando a stringergli i capelli, scese verso il basso ventre, il che mi fece capire che anche lui era impaziente di avermi, mi tolse le mutandine, prese il preservativo dalla tasca dei pantaloni venne sopra di me gli tolsi i boxer toccandogli i glutei che tanto invidio, mi sorrise sulle labbra e lo stesso feci io, infilò il preservativo, iniziò a guardarmi bramoso, l'attesa stava distruggendo entrambi, ma torturarmi era proprio il suo obiettivo «Jacob per favore» supplicai io «Era proprio quello che volevo sentirti dire ragazzina» mi sussurrò all'orecchio e in un secondo entro in me impaziente di avermi tutta sua mi aggrappai alle sue spalle, mentre le spinte iniziarono a farsi più regolari, mi baciò il collo mordendolo «Mi eri mancata ragazzina» disse affannato «Anche tu Hall» gli morsi la spalla per non gemere la lui mi mise la schiena attaccata al materasso «Voglio sentirti ragazzina mentre gemi per me» mi morsi il labbro per non dargli la soddisfazione, mi diede un bacio rude, prese le mie mani intrecciandole alle sue appoggiandole sopra la mia testa, mi morse il labbro «E inutile che ti trattieni» uscì da me facendomi innervosire con la sua lunghezza la trascino delicatamente sul clitoride facendomi ansimare ma subito mi tabella bocca mordendomi le labbra, vide che non gli avrei mai dato la soddisfazione così in uno sscatto fulmineo i girò a pancia in giù sul letto, il subito alzai il bacino verso di lui che fece aderire la mia schiena con il suo petto, mi prese una manciata di capelli e mi tirò leggermente la testa all'indietro «Vediamo se così riesci a trattenerti» sussurro al mio orecchio e subito entrò in me con una spinta vorace e dura emisi un urlo e lo sentì sorridere sulla mia spalla, mentre me la bacia e morde piano, con le mani strinsi il piumone con la mano mi toccò delicatamente il seno stringendolo, passò al ventre, mi vennero i brividi, finchè non arrivò al punto cruciale, stavo per arrivare al limite ma lui capendolo rallentò, sbuffò contrariata «Hall non fermarti» dissi ansimando mi baciò la guancia, spostai un po il viso e toccai le sue labbra e lui riprese il ritmo di prima sempre più forte finche entrambi non arrivammo al limite, subito ci accasciammo stanchi e soddisfatti sul letto, avvolti dalle coperte, devo ammettere che questo posizione non mi dispiace per niente, le prime volte si stava trattenendo per farmici abbituare ma ora che lo abbiamo fatto un pò di volte non doveva più trattenersi «Allora ti sei divertito con Chanel?» lo provocai io, lo sentì ridere «Si infatti adesso sono con lei come tu puoi vedere" «Non si sa mai» «Sai che sei sexy quando sei gelosa?» «Mmm certo certo... come mai sei qui?» «Pensavi davvero che ti avrei fatto passare capodanno senza il sottoscritto?» «Magari trovavo un ragazzo che non fa lo stronzo come te» cercai di spostarmi da lui ma con la sua presa ferrea non ci riuscì e mi ritrovai sotto di lui, cercai di non guardarlo ma avendo il suo viso a pochi centimetri dal mio non aiutava «Guardami» disse severo e io lo feci solo per sfidarlo «Dimmi» «La smetti di fare la cocciuta» «Ma se ti piace proprio perchè lo sono» dissi io «Si ma non quando non ha senso farlo» «Ma davvero, non mi hai risposto per 6 giorni, non per dire ma poteva essere successo qualcosa e io ero qui come una pampana senza tua risposta, so di aver esagerato ma dovevi dirmelo di Chanel» «Non volevo che ti incazzassi prima del dovuto» «E quindi hai pensato di non dirmelo per farmi incazzare successivamente?» «Si» «Oh beh il tuo piano è funzionato genio» «Mi fa piacere» espirai frustrata e me lo levai di dosso mi misi la maglietta e le mutandine mi girai e lo vidi appoggiato alla testiera del letto con l'addome scoperto «Sai che non funziona vero?» «Io credo di si» fece per avvicinarsi ma la porta di entrata si aprì lo guardai «Cazzo» gli lanciai i boxer e se li mise mettendosi anche il resto mentre io mi presi dei pantaloncini e una felpa mi guardai allo specchio e vidi il succhiotto «Dovevi per forza» dissi a lui che stava indossando la felpa «Si» «Stronzo» mi sistemai i capelli davanti «Andiamo?» «Si ma prima sistemati i capelli playboy» «Non è colpa mia se a te piace disordinarli» gli sorrisi e mi alzai sulle punte per lasciargli un bacio lieve sulle labbra «Non credere che io non sia ancora incazzata con te» rise e scendemmo le scale, andammo in cucina e c'erano tutti, quando si accorsero di noi ci fissarono, Leo subito venne da jacob che si inginocchio alla sua altezza «Tu devi essere Jacob» «E tu Leonardo» «Si» guardò me e poi lui «Mi piace» disse rivolto verso di me e tutti si misero a ridere Jacob si alzò «Ma è troppo alto» «Questo lo penso anch'io sai... Jacob questo è mio padre John e questa è mia sorella Margherita... mia madre già la conosci» mio padre gli porse la mano e Jacob l'accetto «È un piacere conoscerla signore» «Oh dammi del tu» Margherita era rimasta a fissarlo «Margherita la smetti» la rimproverai io lei scosse la testa e strinse la mano a Jacob «Cavolo ginevra hai fatto centro» «Si hai ragione» dissi io «Ginny posso un attimo parlarti» disse mio padre «Si certo» accarezzai il braccio a Jacob e mi allontanai dalla cucina andando in soggiorno «Tutto apposto?» era nervoso alquanto nervoso «Ginevra... Kate mi ha chiamato dal centro degli alcolisti anonimi... vuole vedere Leo... e per quanto io gli voglia dire di no non posso, è suo diritto vederlo, ci ho provato ma mi hanno negato la richiesta di non idoneità» presi un profondo respiro «Quando?» «Oggi pomeriggio...» «Leo lo sai?» «No appunto per questo ho aspettato a dirtelo io voglio che sia tu a dirglielo» «Posso entrare anch'io?» «Ho chiesto e mi hanno detto solo i famigliari, entrerò io con Leo ma tu sarai fuori per qualsiasi necessità» «Va bene» «Può venire anche Jacob senza nessun problema» «Va bene allora adesso glielo dico» «Grazie» mi limitai a sorridergli tornammo in cucina e vidi jacob parlare con leo sorrisi e mi avvicinai «State parlando male di me per caso?» «Assolutamente no» disse Leo ridendo «Vieni un attimo Leo?» «Può venire anche Jacob» «Certo» lo presi in braccio e andammo in soggiorno lo feci sedere sul divano mentre io mi inginocchiai davanti a lui, non so da dove iniziare «Leo ti ricordi della tua mamma? Kate?» subito si agitò e annuì, gli presi le mani e mi avvicinai a lui «Piccolo... oggi dovrai vederla insieme a papà» «Perché?» «Perchè è tua mamma Leo» «Lei non è mia mamma mia mamma è Rose» gli accarezzai la testa cercando di non piangere «Lo so, ma vuole solo farti gli auguri» «Devo per forza?» «Il papà ci ha provato a non fare che questo accada, ma si... per forza» abbassò la testa e iniziò a singhiozzare mi sedetti sul divano e lo presi in braccio accarezzandogli la testa «Ehi ci sarà il papà con te...» «Io voglio te però» «Lo so ma io sarò fuori ad aspettarti con Jacob...» «Si dopo ti porto a giocare a basket e a prendere un gelato» si intromise Jacob avvicinandosi a noi, Leo alzò la testa dalla mia spalla e si asciugò le lacrime «Davvero?» «Assolutamente si almeno vedrai quanto tua sorella sia negata» «Ei non è vero» dissi in protesta e Leo si mise a ridere «Va bene» disse mi guardò e appoggiò la fronte sulla mia «Sarai vicino a me?» «Sempre» lui annuì e mi strinse forte a se «Ora tirati su e vai ad aiutare la mamma a cucinare» subito si alzò e corse ridendo in cucina «Non sei obbligato Jacob» «Si che lo sono non ti lascio sola» subito lo abbracciai «Grazie» e lui mi strinse più forte, lui mi avrebbe aiutato e tanto spero solo che leo non stia male.

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