14

244 9 0
                                    



Iniziò Cass che lo mancò, dopo Tom che lo prese e lo bevve Cass con difficoltà, poi io che ovviamente lo presi e Jacob lo bevve, subito dopo lo fece lui e mi toccò bere.

La partita andò avanti così per un pò finchè non mancò un bicchiere e toccava a Tom, baciò la pallina e la lanciò ma lo mancò, tutti e due si misero ad imprecare per farlo infastidire sfoggiai il mio sorrisino soddisfatto quello che lui conosce fin troppo bene beccando uno sguardo fulmineo da lui, è il turno di Cass che mi continuava a dire che devo lanciarla io ma non e giusto hanno iniziato loro due e finiscono loro due, dopo poco lanciò la pallina e miracolosamente fece centro, subito l'abbracciai e quando mi girai verso i ragazzi sconvolti dissi «Beh sarà per la prossima volta ragazzi non prendetevela».

Gli presi in giro fino allo sfinimento per tutta la serata tutti e due iniziarono a non sopportarmi più finchè Jacob non decise di andare a casa sua verso le 11:30 «Perché vuoi andartene?» «Ho voglia di stare con te ragazzina» quelle parole scatenarono in me una sensazione molto piacevole, cercai di non sorridere ma come nasconderlo «Va bene per questa volta hall ti accontento» «Ragazzi noi andiamo» disse subito Jacob senza staccare gli occhi da me «Di già?» si lamentò cass «Sì non ho molto dormito stanotte e sono esausta» usai come scusa e sottocchio vidi Jacob che cercava di non ridere «Sì certo sei proprio stanca» la guardai male «Va bene va bene dai vai ci vediamo domani» la abbracciai e abbracciai anche Tom dopodichè mi mise un braccio sul fianco stringendomi a sé e insieme raggiungemmo la macchina quando il mio telefono iniziò a squillare lo presi e risposi salendo in macchina «Ciao ginny» «Ciao ometto come stai?» «Bene te?» «Io bene molto bene» «Non immaginerai mai cosa sta facendo la mamma» amo quando la chiama mamma «Mmm che sta facendo?» «I pancake» «Cosa i pancake passamela subito» dissi ridendo Jacob mise in moto e partimmo «Ciao amore...» «Stai seriamente facendo i pancake mamma?» «Si perchè» «Cioè proprio quando vado via ti improvvisi cuoca?» «Eh certo prima li facevi tu» «Sono proprio figlia tua» «Esattamente... ma se in macchina?» «Si sto tornando da una festa» «Sei con quel bel ragazzo che mi hai fatto conoscere per caso?» scossi la testa ridendo e guardai Jacob che guardava attentamente la strada gli accarezzai il braccio e poi passare ai capelli giocando un pò «Si sono con lui» non feci a meno di sorridere «Ann bene bene mi fa piacere allora ti lascio salutamelo mi raccomando però» «Si mamma tranquilla ti voglio bene ciao» «Ciao Ginny» mise giù e iniziai a guardare jacob «Mia mamma ti saluta» «Davvero?» «Si in questi giorni non ha fatto altro che chiedermi di te... una cosa davvero snervante» «E così parlare di me è snervante?» «Ovvio Hall ti ho già tra i miei pensieri... parlare anche di te è un pò troppo non credi?» lo provocai io continuando a guardare la strada, sorrise mordendosi il labbro tolsi la mano dai suoi capelli per mettere la musica ma mi bloccò prendendomi la mano e l'intrecciò con la sua appoggiandole sulle sue gambe, subito sorrisi mi sporsi per baciargli la guancia, presi il telefono e misi la musica.

Doja Cat inizia a prendere il sopravvento di me stessa iniziai a cantare stupidamente Need To Know, canzone molto esplicita, facendolo ridere.

La libertà di essere me stessa e di non essere giudicata, questo era quello che cercavo, certo a casa con mia mamma e mio fratello ero me stessa e anche con la mia migliore amica che di sicuro non ho perso i rapporti anzi ogni giorno ci scriviamo anche cose inutili e ci videochiamiamo una volta alla settimana ma quello che stavo dicendo è che fuori di casa indossavo una maschera non ero io... il fatto che qui posso sempre essere me stessa mi solleva molto e ora sono qui a fare la stupida con un ragazzo che a quanto pare è il mio ragazzo... mentre lui ride e inizia a cantare con me amo quando fa lo stupido insieme a me.

Quando la canzone finì abbassai il volume e gli chiesi «E così Doja Cat?... Cosa mi stai nascondendo?» dissi prendendolo in giro «Ragazzina questa canzone la sento su Spotify e anche da Cass... dopo un pò ti entra in testa non credi?» «Per questa volta ti credo... dai vai metti tu» gli passai il telefono e fortunatamente ci fu il semaforo così si fermò senza il bisogno di staccare la mano della mia lo afferrò e la cercò... avendo Spotify Premium si andava comodi la mise e ascoltai... non la conoscevo, lo guardai stranita e poi guardai il titolo Close di Nick Jones e Tove Lo «Non la conosci?» «Strano ma vero» una canzone davvero bella con un significato azzeccato devo ammetterlo, la inserii subito sulla mia playlist «Sai dovresti mettere la musica più spesso» consigliai io «Sei tu che la metti sempre e poi siamo pari tu me ne hai fatta conoscere una e anch'io» «Giusto hai ragione» il suo telefono inizia a squillare facendo interrompere il contatto tra le nostre mani, abbassai la musica ma il suo telefono è connesso alla macchina quindi la musica si fermò facendo spazio alla vocina di una bambina «Ciao Troll» riprese la mia mano e mi sorrise «Ciao Puzzola» non riesco a credere mie orecchie mi sta facendo partecipare ad una chiamata con sua sorella lo guardai e lui sorrise, gli strinsi più forte la mano facendogli capire che mi faceva piacere «Ma che ci fai sveglia quest'ora?» «Jacob sono le 8:45» «Appunto e sabato mattina dovresti dormire» «Ti ricordo che sei tu quello che fa fatica ad alzarsi non io» sorrisi alla battuta e lui mi guardò ridendo «E poi fai la predica a me quando la sono quasi le 00:00 e sei ancora fuori anche se domani hai partita guarda che lo dico allo zio» bel caratterino proprio con suo fratello «Quello che mi chiedo io è perché hai il telefono in mano la mamma dov'è?» «Dorme» «E le hai preso il telefono Rachel?» «Sì» «Sai che non va bene questo» «Sì ma tu non glielo dirai vero...» «Rachel che ci fai sveglia soprattutto con il mio telefono» «Parli del diavolo e spuntano le corna» esclamò Jacob facendomi ridere «Ma mamma sto parlando con Jacob» «Tesoro ciao» «Ciao mamma come stai?» «Io bene te?» «Bene sì» mi guardò e esordì «Mamma ti devo presentare una persona» mi accorsi che siamo arrivati al suo appartamento parcheggiò prese il telefono e fece videochiamata l'ansia mi assale «Eccoti qui, chi mi devi presentare?» mi fece cenno di avvicinarmi e io impaurita lo feci e vidi sua mamma e sua sorella «Oh ma chi è questa bella ragazza?» il suo tono premuroso mi diede il coraggio di rispondere «Piacere Ginny, è un piacere conoscerla» «Oh su dacci del tu io sono Hanna e lei è...» «Io sono Rachel e amo i tuoi capelli» «Grazie mille a me piacciono molto le tue lentiggini» subito arrossì «Grazie... tu sei la ragazza di Jacob?» «Sì...» rispose lui, lo guardai in imbarazzo e dopo tornai a guardare sua madre una bellissima donna capelli corvini e boccolosi con occhi azzurri, sua sorella invece capelli neri e occhi marroni come suo fratello «Pensavo che non mi avresti mai presentato una ragazza... e devo dire che è molto bella, si mi piace, credo anche simpatica conoscendo Jacob» subito arrossì e Jacob rispose al posto mio «Si lo è molto» «Con quei capelli verrebbero fuori delle bellissime trecce» «Mia sorella adora fare acconciature sogna di diventare una parrucchiera...» «Non una qualsiasi io farò i capelli alle star» «Sai che i miei capelli sono sempre in disordine accetterei molto i tuoi consigli» subito si illuminò e urlo «Certo perfetto allora non vedo l'ora di vederti e farti tante acconciature» «Non rifiuterei mai» sentivo lo sguardo di Jacob addosso al mio anche senza girare la testa «Rachel vai ad aprire la porta il cane» «Ma mamma» «Vai» «Va bene ciao Ginny» «Ciao Rachel» «E a me non saluti» «Oh sì ciao troll» «Ciao puzzola» sorrisi a quei nomignoli in effetti Trolli gli sta bene «È stato un vero piacere conoscerti Ginny, Rachel già ti ama... e dimmi che cosa studi?» «Cinematografia» «Oh che bello adoro i film» «Sì me la me l'ha accennato Jacob a proposito ha dei gusti impeccabili» «Grazie immagino anche tu studiando queste cose... e ai fratelli?» «Si uno piccolo di sei anni» «Fantastico immagino Rachel appena lo saprà... sei inglese anche tu?» «Oh no sono italiana» il suo volto assunse un'espressione sconvolta «Oh l'Italia un bellissimo posto e come mai proprio in America sei voluta andare se posso sapere?» «Certo ecco perché fin da piccola ho sempre voluto studiare qui» «Ah beh allora ho fatto bene Jacob quando eri piccolo a costringerti ad imparare l'italiano» «Esatto ma comunque ti ho profondamente odiato» disse ironicamente «Mi ha fatto piacere conoscerti, scusa alle condizioni se mio figlio mi avesse avvisato sarei stata più presentabile» «Oh non si preoccupi è una bellissima signora capisco da chi abbia preso la bellezza suo figlio» guardai Jacob che notai che mi stava già guardando, mi diede un bacio sulla testa e insieme tornammo a guardare sua madre «Siete veramente belli insieme e sono felice di averti conosciuto Ginny speriamo di vederci anche dal vivo» «Lo spero anch'io» «Ora vi lascio che vado dalla peste di mia figlia ciao ragazzi» «Ciao» quando misi giù subito lo abbracciai «Grazie di avermi fatto conoscere la tua famiglia» «Tu mi hai fatto conoscere la tua» mi staccai e lo baciai schiacciando le sue labbra con le mie, subito il sapore di tabacco e alcol mi mise una mano sul fianco ma ero bloccata, i sedili non sono attaccati così slacciai la cintura di lui e mi misi modo meno impacciato possibile a cavalcioni su di lui, il vestito si alzò un pò il che permise a lui di mettere le mani sulle mie cosce accarezzandole facendomi provocare brividi su tutto il corpo, mi morse il labbro e io passai a baciargli il collo ma mi alzai io lo guardai «Andiamo su?» non se lo lasciò ripetere due volte che mi aiutò a sedermi sul sedile per dopo scendere dalla macchina tutti e due sorridenti, avvolsi il mio braccio intorno alla sua vita e lui lo avvolse sul mio collo ovviamente appena entrata mi tolsi i tacchi «Oh ora sì che sei una nanetta non che prima non lo fossi ma...» si beccò un pugnoi sulla spalla «Sai che sei manesca?» «Solo con chi mi prende in giro e visto che tu lo fai ripetutamente anche con piacere te lo meriti» mi scompigliò i capelli per dopo tornare ad abbracciarmi e insieme ci dirigiamo nell'ascensore dentro siamo soli, vicino l'uno a l'altra mi misi davanti a lui e alzai la testa guardandolo dal basso e lo avvolsi tra le mie braccia abbracciandolo calorosamente lo stesso fece lui appoggiando il suo mento sulla mia testa potrei stare così per ore... appena le porte si aprirono in uno scatto mi prese in braccio distinto avvolsi le gambe intorno al suo bacino «Che fai hall?» mi guardò malizioso «Faccio il gentiluomo non si lascia mai una ragazza scalza camminare nel pavimento gelido dovresti saperlo» «Oh mi dispiace tanto non sapere queste regole di galanteria» «Mmm per questa volta ti perdono...» arrivammo davanti alla porta, scesi da lui mentre apriva la porta entrammo e la chiuse alle sue spalle appoggiai sul pavimento gli stivaletti e misi sia la borsa che la giacca sull'attaccapanni lui fece lo stesso, quando ci ritrovammo senza niente d'intralcio entrambi ci avviciniamo l'uno all'altro con cautela come se tra di noi ci fosse un campo magnetico e noi siamo le calamite, quando i nostri petti si incontrarono alzai gli occhi incrociando i suoi, subito il respiro mi si fece lento nello stesso momento io mi alzai in punta di piedi e lui abbassò la testa verso di me mi prese per i fianchi facendomi mantenere l'equilibrio mentre le nostre fronti attaccate e i nostri respiri mozzati riempivano il silenzio in tutto l'appartamento «Cosa mi fai ragazzina...» sussurrò lui con un tono impercettibile «Questo dovrei chiedertelo io hall...» nello stesso momento le nostre labbra si unirono combaciando perfettamente, il bacio lento e a dir poco meraviglioso, non riesco più a reggermi in piedi e lui lo capì, d'un tratto mi ritrovai in braccio a lui, il che è molto piacevole, iniziò ad indietreggiare verso il divano facendoci cadere entrambi iniziammo a ridere finché lui non sigillo le sue labbra con le mie, le mie mani percorsero subito la sua schiena per dopo arrivare all'orlo della maglietta che tolsi con il suo aiuto, sono ancora abbastanza impacciata nei movimenti ma a lui non sembra importare, portai tutte e due le gambe intorno al suo bacino stringendolo, lui passò una scia di baci dalla bocca alla mandibola mordendola piano fino ad arrivare al collo, subito inarcai la schiena e chiusi gli occhi dal piacere che provo in questo momento, tornò a baciarmi per dopo fermarsi a guardarmi, mi alzai insieme a lui ma solo con la schiena e le sue mani percorsero le mie spalle fino ad arrivare alla lampo del vestito che con lentezza troppa lentezza abbasso direttamente le spalline del vestito mi si abbassarono scoprendo il seno coperto dal reggiseno rosso me lo ero messo così solo per il vestito o almeno era quello che mi continuavo a dire, mi aiutò a sfilarlo lasciandomi in biancheria intima abbinata... odio avere la biancheria intima con colori diversi... restò a guardarmi imbambolato così con la mano gli accarezzai il viso facendo tornare la sua attenzione su di me, con delicatezza mi fa stendere, con la mano inizia ad accarezzarmi il basso ventre passando un dito sul bordo delle mutandine senza mai staccare gli occhi dai miei appoggiò la sua fronte sulla mia e prima che potessi dire qualcosa la sua mano si infilò sotto il leggero strato delle mutandine iniziando a stimolare il mio punto debole, a quel punto inarcai la schiena dal piacere e con la mano gli presi il viso sbattei le labbra contro le sue cercando di controllare i miei ansimi, entrò con due dita mi scappò un gemito un pò troppo forte dalle labbra il che lo fece soddisfare appieno, mi continuo a baciare, le sue dita iniziano a prendere ritmo, tirò giù una spallina e poi l'altra è io lo aiutai con il poco autocontrollo che ho a toglierlo del tutto la sua bocca appena il seno fu libero si fiondò su un seno stuzzicandolo senza perdere il ritmo della mano dopo poco non riuscì più a tenermi lo baciai per nascondere i miei gemiti e venni, nella stanza silenziosa rimbombano i miei sospiri e affanni.

Rimanemmo in silenzio per un po' lui nel mentre si era disteso vicino a me guardandomi negli occhi, la mia voce non si vuole far sentire come la sua il che è strano per me è tutto nuovo ma per lui no cosa è che lo blocca nel parlare guardai le sue braccia d notai che ha i brividi è davvero in imbarazzo... gli accarezzai il braccio e gli sorrisi, mi abbracciò baciandomi la testa, finché non decisi di parlare «Andiamo in camera?» lui annuì continuando a stare zitto, da qua i dubbi iniziano a sormontare la mia mente, forse ho fatto qualcosa di sbagliato io o non so non saprei proprio, si alzò e mi prese la sua maglietta da terra me la misi e mi oltrepassò per andare in camera, io lo seguo senza fare il minimo rumore anche se credo che i miei pensieri si possano sentire anche da fuori... entro in camera e si sedette sul letto iniziando a guardare il pavimento e a tornturasi le mani, mi sedetti vicino a lui e gli presi le mani avvicinandole al mio viso e gli baciai il dorso, continuò a non guardarmi così gli presi con delicatezza il volto e lo girai verso di me, quando i suoi occhi incontrarono i miei vidi che c'è lo aveva lucidi, gli accarezzai le guance e subito lo abbracciai, senza pensarci mi avvolse stringendomi a se sentì la spalla iniziare a bagnarsi, gli accarezzai i capelli e lo strinsi più forte che potevo a me «Cosa e successo?» chiesi delicatamente , lo staccai a me e gli presi il viso tra le mani con i pollici gli tolsi il residuo delle lacrime «Non voglio...» e si bloccò è così feci anch'io, quel non voglio può significare tante cose «Non voglio sbagliare con te...» torno a guardare in basso così lo chiamai «Jacob...» subito mi guardò «Non stai sbagliando niente anzi non potrei avere di meglio... e di questo che hai paura?» annuì senza rispondere gli diedi un bacio e gli dissi «Jacob queste preoccupazioni non ti devono neanche passare per l'anticamera del cervello, come hai detto tu ognuno ha le proprie preoccupazioni basta parlarne... cazzo sei Jacob Hall...» gli accarezzai i capelli e continuai a parlare «Jacob Hall non può avere queste preoccupazioni» sorrise e si abbassò per baciarmi quando si staccò mi soffermai guardarlo è veramente bello e cosa ci trovi in me devo ancora scoprirlo... si capisce il perché tutte lo trovino figo e che siano cadute ai suoi piedi, le capisco davvero perché anch'io sono caduta nel suo fascino, ma lui è più di questo... questi muscoli, questo fascino alla James Bond è solo una maschera... sotto tutto questo strato di forza c'è un ragazzo con le sue paure... le sue fissazioni e tutto quello che rende Jacob hall, Jacob hall.

«Ei» la sua voce mi risvegliò dai pensieri «A che stai pensando?» «Niente tranquillo... stai meglio?» annuì e con le mani mi prese i fianchi e mi strinse a sé appoggiai il viso sul suo petto e lo abbracciai forte «Sono qui ragazzina non ti lascio...» «Jacob hall...sei tutto un mistero» «Lo stesso si può dire di te ragazzina» «Su questo ti do ragione» entrambi ridemmo finché non lo sentì sbadigliare «Cazzo che ore sono?» esordisco io «Sarà l'una...» «Jacob domani hai partita e devi riposare» «Se sono con te sono rilassato e riposo» «Hall devi dormire» mi baciò la fronte e si stese sull'enorme letto matrimoniale «Va bene ragazzina» appena finito mi stesi sotto le coperte e subito mi accolse tra le sue braccia, mi accoccolai a lui, mi diede un bacio sulla testa e io la alzai per guardarlo in viso «Grazie" -"Per cosa?» «Per non avermi giudicato quando ho pianto» «Perché dovrei farlo?» «Mio padre quando ero piccolo e piangevo mi sgridava dice che un uomo non piange» gli accarezzai il volto «Jacob tutti piangono anche gli uomini e non devi sentirti meno uomo se piangi anzi dovresti sentirti umano perché hai dei sentimenti anche tu... ognuno ha un punto debole solo che c'è chi lo fa vedere e chi lo nasconde bene, tu sei uno tra quelli che lo nasconde bene, vorrei essere anch'io così e una volta lo ero ma non sono più riuscita a tenermi dentro niente... voglio che ti fidi di me e che mi parli di quello che non va... va bene?» mi baciò la punta del naso e quando torno a guardarmi rispose «Va bene ragazzina» lo strinsi più forte a me e gli chiesi «Hai impostato la sveglia?» «Si... alle 6:30» «Così presto?» «Si l'allenamento pre partita inizia alle 7:30» «An ok allora sarà meglio dormire non credi?» «Si per questa volta ti do ragione» scossi la testa e lo baciai fu un bacio più lungo «Buonanotte ragazzina» «Buonanotte hall» dopo poco si addormentò invece io rimasi a pensare... ho paura che il mio sentimento per lui si stia approfondendo sempre di più e non so come fermarlo, tutto questo è fin troppo perfetto non è una cosa possibile, non posso innamorarmi anche se credo sia troppo tardi, lui e il suo ego spropositato mi hanno colpita la prima volta che ci siamo conosciuti la sua strafottenza nei miei confronti che dopo si è trasformata in tutt'altro, lui è il ragazzo che aspetto da tutta la vita e per quanto possa essere assurdo sono riuscita a trovarlo e ora sono qui nel suo letto abbracciata a lui, a guardarlo dormire e cavolo se è bello, è proprio bello e devo dire che sono parecchio fortunata, mi sembra di essere in uno di quei film in quei i due ragazzi che si stavano antipatici alla fine si trovano e si innamorano... tutto questo è irreale, mi strinsi di più a lui e chiusi gli occhi, mi sono innamorata di Jacob Hall... ora si che sono incasinata.

Trust MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora