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Uscimmo insieme dal cinema io che continuo a lacrimare e lui che continua a cercare di distrarmi.

Quando arrivammo alla paninoteca arrivò un ragazzo e ci diede il tavolo, ci sedemmo l'uno davanti all'altra, presi il menù in mano e iniziai a guardare «Lo sai che è la prima volta che usciamo io e te a mangiare soli?» alzai lo sguardo dal menù e lo guardai sott'occhio «E così possiamo chiamarlo appuntamento?» «Non lo so decidi tu Hall» stava per rispondere ma il cameriere arrivò al tavolo per ordinare «Salve cosa posso portarvi?» «Per me è un hamburger classico» «Anche per me» «E da bere?» lo guardai un attimo e lui iniziò a parlare «Due birre bionde medie» «Perfetto arrivano subito» quando il cameriere se ne andò lo guardai sbalordita, come aveva fatto a sapere quello che volevo? «Che c'è?» chiese lui indifferente «Come facevi a sapere che volevo una birra?» «Intuizione» gli sorrisi e lui fece lo stesso, dopo poco arrivo da bere alzò il bicchiere e io feci lo stesso «A cosa brindiamo ragazzina?» «Al primo appuntamento?» «Al primo appuntamento» fece scontrare il mio bicchiere con il suo e dopo presi un sorso «Allora ragazzina spiegami un pò» «Dimmi tutto Hall» «Come mai sei così appassionata di film?» appoggiai la schiena sullo schienale della panca e lo guarda negli occhi «Diciamo che io sono sempre stata una bambina strana... Mentre gli altri giocavano con qualsiasi cosa che gli capitasse davanti io no odiavo giocare e così i miei genitori decisero di provare a mettermi davanti alla TV e funzionò... mia madre disse che il primo film che vidi fu il re leone, e che era un continuo guardarlo, mi disse anche che quando mufasa morì io piansi e si che è strano perché avevo solo due anni e da lì partì la mia ossessione per i film, feci anche teatro e corsi di regia o cose così e niente questa è la mia storia...» mi guarda sorridendo appoggiai i gomiti al tavolo e lo iniziai a guardare attentamente stessa cosa fece lui, l'unica cosa che ci divide è il tavolo il che è abbastanza frustrante essere a pochi centimetri distanza guardarsi e non fare niente, riflettei su cosa dire perché la mia stranezza non lo spaventi, anche perché a pensarci bene siamo tutti e due inesperti per quanto riguarda una relazione, e se lui ha avuto solo storielle dalla una notte e invece io niente prese la birra e fece un sorso, mi sono fermata a guardare il pomo d'Adamo salire e scendere e rimasi imbambolata, non ci vuole tanto ipnotizzarsi alla sua vista «Tutto bene?» spostai lo sguardo sui suoi occhi e lo guardai, mostrò il suo sorrisino compiaciuto, mi aveva colto sul fatto in pochi secondi diventai rossa girai lo sguardo altrove e mi morsi il labbro per non sfoggiare il sorrisino fatidico da ebete mi tirai indietro capelli e dopo trovai il coraggio di tornare a guardarlo e vidi che i suoi occhi sono sulla mia bocca ora lo avevo colto sul fatto io «Tutto bene Hall?» rivolse subito gli occhi ai miei alzai le sopracciglia e imitai il suo solito sorrisino lui capì e appoggiò i gomiti sul tavolo «Ragazzina...» sospese la frase e io lo invitai «Sì?...» passò la mano tra i suoi capelli e vidi che voleva dirmi qualcosa ma non sapevo cosa «Devi dirmi qualcosa?» «No no è solo che... mia madre mi ha chiesto di portarti lì per un weekend abbiamo una casa in montagna e vuole che ti ci porti» capì subito che non era quello che doveva dirmi ma feci finta di niente «Jacob...» non uso mai il suo nome «E tu?» «Io cosa?» «Tu vuoi?» mi prese la mano sopra il tavolo e la accarezzò «Ragazzina credo sia abbastanza ovvio che voglio non credi?» me e la mia poca fiducia annuì e sospirai «Quando?» «Beh siccome le vacanze durano tre settimane io starò là e tu potrai venire quando vuoi, se vuoi gli ultimi tre giorni di vacanza certo...» «E se non piacessi ai tuoi?» «A mia mamma e mia sorella piaci mio padre non lo hai ancora conosciuto ma gli piacerai di sicuro... a proposito domani viene in città mi ha chiesto di andare a cena fuori... vuoi venire? Mi salveresti» «Domani?» «Sì domani... se non sei pronta non importa» «Hall da quant'è che ti interesso» mi guardò stranito e in effetti capì che avevo formulato male la domanda così la riformulai «Nel senso da quand'è che ho iniziato a piacerti... sincero» «Sincero?» annuì e lui rispose «Quando ti ho visto al bar subito ho pensato che saresti stata un'altra ragazza da una notte e via... fu la mia idea e lo era fino a sabato sera quando sei stata male ho capito che tu non eri la ragazza giusta da una notte e via... la mattina mi ero alzato presto apposta per non doverti parlare sapevo che non sarebbe finita come sarebbe dovuta finire... il giorno dopo al mare quando abbiamo parlato mi stupì di me stesso, non ero mai stato premuroso con una ragazza ma... tu.... tu mi riuscivi impossibile ad essere stronzo ti vedevo spesso tra i corridoi che ridevi e cavolo se sei bella quando ridi e da lì capì che non non saresti stata come le altre ragazze... ho iniziato a pensarti spesso e non mi capacitavo di questa cosa non volevo e quel martedì ho provato l'ultimo tentativo per dimenticarti e dire che era una cosa passeggera ma quel giorno non ho provato niente e quando ti ho aperto la porta mi sono imbambolato a guardarti dimenticandomi chi avevo in casa, quando Chanel venne vicino a me capì tutto» i miei occhi sono lucidi e tanto anche tutto quello che mi ha detto sto cercando di elaborare ma mi è difficile «Ti ho lasciato senza parole?» «Sì abbastanza» «E tu invece?» subito sorrisi «Io la prima volta che ti ho visto ti avevo già puntato, te e la tua arroganza mi avevano subito rapito e respingendoti non facevo altro che attrarmi di più a te... quando ti vidi con Chanel la gelosia mi invase e credo che sia il momento in cui ho capito che mi interessavi parecchio, quando eravamo in cucina che mi hai tenuto mentre stavo per cadere subito ho pensato che sarebbe successo e quando non successe ci rimasi malissimo» rise alla mia confessione «Anch'io se devo essere sincero» «Dato che ci siamo ti ricordi quel giorno quando sono venuta a studiare da te?» annuì e mi guardò incuriosito «Quando eravamo sul tavolo...» «An si a che cosa stavi pensando?» «Tu non ridere... pensavo se sarei stata abbastanza per te... nel senso se sarei stata capace a baciarti o fare altro» «Seria?» «Sì...» «Beh queste preoccupazioni sono svanite vero?» vorrei dirle di sì ma mi è difficile presi un sorso di birra «Ragazzina credo di avertelo già detto sai baciare bene, molto bene e sai provocarmi al punto giusto in quello sei perfetta quindi smettila di essere insicura ok?» «Ok» si alzò e viene sedersi vicino a me sulla panca, mi spostai leggermente si sposto la tovaglietta, la birra e il resto, mi girai a guardarlo confusa e lui si avvicinò e mi diede un bacio che non durò tanto ma quel poco che servì per scacciare via tutte le preoccupazioni «Scusate l'interruzione ma...» subito mi staccai imbarazzata ma non quanto il cameriere con i piatti in mano «Scusi» «Oh non si preoccupi ecco qui» ci porse i panini e lo ringraziamo entrambi portai il mio sguardo imbarazzatissimo verso Jacob lui se ne accorse e si mise a ridere «Non sei spiritoso Hall» «Beh tu dovresti vedere la tua faccia» gli diedi un colpetto sul braccio stava per parlare ma si bloccò appena mi arriva un messaggio, presi il telefono con lo sguardo di Jacob su di me lo girai e vidi chi è che lo mandava era Cassiopea il messaggio dice "Ginny non puoi capire cosa sta succedendo domani andiamo a pranzo insieme e ti spiego tutto" subito la mia bocca si allargò in un sorriso guardai Jacob che aveva letto ma si blocca perché arriva anche lui la notifica prese il telefono era di Tom -"Amico abbiamo tanto di cui parlare domani a pranzo non puoi capire cosa sta succedendo... Ringrazia Ginny da parte mia" ho letto anch'io il messaggio ci guardammo e lui disse «Cavolo sei davvero cupido» «Perché avevi dubbi?» scosse la testa avvicinò il suo viso al mio dandomi un bacio a fior di labbra, dopo rispondemmo entrambi e iniziammo a mangiare i panini e Jacob aveva ragione sono davvero buoni devo ammetterlo, mi girai verso di lui a guardarlo lottare nel ricomporre il panino con aria tutta concentrata ma lo stesso tempo nervosa... come ha fatto un playboy come lui a smettere tutto di un tratto e per me, è una cosa abbastanza strana e la mia insicurezza non andrà mai via ma decisi di non rovinare il momento, mi sporsi verso di lui e gli diedi un bacio sulla guancia, di scatto si fermò aveva appena finito di sistemare il panino mi guardò e nel mentre si puliva le mani con la salvietta «Sei carino quando ti concentri sai?» fece una faccia sconvolta forse per la parola che ho usato, carino, odia quando gli dico che è carino tenero «E così sarei carino?... Solo carino?» alzai gli occhi al cielo ridendo poi mi avvicinai l'orecchio sussurrai «Hall per quanto il tuo ego sia spropositato non credo che tu abbia bisogno della mia parola per dirti quanto sei sexy» mi staccai da lui ma non abbastanza da avere almeno 5 cm tra i nostri visi sfoggiai un sorriso furbo... «Però detto da te... è molto più...» si bloccò alza e le sopracciglia per invitarlo a continuare si avvicinò al mio orecchio il suo respiro caldo mi fece venire i brividi «Eccitante...» mi morse piano il lobo dell'orecchio per poi scendere vicino al collo e ci lascia un bacio per poi staccarsi con un sorrisino soddisfatto senza guardarmi neanche, poi appoggiò la schiena sullo schienale ma ancora niente, così gli appoggiai la mano sul ginocchio ora è il contrario lui guardava me mentre io guardavo il piatto, con la mano libera mangio le patatine mentre con la mano sulla sua coscia stringo piano, si mise a tossire piano appoggiando il gomito sul tavolo e con la mano sul viso girato verso di me «Ragazzina...» mi girai innocente e dissi «Sì Hall?» «Non so quanto ti convenga continuare...» «A fare cosa Jacob?» alzai un po' di più la mano toccandogli la patta dei pantaloni ma la tolsi subito «Che stronza» prese la sua giacca e se la mise sopra i pantaloni e subito capì «Ho così tanto controllo su di te Hall?» «Oh non sai quanto...» finimmo di mangiare il panino velocemente, come primo appuntamento è andato molto bene, arrivati in macchina appoggiai tutta la schiena sul sedile e lui fece lo stesso iniziando a osservarci attentamente come se fosse la prima volta «Andiamo a casa?" annuisco lentamente, accende il motore invece io misi la musica «Quand'è che andiamo al mare?» esordì io «Non saprei il prossimo weekend?» «Domenica?» «Sì...» quel sì fu lento troppo lento «A proposito non ti ho risposto per domani... non è che disturbo?» «Ragazzina me l'ha chiesto lui, ha saputo di te da mia sorella...» «Allora accetto» sorrise e mi appoggiò la mano sul ginocchio» «Grazie» mi fa piacere, certo sarò in ansia di non piacergli ma ce la posso fare «Gli piacerai di sicuro» «Dici?» «Sì» feci finta di credergli ed è una cosa normale no? Insomma si è sempre ansiosi nell'incontrare i genitori del proprio fidanzato.

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