Le mani mi tremano, la mia gamba non fa altro che muoversi freneticamente, la mia testa viaggia in mondi sperduti muovendosi di qua e di là, iniziò a sudare, sento una mano posarsi sulla gamba tremante «Ragazzina» non risposi e non mi girai neanche «Ginny» continuai a non rispondere «Ginevra» disse con voce più marcata , di scatto mi girai verso di lui, e mi senti spaesata cercai di parlare ma non ci riuscì «Dove sono?» capì cosa intendeva, io mi limitai a indicare lo zaino, subito iniziò a frugare e le trovò, me ne diede una e mi apri la bottiglietta d'acqua tremolante presi la bottiglia, misi in bocca la pastiglia e poi bevvi un sorso d'acqua, lui subito la prese e la chiuse appoggiandola sulla sedia vicino a lui, ma con lo sguardo che non si staccava dalla mia figura, lasciai cadere la testa sulla sua possente spalla, e lui iniziò a darmi le sue bellissime carezze «Scusa» dissi sottovoce ora in grado di parlare «Ragazzina smettila di scusarti... andrà tutto bene devi passare le vacanze in modo tranquillo e leggero vedrai Leo» «Però vedrò anche...» «Lo so...» mi interruppe «Sei una donna forte... riuscirai a gestirla e poi ci sarà anche Anastasia» sorrisi al solo pensiero di passare del tempo con lei «Ecco vedi... ora prendi un profondo respiro tra poco devi andare e di sicuro non voglio vederti con il broncio anche se sei davvero carina quando fai quella faccia» subito allacciai le braccia al suo collo stringendolo a me, lui mi prese i fianchi e mi mise sopra le sue gambe appunto per approfondire l'abbraccio inspirai il suo profumo «Mi mancherai Hall» «Anche tu ragazzina» mi mancherà si è tanto.
«Chiamami tutti i giorni» e mi diede un bacio «Mi raccomando» un altro bacio «Non perdere la testa per qualcun altro» bacio «Anche se è impossibile perché insomma mi hai visto?» bacio, il telefono squillò lo presi e vidi il numero di Cass «Sono arrabbiata con te non mi hai neanche salutato Ginevra Rinaldi» prese subito a riempirmi di parole «Lo so Cass scusa, appena torno mi faccio perdonare giuro» «Mmmm ti conviene... mi annoierò qui da sola» «Passano in fretta 3 settimane» «Lo so ma comunque ora con chi è che parlerò di film?» «Mi chiami» «Oh beh questo è poco ma sicuro ragazza, dai ti lascio che c'è il signorino qui che vuole il 4 ROUND» sbarrai gli occhi «Buona fortuna» risi io «Ciao Ginny» «Ciao Cass» e misi giù, e tornai ad appoggiare la testa sul petto di Jacob «Devo andare» «Lo so» disse con il broncio gli accarezzai il viso e lui mi diede un vero bacio uno di quelli fantastici da 5 stelle se non di piu, appoggio la fronte sulla mia e mi guardò negli occhi «Ultima chiamata per il volo A42» sentimmo l'auto parlante lo abbracciai forte e poi mi staccai di forza presi lo zaino e andai verso il corridoio senza girarmi, feci vedere il biglietto alla hostess e il passaporto, appena fui nel tunnel lo vidi guardarmi con le mani in tasca scossi la mano e sorrisi, e lui fece lo stesso e con autocontrollo continuai a camminare verso l'aereo, entrai e trovai il mio posto a sedere, fortunatamente non avevo nessuno vicino così ci misi lo zaino lo apri per cercare il libro lo tirai fuori ma non era quello che volevo... anzi non lo avevo mai visto, aprì la prima pagina e subito riconobbi la scrittura di Jacob "Mi hai chiesto come mai pensassi che il tuo tatuaggio identificasse te... beh vedi, prima di te la notte era buia e priva di stelle,poi sei arrivata stravolgendo il mio mondo e hai reso la notte più lucente e piacevole... tu sei la mia stella... anzi la mia luna , illumini la mia anima tenebrosa... ragazzina tu sei luce sei la persona che mi porta a credere che l'amore esiste e sei tu, tu sei la luce.
Bene dopo questo ragazzina credo di averti fatto piangere abbastanza quindi goditi il libro.
Ti amo Jacob
P.S. Mi mancherà averti vicino... a letto intendo su ragazzina che credi.
Questo era l'effetto che mi fa Jacob Hall, gli occhi colmi di lacrime e il sorriso sulla bocca, lui è solo lui avrebbe potuto scrivere questo, lui è lui.
Con lo sguardo cercai tra la gente freneticamente, finché non senti una vocina acuta «Ginny» subito guardai sul punto dove avevo sentito e vidi mio fratello venirmi incontro, mi inginocchiai e misi giù lo zaino lo strinsi a me in un abbraccio e piansi, mi era mancato tanto... «Ciao orsetto» tirai su con il naso e lo stesso fece lui con le mani gli staccai leggermente il viso dalla mia spalla per poterlo guardare bene «Come sei cresciuto» gli accarezzai le guance umide dalle lacrime e mi alzai misi lo zaino in spalle e presi la valigia con una mano mentre con l'altra tenevo stretta la manina di Leo, davanti hai miei occhi vidi mia madre appena gli fui davanti l'abbracciai e lei iniziò a piangere Leo si intrufolo tra di noi e abbracciammo anche lui ridendo ecco la mia famiglia «Mi siete mancati» «Anche tu» dissero insieme si staccò da me e mi prese le spalle le spalle per guardarmi meglio esaminandomi con lo sguardo «Sei cresciuta tanto bambina mia» in risposta gli sorrisi «Dai andiamo a casa» mi prese la valigia e io presi leo per mano «E poi ho fatto tanti disegni per te» «Ah si beh dopo me li fai vedere...» subito mi bloccai vedendo mio padre vicino alla macchina che camminava avanti e indietro con una sigaretta in mano appena ci vide lancio la sigaretta e si bloccò sul posto a fissarmi, guardai mia madre e lei mi guardò dispiaciuta presi un profondo respiro «Ciao» dissi calma «Ciao Ginevra» Leo mi strattonò il braccio lo guardai e disse «Ha disegnato con me e mi ha portato al parco e al cinema» «Ah si» lo guardai sorridendo «Sì ci siamo divertiti tanto vero papà» si staccò da me e andò verso di lui e distinto John lo prese in braccio, entrambi mi guardarono, sorrisi felice ci stava provando non volevo che Leo ci stesse male se mai un giorno scomparisse di nuovo «Dai andiamo a casa che Ginny sarà stanca con tutte quelle ore di viaggio» «Hai ragione» dissi rivolta a mia madre che mi guardava ancora dispiaciuta, io ero... non so neanche come sono a livello emotivo ora arrabbiata con lei per non avermi detto che sarebbe venuto anche lui a prendermi ma lo stesso momento con la consapevolezza che se me lo avesse detto mi sarei rifiutata quindi non la biasimo per non avermelo detto, mia madre aprì il bagagliaio e ci mise la valigia e io lo zaino prima di chiuderlo vidi mio padre che rideva con Leo mentre gli allacciava la cintura, erano belli, chiusi il bagagliaio e mi sedetti dietro vicino a Leo «Beh a scuola come va ometto?» «Tutto bene, Viola e io siamo compagni di banco» «Ah si è com'è simpatica?» «Si facciamo anche i compiti insieme» «Mmm bene bene la conoscerò?» «A capodanno c'è una festa con i suoi compagni di classe a casa di viola dormiremo la» «Ah allora può venire Anastasia a dormire da noi visto che la sera abbiamo una festa?» «Certo che può è venuta molte volte sai a salutare Leo e a cena» «Me lo ha detto sì... mi ha anche detto che l'hai stracciata a uno» «Si è vero ho imparato dalla migliore» disse lui fiero, Leo è avanti rispetto agli altri bambini ha imparato a parlare tanto presto infatti è molto bravo e a leggere sta imparando e già gli piace... lo ho cresciuto molto bene devo ammetterlo credo che sia l'unica cosa di cui vado fiera «Batti il cinque sei proprio mio fratello» mi batte il cinque e si mise a ridere e io insieme a lui «Visto che ci sei...» mi distesi sui sedili appoggiando la testa sulle sue gambine «Non sei cambiata per niente» mi disse lui «Assolutamente no» John si girò e ci guardò e sorrise io ricambiai e lui sbarrò gli occhi ,non si sarebbe mai aspettato che avrei ricambiato , con le carezze di Leo mi addormentai subito finché non arrivammo a casa mi diede un bacio sulla guancia e mi sussurro «Siamo arrivati Ginny» sbadigliai e mi girai a guardarlo «Le tue gambe sono comode come mi ricordavo lo sai teppistello?» «Lo so si» si mise a ridere mi alzai e gli slacciai la cintura scesi dalla macchina e lo aiutai e vidi davanti a me Anastasia con un cartellone in mano "Bentornata rompipalle" lascio Il cartellone entrambi corremmo una verso l'altra appena il suo corpo toccò il mio lei perse l'equilibrio e cademmo all'indietro ma nessuna delle due si staccò, iniziamo a ridere «Sei pronta a passare le tre settimane più belle della tua vita?» «Cosa hai in mente?» «Niente solo di passare bei momenti insieme» «Farò finta di crederci» «Ecco brava...» «Arrivo!» urlo Leo e subito si buttò addosso a noi «Questo diavoletto è bravo» «Ah uno ha imparato dalla migliore» «Ah sì non ho dubbi» mi prese in giro lei «Ragazze alzatevi da terra» ci rimproverò mia madre mi alzai e aiutai gli altri due a fare lo stesso prima di entrare entrare il mio telefono squillò lo presi in mano e vidi che era Jacob accettai e lo vidi, con i capelli spettinati che lo rendono ancora più sexy di quello che hai già «Ma ciao Hall» «Ciao ragazzina... sono appena arrivato... guarda» girò la fotocamera e mi fece vedere le montagne piene di neve «Cavolo è mozzafiato» «Sai quanto te... hai visto il libro?» «Sì ho iniziato a leggere... grazie per quello che hai scritto» «Ti dovevo risposte...» «Jacob!!!» senti urlare dietro di lui «Vai che ce Rachel ché ti cerca» «Va bene... ciao ragazzina» «Ciao Hall» e mise giù entrai in casa, vidi mio padre che andava in cucina con mia madre e Anastasia con Leo in soggiorno decisi di andare in cucina trovai mio padre seduto sullo sgabello e mia madre che lavava i piatti appena mi vide sorrise «Ragazzi venite di qua che Ginny deve raccontare cosa è successo a Los Angeles» sentì passi svelti venire in cucina, tutti iniziarono a guardarmi aspettando che io dica qualcosa ma loro mi precedettero «Allora quel bel maschione?» mi misi a ridere «Jacob?» «Sì lui» John prese in braccio Leo facendolo sedere sulle sue gambe, guardai Leo... mio padre capì così si alzò tenendolo in braccio «Su ometto andiamo a guardare un film lasciamo le ragazze parlare in tranquillità» «Uffa io volevo sentire» sbuffo Leo prima di scomparire fuori dalla cucina, guardai mia madre trattenendo il sorriso «Oddio... Hai fatto lo step successivo?» io annuì sorridendo e lei subito viene da me ad abbracciarmi «La mia bambina è cresciuta» per molte persone sarà strano parlare con la propria madre di questo ma per me no perché lei è la mia migliore amica fin da quando sono nata quindi per me è normale dirglielo «Però devi iniziare a prendere la pillola... ho visto quel ragazzo non sembra uno che a letto non ci sia fare... proprio come tuo padre a letto ci sapeva fare ecco perché le donne sono attratte da lui... perché emana sesso» «Grazie mamma non mi serviva saperlo ma va bene comunque... e si devo iniziare a prenderla» «Domani facciamo ora ad andare dal medico poi andiamo in farmacia e inizierà a fare effetto in una settimana non subito» «lo so anche se non lo vedrò per un mese quindi...» chinai la testa dispiaciuta «Passano veloci sì» «E se si fa una a capodanno o anche prima o dopo capodanno... e se ha la ragazza di montagna che si fa quando li» «Ginevra Rinaldi smettila di essere insicura di te... questa non è mancanza di fiducia nei suoi confronti ma sei tu che non credi abbastanza in te" aveva ragione, mi sedetti in uno sgabello e chinai la testa sulla superficie fredda del marmo «Ma insomma lo hai visto?» «Sì e Tu ti guardi allo specchio qualche volta?» feci per rispondere ma la figura snella di mia sorella mi fermo era in pigiama il che vuol dire che aveva dormito qui, guardai mia madre cercando spiegazioni «Ginny...» «Non dire niente a te» mi alzai e andai in salotto da Leo, seguita da Anastasia «Bimbo vuoi andare al parco?» «Sì!!!» «Allora dai mettiti le scarpe» «Che succede?» chiese mio padre guardò alle mie spalle capì non disse niente per quanto stronzo è quell'uomo è intelligente, presi il giubbotto e lo misi a leo «Ginevra per favore...» mi supplicò mia madre «Ana poi uscire un attimo con Leo io arrivo subito» mi guardò e prese Leo e uscirono, mi girai guardai mia sorella «Tu non dovresti essere qui» «Lo so» «Taci.... mamma posso capire che sia tua figlia ma ti ricordi quanto male sei stata l'ultima volta? Fai le cose con calma e per quanto riguarda John... stai facendo le cose con calma per Leo ed è giusto dopo questo vado via e riflettete su quello che state facendo c'è un bambino in gioco e lui non se lo merita» e dopo aver parlato uscì di casa «Tutto a posto?» chiese Ana «Sì, sì... beh andiamo?» ci incamminammo verso il parco il telefono suonò, lo presi e vidi una video chiamata da Jacob, l'accettai «Beh ti manco così tanto?» dissi senza guardare appena vidi Rachel e non lui mi bloccai «Ciao Ginny» «Ciao Rachel... tuo fratello?» «È di là» «E tu cosa ci fai con il suo telefono?» «Volevo sentire come stai» «Io sto bene te?» «Io bene Jacob non fa altro che parlare di te...» «Rachel hai visto il mio telefono?... piccola peste che ci fai con il mio telefono?» lo prese in mano e mi vide «Hai chiamato Ginevra?» «Sì volevo sapere come stava...» si giustificò «E mi fa piacere... a proposito... Leo guarda chi c'è» corse verso di me e mi inginocchiai alla sua altezza «Ciao Jacob» «Ciao Leo... lei e mia sorella Rachel come ti ho insegnato?» «Ciao Rachel» disse in inglese «Bravo» battei il cinque contro la sua mano «Rachel...» la incitò lui «Ciao Leo» disse in italiano «Brava» e gli diede un bacio sulla guancia... quelle labbra, quelle meravigliose labbra «Ehi ci sono anch'io... ciao Jacob... e quella piccolina piacere Anastasia piacere» «Piacere Rachel» «Ciao Ana come stai?» «Io bene tu?» «Io bene... cosa farete stasera?» «Ah beh Hall la porto in discoteca andiamo a scatenarci» Jacob subito fece la faccia da geloso «Non credo proprio io dormo... tu che dici piccolo Leo?» «Si Ginny sta con me a guardare i cartoni e anche tu» rimproverò Anastasia mi misi a ridere e anche Jacob che si era seduto sul letto con Rachel in braccio «E va bene ma domani sera si esce» «Accetto ma domani sera... e voi cosa fate?» «Io credo andrò a bere una birra con Tom visto che i suoi hanno la casa qua vicino» «Ehi e io anche io voglio che resti a casa» «Piccoletta con te resto a casa domani sera» lei mise il broncio e disse «Uffa Ginny perché non sei qui sarebbe bello almeno non dovrei sopportare io Jacob» «E invece mi sa che ti tocca piccoletta» li guardai ammaliata... un uomo che ci sa fare con i bambini e che gli piacciono mi affascina sempre «Dai ora lasciamoli alle loro cose ragazzina ci sentiamo dopo» «Va bene...» «Ciao a tutti» disse Rachel e si salutarono misi via il telefono e mi alzai stiracchiandomi le gambe, guardai Leo che mi osservava sorridendo, assottigliai gli occhi «Perché mi guardi così Leo?» «Perché lui ti piace... tanto» persino un bambino di 6 anni lo capiva, cercai di trattenere un sorriso, mi inginocchiai e gli presi le mani «E te che ne pensi?» «Penso che lui mi sia simpatico e che mi piace vederti stare bene» trattenni le lacrime mi girai verso Anastasia che era dietro di noi e anche lei sorrideva «Vieni qui piccoletto» e lo strinsi a me «Grazie» l'unica risposta che ricevetti fu che mi strinse più forte, dopo un po' mi staccai da lui mi asciugai le lacrime e dissi «Che ne dici se invece del parco andiamo a prendere una cioccolata calda?» «Ma la mamma si arrabbierà...» adoro quando la chiama mamma «Beh ma io non glielo dirò e tu Anastasia?» «Io assolutamente no» «E tu glielo dirai?» «Sei pazza certo che non glielo dico» «Perfetto allora andiamo a bere una cioccolata calda stracolma di panna» mi alzai e mi prese la mano, insieme ci dirigemmo verso il bar.
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Trust Me
RomancePubblico ogni venerdì✨🖤🤍 Ginevra Rinaldi è una ragazza di soli diciannove anni , con grandi ambizioni sul suo futuro. Viene da una famiglia incasinata, ma lei ne è uscita più forte che mai. Sta realizzando il suo sogno:andare a vivere a Los Angele...