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Toccai il lato opposto del materasso per trovarlo, ma era vuoto e freddo, mi strofino gli occhi e il sole mattutino mi stordì, presi il telefono e guardai l'ora, sono giuste le nove del mattino, con difficoltà appoggiai i piedi sul pavimento freddo, mi alzai in piedi e andai in corridoio dove senti dei rumori provenienti dalla cucina, continuai a strofinarmi gli occhi andando a sbattere sullo spigolo del mobile «Cazzo» mi massaggiai il fianco alzando la maglietta per guardare il graffio ma vidi solo la mia pelle iniziare a colorarsi di viola, alzai lo sguardo sentendomi osservata, trovai Jacob con indosso una maglietta e dei pantaloni in jeans lunghi con in mano un coltello lo guardai storta «Che ci fai con un coltello in mano?» chiesi con voce ancora assonnata «Non è importante piuttosto tu che hai fatto al tuo bellissimo fianco...» si avvicinò alzandomi la maglietta per vedere la botta «Dai vieni ragazzina mettiamoci del ghiaccio» mi prese per mano e mi portò in cucina ma subito mi bloccai guardando il bancone pieno di borse della spesa Jacob andò verso il frigo per cercare il ghiaccio «Da che ora è che sei sveglio?» «Sette» «Cosa... perché?» «Adesso vedrai» annusai e senti un profumo ottimo «Cos'è questo profumo?» mi avvicinai di fronte ai fornelli e vedi una piastra per i waffle «Da quando è che hai una piastra per Waffle?» «Stamattina...» «Tieni» avvolse il ghiaccio su un panno mi alzò la maglietta e me lo appoggiò «Tienilo lì ma siediti» andai a sedermi sempre più confusa, aprì la piastra e ne tiro fuori due e li mise su un piatto me li porse e dopo mi passò anche la Nutella con un coltello, si appoggiò al bancone e mi guarda sorridendo, prese una delle buste e la svuoto «Allora ho preso i tuoi cibi che ti piacciono di più... gli oreo, i ciuccetti e le patatine chatos le mie preferite poi ho preso delle maschere all'argilla una per te e una per me, a proposito ho fatto una figura di merda dalla commessa di cosmetici perché mi ha preso per pazzo ma comunque... ho preso gli ingredienti per fare i tuoi biscotti preferiti e questo è il programma di oggi, oltre a film e la sera pizza e champagne» «Perché hai preso tutte queste cose? E soprattutto come facevi a sapere quello che mi piaceva parlando delle maschere della roba da mangiare e soprattutto dei biscotti» «Ho le mie fonti» alzai il sopracciglio curiosa «Non credere che io ti dica chi è la mia fonte... no e poi no» sbuffai «Uffa...» iniziai spalmare la Nutella sul waffle e glielo misi davanti alla bocca sta per mordere ma lo tiro via subito «Dimmi chi è la tua fonte» dissi con l'aria più minacciosa che potevo anche se lui si mise a ridere, così gli diedi un morso, lui si avvicinò piano a me fece girare lo sgabello verso di lui alzai la testa e gli sorrisi mi prese il viso tra le mani e mi diede un piccolo bacio «Intanto buongiorno ragazzina» «La mia botta ne ha risentito del buongiorno! dissi continuando a tenermi il ghiaccio «Fa vedere» è no sono seduta quindi rotolini della pancia sono accentuati mi alzo in piedi fronteggiandolo e alzai la maglietta, lui sbuffo capendo il perché mi ero alzata ma non disse niente, si abbassò e io mi tolsi il ghiaccio per fargli vedere con la mano mi massaggiò il fianco toccandomi l'elastico delle mutandine facendomi sospirare «Ha già cambiato colore adesso ti passerà» si alza fermandosi su il mio viso appoggia la fronte sulla mia «Come mai hai preso tutta questa roba» «Voglio che sia un giorno rilassante per te» allacciai le braccia al suo collo e gli diedi un piccolo bacio «Grazie» «Non ringraziarmi...» fece per baciarmi ma senti il mio telefono iniziò a squillare, alzai gli occhi al cielo e lui sbuffò gli accarezzai il petto «Arrivo subito» corsi in camera presi il telefono e risposi senza guardare chi fosse «Pronto» «Ciao Ginny, come stai?» era Anastasia «Bene tutto ok sono con Jacob... Te come stai?» «Io... bene ma... non vorrei dirtelo ora soprattutto in questo giorno ma Francesco mi ha scritto chiedendomi di te, non so neanche come abbia fatto a trovarmi» «Lo hai mandato a fare in culo» lei si mise a ridere e io feci lo stesso... se mi avessero detto una cosa del genere due mesi fa sarei stata malissimo ma adesso non mi frega assolutamente niente «Brava così ti voglio, dai ti lascio goditi questa giornata con quel figo che ti sei trovata» sorrisi mi girai trovandolo appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate al petto e l'aria curiosa lo guardai dimenticandomi di Anastasia «Ohi ci sei ancora?» «Sì? Scusa ora ti lascio Anastasia» «Certo ci sentiamo più tardi ciao» si avvicinò a me «Era Anastasia?! «Sì... mi ha detto che Francesco gli ha scritto chiedendogli di me» si avvicinò a me fino a far toccare i nostri petti «E tu?» «Io cosa?» «Vuoi tornare da lui?» gli accarezza il petto e dissi «Hall secondo te tornerei mai da una persona che mi ha fatto sentire di merda... e soprattutto se sto con una persona che mi fa sentire benissimo?... Due mesi fa ci sarei stata male ma ora non mi importa perché ho te» lui sospirò sollevato «Oh ma insomma dov'è finito Jacob Hall tutto egocentrico e sicuro di sé» l'ho prendo in giro io «Me lo chiedo anch'io sai» mi prese per la mano e insieme andiamo in cucina e mi fece sedere e ricominciare a mangiare «Allora... chi è la tua fonte?» si mise a ridere «Lo sai che sono curiosa... e per di più non mi dici niente» «Ragazzina la fonte rimarrà segreta ancora per un po» «Uffa lo sai che non ho tanta pazienza Hall» «Lo so sì» tiro fuori tutte le cose che aveva comprato anche un semplice pacco di pasta diedi un ultimo morso e mi alzai «Ti do una mano» «Non serve...» «Smettila di sentenziare sono qui... ok ammetto che vederti fare il casalingo è sexy ma... non starò qui a guardarti» «Sbaglio o in questi due giorni hai detto che sono sexy almeno 1 milione di volte?» «Si lo ammetto a differenza tua» scherzai in modo provocatorio, presi il sacchetto di pomodori e gli girai le spalle per metterli in frigo mi chinai leggermente verso il cassetto mi senti stringere i fianchi e il suo respiro caldo pervase la mia schiena di brividi «Ragazzina... credo che tu sappia quanto tu mi faccia eccitare vederti in mutande con una mia maglietta nella mia cucina ad aiutarmi a sistemare» persi il respiro appena la sua mano mi tocco la gamba salendo l'interno coscia alzando leggermente la maglietta, chiusi il frigo e mi girai di scatto puntando il dito sul petto «No, no, no dobbiamo sistemare» «Non ho molta voglia» si abbassa a baciarmi il collo, iniziai a respirare in modo affannoso «Hall... so cosa stai cercando di fare e... non funzionerà» «Tu dici? Io ho dei seri dubbi» baciò il punto delicato vicino all'orecchio e la sua mano si insinua di nuovo all'interno della coscia, buttai la testa all'indietro ansimando, gli presi viso tra le mani e lo baciai, sorrise tra le mie labbra capendo che mi ero rassegnata mi fece scontrare la schiena sul bancone della cucina pieno di roba, con le mani spostò freneticamente tutto facendomi spazio senza staccare labbra delle mie, mi prese per i glutei e mi fece salire sul bancone, subito allacciai le gambe alla sua vita, gli tolsi la maglietta per dopo accarezzare le spalle muscolose, strinsi i capelli tra le dita la sua mano si insinua all'interno della mia coscia toccò l'elastico delle mutandine ma il suo telefono squillò sbuffò rumorosamente «Ma è possibile cos'hanno che rompono tutti oggi» mi misi a ridere e lentamente scesi con la mano sulla tasca posteriore dei suoi jeans dandogli i baci sul petto, presi il telefono glielo porsi, senza staccare lo sguardo da me rispose «Hall» il suo viso si infastidì gli accarezza il braccio per la tranquillizzarlo «Non me ne frega un cazzo, la ha comunque trattata di merda è stato inappropriato con lei e lo sai quindi smettila di dire cazzate» stava parlando di me, gli accarezzo il viso e gli sorrisi «Lo sai com'è fatto non si doveva permettere, lei è importante per me e della sua opinione non me ne faccio niente, io la conosco e so come è, non è colpa sua se ha un passato così quindi lui può anche andare a farsi fottere» e riattacco, gli accarezzai entrambe le braccia e lo attaccai a me abbracciandolo «Non dovevi litigare con tuo papà a causa mia» «Ragazzina non ti preoccupare per questo è lui che ha fatto la cazzata di portarlo sapendo cosa avrebbe causato, è fatto così quindi la colpa è sua» scossi leggermente la testa arricciando il naso «Posso darti la mia opinione?» lui annuì «Da quello che ho capito e intuito... è che tuo padre è schiavo di suo padre. non è colpa sua non avrebbe potuto rifiutare il suo volere venire a conoscermi» si staccò dal mio abbraccio e disse «Non ci avevo mai pensato» «Fidati che è così si vede» «Come fai a capire queste cose?» alzai le spalle e dissi «Anni di psicoterapia, dopo un po' ti entra in testa il meccanismo» «Da quand'è che vai dalla psicologa?» «Da quando avevo sette anni... E tu?» mi guarda sconvolto «Come lo sai...» «Le pastiglie per dormire non te le puoi prescrivere da solo... e poi si vede che hai fatto un percorso per cercare di perdonarlo e superarlo» mi baciò la fronte mi sorrise «Sei un piccolo genio» «Lo so» dissi compiaciuta «E sentiamo hai parlato del sottoscritto?» «Secondo te?» «Si ovvio e chi non parla di me» alzai gli occhi al cielo e gli diedi un pizzicotto «Ahi!!» esclamò in modo teatrale «E tu?» «Secondo te?» feci la faccia incerta, mi accarezzò i capelli «Ovvio che ho parlato di te anzi ti vuole conoscere»sbarrai hai gli occhi per lo stupore «Certo per computer vive a Londra» sorrisi e gli baciai la clavicola «A me va bene, che facciamo?» allacciai le braccia al suo collo avvicinando il mio viso al suo allacciai nuovamente le gambe a lui facendo scontrare i nostri bacini, sospirò per quel contatto «Ricordami dove eravamo arrivati hall...» «Con piacere ragazzina...».

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