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«Tu credi che sia commestibile quello che abbiamo nei vassoi?» domandò Cass «Non ne ho la più pallida idea, ma... se muoio oggi si vede che il destino voleva così, quindi chi sono io per intralciare il destino» Cass alla mia battuta sorrise, fortunatamente la mensa era quasi vuota infatti abbiamo un tavolo tutto per noi almeno finché non sarebbero arrivati, Jacob e Tom, erano passate quasi due settimane e mezzo dall'ultima volta in cui io e jacob avevamo parlato da soli il che dava fastidio, la notte lo sognavo e la cosa mi dava fastidio, dopo quello che è successo alla festa lui non ha più preso un bicchiere di alcol solo per giocare a beer pong con me beveva ma per il resto niente «Pronta?» annuì malamente presi una forchettata di pasta e nello stesso momento in cui lo fece lei lo feci anch'io la masticai piano, piano, poi io e cass ci guardammo e insieme dicemmo «Beh poteva andare peggio dai» entrambe iniziammo a ridere «Cosa avete da ridere voi due?» disse Tom che era sbucato fuori dal nulla insieme a jacob, tom si sedette vicino a Cass mentre Jacob vicino a me «Ciao» mi disse e io ricambiai con un sorriso, quando la sua gamba toccò la mia subito una scarica elettrica mi pervase tutto il corpo, ma non la staccai, dopo quasi un mese sto avendo un contatto con lui, notai che il suo sguardo era addosso a me, ma non mi girai rimasi a guardare Cass e Tom che si baciavano e la mia boccaccia stava per dire "Pensa che potremmo essere noi" ma subito mi morsi la lingua e tornai a mangiare, mi girai verso di lui incrociando il suo sguardo «Vuoi?» «No grazie anche perchè vedo che sei dimagrita... mangi?» subito sghignazza «Si l'unica differenza è che ora vado in palestra quindi...» «Da quel tuo cliente com'è che si chiamava...» «Billy» «Giusto Billy» lo vidi ridere e subito capì «Perché ridi?» «Ti avevo detto che potevi venire con me in palestra» sta scherzando vero «Cioè tu non mi parli da un mese e ora te ne vieni fuori con questa storia?» chiesi tranquillamente, Cass e Tom smisero di baciarsi per guardare noi, Jacob non ebbe neanche il coraggio di guardarmi , alzai gli occhi al cielo e mi alzai «Si è fatto tardi vado a lezione... ciao» Tom e Cass mi salutarono invece lui non proferì parola, subito mi diressi in classe e per fortuna era aperta, mi sedetti, nella fila in mezzo, mentre aspettavo Milo, che per fortuna arrivò dopo poco di me «Ho saputo mi ha detto quello che è successo cass ma voglio che me lo racconti tu...» Si sedette, in breve gli raccontai quello che era successo «Tu credi che io potrei piacergli ancora?» chiesi incerta , lui mi guardò stupefatto «Non sei seria vero... Jacob è pazzo di te, e il fatto che non ti venga a dire niente è perchè non vuole farti stare male e anche perché è orgoglioso» la classe iniziò ad entrare come anche il professore «Pensaci» per tutta la lezione non feci altro che pensare a lui, finchè non mi accorsi che il professore urlò più forte «La lezione è finita ragazzi... Signorina Rinaldi lei resti» oh cazzo e ora cosa ho fatto, guardai Milo preoccupata mi alzai e mentre tutti se ne andavano io mi avvicinai al professore «Eri taciturna oggi... come mai?» «Scusi non si ripeterà più...» «Rinaldi non la stavo sgridando, sono umano anch'io» subito tirai un sospiro di sollievo «Volevo dirle che se avesse bisogno di una figura adulta con cui confrontarsi o con cui parlare sono disponibile... ha la mia email e non si faccia scrupoli ad utilizzarla» «La ringrazio professore davvero» e mi congedò, uscì dall'aula in tranquillità «Come mai sei rimasta di più» subito presi paura e mi girai di scatto appena vidi che era Jacob gli diedi una sberla sul petto per dopo appoggiare la mano sul petto iniziando a respirare «Mi hai fatto prendere un colpo Hall» lui si mise a ridere finchè non gli risposi «Non c'ero molto con la testa e mi ha detto che se avevo bisogno di una figura adulta con cui parlare lui c'è» «E perché non c'eri molto con la testa?» «Non lo so dillo tu a me» il suo sguardo d'un tratto si fece cupo, gli diedi le spalle iniziando a camminare nel corridoio isolato «Ti ricordo che quella che ha voluto la pausa sei tu!» subito mi bloccai, mi girai verso di lui e con una camminata veloce lo raggiunsi «Non osare dare la colpa a me...» arrivai molto vicina a lui e lo indicai con un dito che premetti sul suo petto «Forse hai le idee un po confuse ma se ricordi io non ti ho lasciato ti ho detto che prima dovevi capirti tu! Quindi non venire a dare la colpa a me per una cosa che ho fatto per il nostro bene!» lo minaccio, i nostri respiri si sincronizzano, dalla vicinanza riesco a sentire il suo profumo... quel profumo che era da tanto che non sentivo «E ti ricordo anche che non ho mai accennato il fatto che dovessimo diventare sconosciuti, visto che oggi e la prima volta che parliamo dopo settimane!» alzò la mano verso di me e mi prese una ciocca di capelli che mi era scappata dallo chignon che mi ero fatta mettendola dietro l'orecchio «Ragazzina... non posso starti vicino senza toccarti...» lui abbassò ancora di più la testa facendo appoggiare la sua fronte con la mia, subito avvampai, il mio respiro si fece irregolare, le nostre labbra si sfiorano, ma non si toccano, subito ritornai in me, e lo spinsi via girandomi di spalle da lui «Tu non puoi fare così!» tornai a guardarlo «Questo...» dissi indicando noi «Tu non puoi pretendere che dopo settimane che non mi rivolgi la parola, basta una parola dolce e torno da te...» «Lo so...» disse interrompendosi si avvicinò di scatto a me prendendomi per i fianchi «Voglio questo... sentire le tue risate... le tue prese in giro... il valore che porti come persona è unico ragazzina... e so di essere un coglione e che non ti merito... e forse dovrei lasciarti andare... ma sono troppo egoista per farlo» le parole che uscirono dalla sua bocca mi stupirono «Non credevo che un avvocato sapesse dire queste cose» ironizzai io sorridendogli, ricambiò il sorriso «Ti ricordo che volevo studiare letteratura inglese ragazzina» subito alzai la testa e annuì «Giusto mi ero scordata, questo piccolo particolare" distinto lo abbracciai «Sono un enorme casino...» «Siamo un enorme casino» replicai io ed era vero... «Ti do tutto il tempo che ti serve tutto quello che vuoi» annui e lo strinsi di più a me «E ora?» «E ora aspettiamo quello che accadrà» mi staccai da lui prendendolo a braccetto e insieme andammo verso il dormitorio, mi ha parlato delle partite che aveva fatto per dopo chiedermi di essere presente a quella di domani, e come potevo non accettare?

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