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"Ho saputo che hai litigato con Ron" mormorò lui con voce pacata.

Per qualche istante, Hermione seppe che stava studiando la sua reazione e lei si limitò a scrollare le spalle tentato di celare quel motto di improvvisa rabbia e tristezza che riempì le sue viscere "Sì, per un motivo stupido" ammise "O forse non così stupido.."

L'angolo delle sue labbra si alzò in un sorriso premuroso "Sì, è successo anche con me.

Erano motivi stupidi, ma forse non così tanto come mi sforzavo di credere.

Alla fine, sono le cose stupide che distruggono le amicizie"

Hermione si sistemò meglio la sciarpa sul viso e sospirò, osservando con un particolare interesse il suo fiato condensato "Le amicizie si frantumano facilmente"

Remus non le rispose ed Hermione lo seguì in silenzio per qualche momento "Forse è un bene che siano così"

Lei si limitò a guardarlo, in attesa che proseguisse "Sono rapporti delicati e fragili, serve tempo e dedizione per coltivarli e va bene così. In questo modo si coltivano solo le relazioni in cui crediamo davvero"

"E tu? Hai mai dubitato delle tue amicizie?"

Remus sollevò lo sguardo verso il cielo.

Seppe che stava pensando a lui e si pentì della domanda, ma dato che ormai l'aveva posta si limitò ad attendere il suo dolore.

"Sì, ho dubitato di ogni amico che ho avuto e mi sono comunque fidato delle persone sbagliate"

Hermione gli afferrò la mano, cercando di dargli un conforto che era certa gli mancasse in quel momento.

Il paesaggio al di fuori aveva un che di sinistro, se non addirittura spettrale.

Soffice neve ricopriva quelle sterminate e fredde pianure.

Ogni tanto, spogli alberi neri svettavano sul candore del suolo come artigli minacciosi e da essi colavano lunghi e sofferenti ghiaccioli lacrimosi.

Hermione sollevò la mano e lasciò che i suoi polpastrelli caldi si scontrassero col gelo della brina.

Accarezzò ed apprezzò quelle sculture di ghiaccio, così uniche e all'apparenza fragili.

Tutto attorno a loro era immobile e il silenzio circostante le rese più facile ammirare ciò che la circondava.

Nessun suono, oltre il solitario e doloroso battito dei loro cuori.

"Ti manca?"

"Tantissimo" rispose lui con un sorriso stanco e sfinito "Penso a lui ogni giorno e.. lo sogno ogni notte" continuò con la voce che tradiva la sua tristezza.

Hermione si voltò verso di lui e raccolse con lo sguardo il suo volto spezzato da notti insonni.

Aveva sempre avuto un pallore malato sul volto, ma adesso c'era una sorta di stanchezza più umida e sanguinolenta che rovinava il suo volto "Non si meritava di morire così.. in quel modo" continuò secco "Ma chi se lo meriterebbe?"

La luce solare che filtrava attraverso le nuvole soffici e dense, gettavano sul suo viso docili e freddi colori.

Le sue cicatrici, sembravano brillare d'argento puro e catturarono la sua attenzione per diversi secondi.

Correvano sulla sua mandibola come schizzi di spuma bianca e sfregiavano la sua guancia con superbo azzardo.

Lo vide sollevare le sopracciglia.

Le pagliuzze color legno nei suoi occhi color avventurina fusa presero una consistenza più pastosa, se non quasi dura.

Remus sollevò la mano e si sfiorò la mandibola, proprio nel punto dove quelle chiare striature partivano "A Sirius piacevano queste cicatrici" mormorò al vento ed Hermione vide quelle stesse cicatrici deformare impercettibilmente il suo sorriso.

Cuore di VetroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora