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Aveva smesso di piovere già da qualche ora, eppure persistevano nuvole di un grigio grafite, tese a nascondere lo sguardo degli dei dal mondo mortale.

L'odore soffocato e pastoso di umidità scivolava lungo i rami e raggiungeva un terreno morbido e scuro.

Di tanto in tanto vi erano cumuli di neve che avevano avuto la tenacia di resistere alle piogge, ma che sarebbero stati pronti a sfumare via con l'arrivo della primavera nei mesi successivi.

La sterile radura davanti a lui era appena avvolta da un lievissima nebbia e i macabri alberi spiccavano dal terreno come incubi allo stato solido.

C'era un senso di mistero e calma.

Una tranquillità insolita che non assaggiava da chissà quanto tempo.

Snape chiuse gli occhi e lasciò che la tranquillità prendesse il sopravvento sulla sua anima almeno per una volta.

Solo una volta.

L'ultima volta forse.

La pace fluì nelle sue vene.

Si godette appieno quel silenzio, poi si avvicinò alla donna accanto a lui.

Poppy sedeva su uno scomodo sgabello di legno.

I suoi abiti lunghi sfioravano il terreno bagnato e l'orlo minacciava di sporcarsi ad ogni suo movimento.

Snape si sistemò alle sue spalle e guardò oltre di lei la tela che stava prendendo vita.

Poppy si fermò per qualche momento.

Il pennello immobile nell'aria.

Parve attenderlo.

"È davvero bello" mormorò piano, lasciando che il suo tono prendesse una sfumatura densa e calma.

"Grazie" mormorò soddisfatta lei e si appoggiò con la schiena al suo petto per qualche istante.

Ammirò il paesaggio brullo che stava dipingendo "Potresti appenderlo in camera, lo vuoi?"

Lieto, Snape sollevò un angolo delle labbra "Rispecchia come mi sento" mormorò assorto dai grigi della tela.

Poppy non commentò, ma appoggiò la mano libera sulla sua, posata sulla spalla di lei, e gliela strinse con gentilezza "Sei pensieroso ultimamente"

"Come sempre" mormorò piano.

Poppy scosse il capo "Più del solito" spiegò paziente "C'è qualcosa che ti turba?"

Per qualche momento il voto infrangibile, la mano di silente ed Hermione si susseguirono nella sua mente come lampi nel temporale "Sono solo stanco, non farci caso"

"Stai mentendo" replicò. Nessun giudizio nella sua voce, ma piuttosto una delicata gentilezza "Non sei costretto ad aprirti con me, Severus.

Ma non devi sostenere tutti i tuoi problemi da solo. Siamo tue amiche e possiamo aiutarti. O comprenderti"

Snape chiuse per qualche istante gli occhi e lasciò che le tenebre della sua mente mescolassero la felicità dell'amicizia e il dolore della menzogna.

Non poteva dire loro del Voto Infrangibile, non poteva metterle in pericoloso.

"Mi dispiace Poppy, non so esprimermi" mormorò

"Non sei costretto a farlo con le parole, a me piace dipingere" mormorò Poppy cogliendolo di sorpresa.

Aprì nuovamente gli occhi e la guardò appoggiare il pennello bagnato sopra uno straccio che teneva sul grembo "Mi aiuta a pensare"

Snape percepì un vago, oscuro cambiamento nel suo timbro magico.

Cuore di VetroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora