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"Ammetto di essere un po' infastidita" ammise piano "E certo è mio amico però.. però non è più la stessa cosa"

Abbassò lo sguardo verso la sostanza scura che ondeggiava mollemente tra le pareti di ceramica.

L'odore caldo ed avvolgente del caffè si sollevava nell'aria e sfumava via.

Si mischiava ad esso, in un turbinio di tranquillità e calma, il vago profumo delle erbe secche appese al soffitto di legno e il deciso sapore di quei fumi e di quei balsami che uscivano a spirali dalle loro piccole scatolette di metallo.

Oltre a quello, silenzio e quiete permeavano quell'aria invernale.

Hermione avrebbe voluto apprezzare di più quella solitudine, ma la calma che tanto sembrava rilassare e ammorbidire i contorni di quella realtà, non sembrava desiderosa di penetrare nella sua carne "Mi tratta di nuovo come se fossimo amici inseparabili, ma io non sono sicura che il rapporto sia ancora così lucente come era qualche mese fa"

Certamente, Hermione doveva ammettere almeno a sé stessa, che si sentiva piuttosto in colpa all'idea di lamentarsi di Harry e di Ron, ma si rendeva anche conto che non aveva mai avuto la possibilità di alleggerirsi o semplicemente di parlarne con qualcuno.

Ogni volta che aveva litigato con loro, per qualche motivo aveva sempre avuto qualcos'altro a cui pensare, qualche altra preoccupazione che l'aveva distolta dal pensare a sé.

Si erano succeduti anni scolastici turbolenti che avevano mischiato le sue emozioni peggiori e di cui Hermione si rendeva conto solo adesso della loro entità.

Non aveva mai passato mesi più, relativamente, tranquilli di quelli che stava vivendo ora e mentre gli anni precedenti si era dovuta preoccupare per la vita di Harry e Ron, adesso aveva cominciato a relazionarsi con i suoi problemi, con i suoi sensi di colpa, che erano sicuramente di minore rilevanza, ma che erano ugualmente importanti.

Era sempre stata troppo presa a preoccuparsi per la vita dei suoi migliori amici, ma chi si era preoccupato della sua?

"Non è la prima volta che la sua impulsività ci procura dei guai! Ha rischiato di dividere il gruppo in altre occasioni e sempre per motivi sciocchi" Continuò asciutta "E adesso pretende che tutto sia a posto"

Una nuova vampata di collera sfuggì dal suo controllo e si diramò nell'ufficio.

Snape le lanciò un'occhiata di rimprovero per aver abbassato le barriere Occlumantiche che da tutta la sera si stava sforzando di mantenere attive.

Arrossì lievemente e si obbligò a riprendere il controllo e tornò a osservarlo.

Snape aveva afferrato un sacchetto di carta e ne aveva rovesciato il contenuto in un mortaio di pietra.

I piccoli chicchi neri sembravano essere costituiti da pura tenebra "E poi di tanto in tanto si permette anche di fare il geloso.." sussurrò irata e di sbieco osservò come quelle parole furono in grado di suscitare un brevissimo turbamento sul viso maturo e spigoloso del professore.

Lui le lanciò un'occhiata taciturna "Geloso?"

"Sì" annuì afferrando uno dei deliziosi dolciumi nella scatola, ora non più molto piena, della professoressa McGranitt "Di Cormac McLaggen"

"Sì.. la gelosia è una brutta emozione" lo sentì dire, ma quasi le parve fosse rivolto più a sé stesso che a lei.

Lo vide scuotere il capo prima di tornare a dedicarsi al suo lavoro "Pensa ancora di essere fidanzato con te?"

Il suo viso si accese di un tenue rossore, ma si costrinse a mantenere l'attenzione vigile su di lui "Perché le interessa?"

Snape aggrottò le sopracciglia ed Hermione lo vide incupirsi appena. Un solido imbarazzo era calato.

Cuore di VetroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora