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Alle sue spalle, percepiva la confusione di una battaglia appena accennata e le grida e i lamenti che rimbombavano come tuoni.

In cuor suo, Snape sapeva che il momento era giunto.

Percepiva il sospiro del fato sulla sua pelle e la Morte camminare al suo fianco, mentre percorrendo quegli antichi corridoi, si dirigeva verso la Torre di Astronomia.

Eppure non era solo.

A quelli dell'Eterna Signora si erano infatti aggiunti, passi più leggeri e nervosi.

Qualche sciocco lo inseguiva, incurante del pericolo che Snape costituiva.

Per nessuna ragione però, poteva permettersi di essere rallentato, così, svoltato l'angolo si nascose tra le tenebre.

Per qualche momento, l'ombra di una insicurezza si fece strada in lui e Snape si domandò se allo sconosciuto.. spettasse l'oblio o la morte.

In agguato, attese con infinita pazienza che i passi si facessero più vicini, ma fu solo quando vide l'ombra venire proiettata in avanti, sui freddi pavimenti di pietra, che si decise a balzare sullo sventurato.

La bacchetta di betulla sguainata, sua complice nella promessa di sangue.

Quando incontrò i suoi occhi, però, il desiderio di uccidere sfiorì nella sua mente e il suo cuore perse una seria infinita di battiti.

"..Granger!" La confusione morì sul suo volto, travolta da un'ondata di insolita collera.

Con urgenza, si ritrovò ad afferrarle i polsi e a trascinarla con forza nel corridoio laterale, tra le fitte tenebre.

La premette contro al muro, finché, con una rapida occhiata, non si assicurò fossero soli.

Con riluttanza, la lasciò andare "Merlino, hai idea di quanto sia pericoloso? I Mangiamorte sono qui, ad Hogwarts"

"Lo so, Signore. Non so come abbiano fatto ad entrare" gli confidò Hermione con il volto ancora arrossato dalla corsa "La professoressa McGranitt ha già chiamato l'Ordine!"

"E tu dovresti essere nei dormitori, al sicuro!" rispose con urgenza. Tratteneva a fatica il panico nella voce "Che cosa ci fai qui?!"

"Stavo cercando lei!" rispose secca e la osservò rovistare con affanno nelle tasche della divisa scolastica.

Quando la ragazza tirò fuori le mani, Snape si accorse della piccola ampolla di vetro tra le sue dita.

E con ancora più sorpresa riconobbe il contenuto della pozione "Felix Felicis" commentò piano, osservando il liquido dorato, ondeggiare pigramente sulle pareti di vetro "Ma.. come fai ad averla?"

"Oh.. non è mia, è di Harry" una traccia di malcelata angoscia nella voce squillante "Lumacorno l'ha premiato a Pozioni qualche mese fa.

L'abbiamo conservata nel caso ci fosse stata qualche emergenza.. e ora.. comunque ce la siamo divisa tra di noi.. ecco.. in ogni caso ne manca ancora un sorso" un rossore sospetto imbrunì il suo viso "Professor Snape.. vorrei che avesse lei l'ultima parte"

Per qualche istante rimasero in silenzio, in ascolto delle grida ovattate che provenivano da qualche ala indefinita del castello.

Snape respirò con ardore l'odore delle bugie.

"Non mentirmi.. non hai bevuto la tua parte, non è così?" La voce uscì fuori più severa del previsto "È tua.. a me non serve"

Lei sollevò lo sguardo e gli dedicò un'occhiata preoccupata.

I suoi occhi divennero decisi e presero una sfumatura tanto intensa che per qualche istante, Snape non vide altro che la galassia sconfinata nelle sue iridi.

Cuore di VetroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora