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"Non lo so Hermione" ammise dopo un infinito secondo Ron Weasley.

Il ragazzo, sedeva al suo fianco con la divisa da Quidditch e si passava da una mano all'altra la scopa, con fare piuttosto nervoso "Io sono davvero preoccupato per Harry"

Il vento gelido di quel mattino di settembre sembrò ghiacciare le lentiggini sulle sue guance.

Hermione si ritrovò ad appoggiarsi leggermente alla sua spalla con il volto "Era molto legato a Sirius"

Sentì un nodo incastrarsi nella gola a quel nome e si ritrovò ad abbassare gli occhi all'istante, pentendosi della direzione che i suoi pensieri avevano preso.

L'alto Grifondoro che sedeva con lei sugli spalti, sembrò notare il suo turbamento, anche se non ne comprese la natura e si girò verso di lei preoccupato.

Il suo viso, teso nel nervoso, si addolcì e Ron allungò goffamente una mano, per scacciarle una piccola lacrima che era scivolata giù dalle ciglia.

"Credi saremmo riusciti ad evitare la sua morte?" domandò piano, irrequieto.

I folti riccioli scivolarono di qua e di là "Sì, è questo ciò che mi distrugge di più.

Ed è anche ciò che turba di più Harry"

Per un attimo i suoi occhi scivolarono sulla vaga e sfocata figura in fondo al campo.

"Harry.. lui cerca solo un po' di pace.. ecco.. non ha ancora.. accettato.. lui.." Ron abbassò il capo. Il ghiaccio nei suoi occhi, ora incrinato pericolosamente "Ha bisogno di tempo"

"Lui è.. fragile" ammise infine Hermione e si rese conto quanto quelle parole le costassero fatica "No! Ecco.. io.." farfugliò colta da un velo di vergogna per quello che aveva appena detto "Non volevo dire che è debole.. ha sconfitto l'oscuro un sacco di volte se è per questo.. però.."

"No, hai ragione" i capelli solitamente così vivi e forti di Ron parvero quasi spegnersi a quelle parole.

Le fiamme lasciarono il posto al fumo.

"Lui è.. un ragazzo che ha bisogno di aiuto"

Passarono altri secondi, forse interi minuti.

Hermione affondò meglio le mani dentro le tasche.

Senza farsi vedere, sollevò lo sguardo verso il ragazzo al suo fianco.

Osservò dapprima le sue mani grandi e callose, che tenevano con fermezza il manico della scopa da Quidditch.

Risalì poi, sui muscoli delle braccia, tesi nel nervoso e nell'ansia e ben fasciati dalla divisa della squadra.

Apprezzò, in silenzio, il contrasto della sua pelle con i capelli aranciati e caldi come magma, in quel momento decisamente più disordinati del solito.

Con ancora più cura, si affrettò a far scivolare gli occhi sulle sue guance spruzzate da tenere lentiggini, fino alle sue iridi azzurre.

Laghi che contenevano al loro interno piccole pagliuzze più scure.

E le sue labbra così morbide.. e all'apparenza calde.

Si domandò, quasi scioccamente, come sarebbe stato assaggiarle.

Che cosa avrebbe provato, se si fosse allungata verso di lui, proprio in quel momento, e lo avesse baciato?

Si ritrovò ad arrossire violentemente al solo pensiero e con uno scatto di timidezza, si girò nuovamente verso il campo.

"Credi voglia.. il nostro aiuto?" chiese dopo parecchi secondi il Grifondoro totalmente ignaro dai pensieri di lei.

Hermione si scoprì turbata da quelle parole "Io.. non lo so Ron.

Cuore di VetroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora