I MISERABILI

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il sole era tramontato da un po', eppure non avevo per niente voglia di mangiare il mio stomaco si era chiuso come la mia voglia di uscire ma dall'altra parte o di Luigi urlarmi contro come al solito

" Marti ma ti vuoi muovere, così faremo tardi"

conoscere i suoi amici mi spaventava , sarei stata sicuramente giudicata e per di più sono anche più piccola di loro.
Non li ho mai visti dal vivo ne tantomeno ci ho parlato con i cosiddetti miserabili a differenza di Luigi che quando abitavamo ad Amalfi passavano le ore intere in videochiamata.
Lui ha insistito tanto dicendo che loro sono le persone più amichevoli ed estroverse che conosceva e così ho accettato.
siamo arrivati a Roma da qualche ora e già sono stufa di questa città, fortunatamente la mia camera è già in ordine perché nei giorni precedenti mia mamma è venuta a riordinare gli ultimi dettagli, se c'è una cosa che lei odiava era sicuramente il disordine.
Decisi di mettere un pantaloncino e una felpa ed uscire di casa, l'estate era ormai giunta al termine e il clima era sceso.
Luigi mi ha detto che è il loro bar di fiducia in cui si ritrovavano tutti i miserabili quasi tutte le sere, e questa era l'unica serata in cui erano tutti presenti solo per lui, me l'ha detto quasi con un tono orgoglioso
da fuori già si udivano le voci di tutti quei ragazzi che scherzavano tra di loro e le mani iniziarono a tremare così tanto che anche Lù se ne accorse

"non avere ansia Marti, te l'ho già detto
stai tranquilla e sì te stessa"

ma le parole di mia fratello servirono a poco e niente perché appena entrammo nel bar l'ansia di conoscere tutti quei ragazzi mi stava divorando .
Una volta entrati tutti gli occhi erano rivolti su Luigi che fu assalito da almeno 10 ragazzi e
solo poco dopo qualcuno si accorse di me

"ao gigi che te sei trovato na pischella e non ci hai detto nulla"
disse Adriano o almeno credo

" no a scemii è mia sorella, ragazzi lei è martina"

"ciao"
fu l'unica parola che riuscì a pronunciare, tutti gli occhi erano puntati su di me e il mio volto era diventato più rosso della maglietta che indossava Luigi stasera

"piacere martina io sono Alessandro, il più simpatico del gruppo"

"ma statte zitto alessà che ascolti solo musica di merda, altro che simpatico"
replicò Adriano

La serata stava volando, tra una birra e un'altra e tra la lunga litigata di Alessandra e Adriano per stabilire chi fosse il più simpatico.
Tutti quella sera risero e scherzano tranne uno che se ne stava in silenzio tra i suoi pensieri , era vestito tutto di nero, indossava una chiave al collo e degli occhiali da sole.
i miei pensieri erano rivolti a lui
"perché ha gli occhiali in un bar di sera?"
"perché non mi ha rivolto parola? nemmeno un ciao"
"chissà come si chiama"
mi chiesi tra me e me ma i furono subito interrotti da Gabriele che notò il mio sguardo rivolto verso il moro e mi disse

" Lui è Niccolò, non ama particolarmente quando persone esterne al nostro gruppo vengano qui, ma tranquilla ci farà l'abitudine della tua presenza "

Gabriele ottenne solo un occhiataccia da parte di quest'ultimo che accese un'altra sigaretta e continuò a guardare un punto fisso, o almeno credo non so cosa stesse guardando dietro quelle lenti scure.
La serata era finita da un pezzo e stavo tornando a casa con Gigi e tra di noi regnava il silenzio, eravamo entrambi stanchi dal viaggio e penso che Lù abbia bevuto qualche birra di troppo, ma lo ruppi subito

" che voleva intendere il tuo amico quando ha detto che Niccolò non ama particolarmente quando persone esterne al nostro gruppo vengano qui"

"Nic è un po' strano, dipende da come si sveglia la mattina.
Mi hanno detto che sta quasi per lasciarsi con la sua ragazza, il lavoro che si è trovato non è un granché e ha litigato di nuovo con suo padre e Gabriele per non raccontarti i cazzi suoi ti ha detto sta cosa.
Non è antipatico come credi, l'hai solo beccato nel giorno sbagliato"

disse d'un tratto Luigi
decisi di abbandonare l'argomento Niccolò, almeno però ora.

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